Roma (divinità)
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Roma (o Rome secondo la forma ortografica che in greco significa "la forza") è una figura della mitologia romana. Questa, fin dal II secolo a.C., fu la divinità che personificava lo stato romano.
Le tradizioni differiscono sulla sua identità. La più antica la individua nella prigioniera troiana che accompagnava Ulisse ed Enea quando questi approdarono insieme sulle rive del Tevere venendo dal paese dei Molossi, ovvero l'Illiria.
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[modifica] Leggende mitiche
[modifica] Roma, prigioniera troiana
La leggenda che è stata appena citata è tuttavia solo uno dei tanti racconti che riguardano questo personaggio. Stando a questa prima versione, l'equipaggio di Ulisse, in cui si trovava Roma insieme a numerose altre prigioniere di guerra, fu travolto da una terribile tempesta che lo sbatté sulla coste dell'odierno Lazio. Le schiave imprigionate, capeggiate da Roma, stufe dei continui viaggi e delle loro disgrazie, decisero di terminare le loro disavventure e con ciò diedero fuoco alle navi.
Tale azione, che stabilì la conclusione del viaggio, costrinse i soldati di Ulisse a rimanere nelle nuova terra e ad emigrare quindi sul colle Palatino, dove si stabilizzarono. La città che fondarono prese il nome dell'eroina che, attraverso il suo comportamento, aveva deciso le sorti di un popolo e aveva dato origine ad una nuova civiltà.
[modifica] Figlia di Ascanio o di Enea
Versioni divergenti citano Roma (o più comunemente Rome) come la figlia di Ascanio, e quindi ella stessa nipote di Enea. Quando i profughi troiani sbarcarono nella regione su cui sarebbe sorta la futura città di Roma, essi riuscirono a conquistare quasi tutta quella zona. A memoria di questo trionfo, Rome eresse un tempio in onore di Fides (la Fede), sul luogo in cui nascerà la futura città.
Perciò quando venne fondata, la città prese il nome di Roma, dal nome della fanciulla.
Un'altra versione, contrastante con la precedente, fa di Roma non la figlia, bensì la moglie di Ascanio; secondo altre leggende, fu la moglie dello stesso Enea ed era lei stessa figlia di Telefo; ciò la rendeva nipote diretta di Eracle.
La versione cosidetta ellenizzante, detta così poiché vuole assegnare all'eroina origini "greche", nomina Roma come una dei numerosi figli di Ulisse e della maga Circe. Questa genealogia la rendeva sorella di Telegono, l'uccisore del padre. Leggende analoghe considerano la fanciulla come figlia di Telemaco e della stessa maga, e quindi sorella del Re Latino.
[modifica] Prime rappresentazioni
Le prime immagini della dea, su monete romane, risalgono al 269 a.C.. La rappresentazione della dea è presente su altre monete romane coniate a Locri nel 204 a.C.. Da questo si suppone che i non-romani iniziarono a dare al dominio di Roma attributi divini. Sulle monete la dea era raffigurata come una donna armata di spada, talvolta clipeata o coronata di alloro, con vicino una Vittoria alata o altri simboli.
[modifica] Durante l'Impero
Durante l'Impero romano fu principalmente una dea provinciale, usata per inculcare la lealtà fra gli abitanti delle province allo stato romano. Un tempio a Roma fu eretto a Smirne nel 195 a.C. e un culto a lei rivolto era presente ad Efeso, Sardi e Delo.
Il culto era comunque presente a Roma stessa dove Adriano fece costruire un tempio dedicato a Venere ed a Roma sulla via Sacra, accanto all'arco di Tito.
[modifica] Rappresentazioni nei secoli
 All'Ara Pacis(I secolo) |
 In Piazza del Popolo (XIX secolo) |
 A Ponte Risorgimento (2003) |
[modifica] Bibliografia
[modifica] Fonti
- Dionigi di Alicarnasso Ρωμαικης Αρχαιολογιας (trasl. Rhomaikes Archaiologias), Antichità romane, I, 72
- Plutarco, Romolo dalle Vite parallele
- Servio a Virgilio, Eneide I, 273
[modifica] Moderna
[modifica] Collegamenti esterni
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