Sabir
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Il sabir (o lingua franca) era un pidgin che si sviluppò nel mar Mediterraneo orientale sul finire del Medioevo e si estinse nel Novecento.
Era chiamato anche Petit Mauresque (in francese piccolo moresco), Ferenghi,'Ajnabi o Aljamia. Il nome sabir è una storpiatura dello catalano saber, cioè sapere; lingua franca, invece, deriva dall'arabo lisān-al-faranğī, cioè lingua europea. Il secondo termine è in seguito passato ad indicare qualsiasi idioma che metta in contatto parlanti di estrazione diversa.
Questa lingua ausiliaria serviva a mettere in contatto i commercianti europei con gli arabi e i turchi. Il lessico era prettamente italiano, spagnolo e catalano, la morfologia molto semplice e l'ordine delle parole era molto libero. Vi era un largo uso delle preposizione per supplire alla mancanza di alcune classi di parole, tra cui l'aggettivo possessivo. I verbi non avevano tutti i tempi: il futuro si creava usano il modale bisognio, il passato con il participio passato.
Il primo documento in sabir risale al 1296 e si tratta del più antico portolano relativo alla toalità del Mediterraneo,intitolato Compasso da Navegare.In seguito ,nel1353, è stato trovato un importante documento a Djerba, in Tunisia . Il più esteso è un manuale del 1830 pubblicato in Francia che riporta il sabir di Algeri. Ne riporta un esempio anche Molière, nel Borghese gentiluomo:
« Se ti sabir ti respondir, se non sabir tazir, tazir. » |
[modifica] Bibliografia
- Alberto Nocentini. L'Europa linguistica. Le Monnier Università, Firenze, 2004. ISBN 8800860818
[modifica] Collegamenti esterni
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