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Ragtime - Wikipedia

Ragtime

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Il Ragtime, che tradotto significa tempo stracciato, a brandelli è una forma musicale strumentale, prevalentemente pianistica caratterizzato da un ritmo binario sincopato, che ha contribuito alla formazione del jazz.

Indice

[modifica] Caratteristiche musicali principali

  • Forma musicale a carattere prevalentemente pianistico
  • Ritmo: Binario, solitamente 2/4 , talvolta anche 2/2, 4/4 o 4/8;
  • Basso: regolare, per tenere il tempo, al ritmo di minima, semiminima o a volte croma.
  • Melodia: Sincopata
  • Schema tematico classico: Multitematico AA BB A CC DD (Come in The Entertainer di Joplin)
  • Eccezioni:

- In molti casi vi sono 3 temi, e quindi manca il tema D, oppure viene riproposto il tema A alla fine, imitando lo stile del Rondo musicale classico - Esistono alcuni Ragtime-waltz (Valer ragtime) che quindi sono nel ritmo ternario di 3/4 pur essendo sincopati

[modifica] Note

Sono da considerarsi ragtime molte composizioni, approssimativamente del periodo 1890-1920, che non lo recano direttamente nel titolo come:

  • "March" (Marcia), spesso nel tempo di 6/8 o 2/2
  • "Cake walk" o "Cakewalk"
  • "Two Step"
  • "Piano Novelty"
  • "Slow Drag"
  • "Fox Trot"

Spesso al ragtime si affiancava un ballo concitato, denominato "Cake walk" , che ha ispirato anche compositori come Debussy e Satie.

[modifica] Storia

Diffusosi dalla seconda metà dell'800 presso i neri della zona sud-occidentale degli Stati Uniti, il ragtime ha avuto il suo massimo esponente in Scott Joplin. Il brano che gli permise di guadagnarsi enorme notorietà, Maple Leaf Rag, risalente al 1899, raggiunse un successo straordinario, tanto che dello spartito vennero vendute un milione di copie.

Il termine rag-time venne usato per la prima volta associato ad una composizione musicale nel 1897 nei due brani The Mississippi Rag di William Krell e Harlem Rag di Tom Turpin. Fu inizialmente disprezzato e considerato come "musica da bordello", ma si è poi affermato ed ha raggiunto l'apice come forma propria musicale nel primo decennio del 1900 per poi declinare e cadere per molti decenni nella più completa oscurità entro il 1920.

A New Orleans, intanto, erano nate piccole orchestrine, in genere composte generalmente da fiati e da una elementare sezione ritmica, che si esibivano per le strade e nei locali malfamati del quartiere a luci rosse della città, Storyville. La tradizione e il repertorio di queste orchestre derivavano dalla cosiddetta second line, una banda (speso improvvisata) che suonava pezzi allegri al ritorno del corteo dai funerali (mentre all'andata la banda tradizionale suonava marce funebri). Quando anche i bianchi cominciarono ad interessarsi di questa musica, per distinguerla dalla musica suonata nello stesso periodo dai musicisti di colore fu coniato il termine Dixieland. Il ragtime e il Dixieland hanno segnato, in pratica, il passaggio dal Ragtime al Jazz, passaggio che si è compiuto entro la fine degli anni '20 del XX secolo.

[modifica] La "Riscoperta" del Ragtime e L'industria Joplin

Negli anni Settanta, un altro dei celeberrimi brani jopliniani - The Entertainer - diventò la hit in quasi tutte le classifiche radiofoniche e giornalistiche. Mentre prima nessuno dei custodi di fragili tendenze, che programmano lo share degli ascolti, avrebbe glorificato la musica di Joplin, ora tutti lo lanciavano ai vertici non appena Hollywood aveva dato il suo beneplacito.

Ecco come prima l'America, e l'Europa dopo, vennero travolte dal ciclone-Joplin: ma si trattava davvero di Joplin? In qualche modo, in mezzo a quel bailamme, il nome del compositore di Texarkana e quello della sua celeberrima composizione svanirono. I media americani perseverano nei loro (innocenti?) annunci presentando il tema dal film La stangata, composta da Marvin Hamlisch. Addirittura emittenti televisive locali nei loro giochi a quiz inserivano domande inerenti il film di George Roy Hill, e laddove un rarissimo quanto esperto concorrente alla domanda chi ha composto il tema centrale - The Entertainer - della pellicola, avesse risposto Scott Joplin, gli veniva contestata con quella esatta di Marvin Hamlisch.

Da ciò si potrebbe, forse, affermare che Joplin aveva rappresentato la manna dal cielo per Hamlisch. Grazie alle più belle pagine d'album dell'artista nero Hamlisch conquistò quattro Grammies e tre Oscar, due per la musica The Way We Were e uno per l'adattamento della musica di Joplin per La stangata.

Indubbiamente la carriera artistica di Marvin Hamlisch è stata sin dall'inizio fortunata, a ben vedere il suo curriculum. In un certo senso non desta meraviglia considerare Hamlisch come il candidato perfetto prescelto a rappresentare Joplin nel 1970: se pensiamo che Joplin tentava di fuggire dal suo passato puntando a un certo ineccepibile ideale di perfezione puritana, Marvin Hamlisch incarna per molti versi il logico selettore del lavoro del grande artista di colore. Hamlisch aveva in pugno tutto l'ambiente musicale sin dall'inizio; era forte dei suoi mille successi senza registrare alcun fallimento e, per quanto si possa immaginare, non era vittima di alcuna ossessione come accadde invece per Joplin.

Tuttavia molti aficionados di quel particolare genere musicale si erano posti una domanda: La Stangata avrebbe favorito o danneggiato la causa? C'è da dire che lo stesso Hamlisch, che pur sempre aveva aiutato la figura di Joplin promuovendone la musica, non era molto sicuro che il vecchio maestro ne avesse beneficiato molto. Scott Joplin venne accolto favorevolmente da un vasto numero di persone durante il boom del suo recupero, dimostrato anche da un fruttuoso riscontro di vendite discografiche. Ma nella coscienza del pubblico la sua musica venne cristallizzata nelle stesse rigide aspettative che l'avevano precedentemente stereotipata negli anni Cinquanta, quando imperversava l'honky tonk. Solo ora le stridule voci degli americani, che erano solite pronunciare Maple Leaf Rag, richiedevano insistentemente il tema de La Stangata. The Entertainer allora si pose ai livelli di The Saints e Bill Bailey (e forse Pround Mary per gli amanti del rock and roll) come sfondo per il consumo dell'alcool.

Durante questi anni intensi di "febbre da ragtime" le case discografiche avevano inondato il mercato con bootlegs: ogni abile musicista che poté riunire qualsiasi sorta di interpretazione jopliniana, era stato spinto a lavorare su questo tema: ne risultò un diluvio di plagi privo di gusto. Alcuni esecutori che invece avrebbero potuto rendere giustizia al lavoro di Joplin - se avessero avuto abbastanza tempo - vennero spinti a produrre album prima che il boom esplodesse. E molti esecutori, la cui naturale tendenza risultava completamente aliena a questa musica, cavalcavano l'onda con produzioni aberranti di vinile. Di quell'ammasso informe di note che passava impropriamente sotto il nome di ragtime alcuni apparvero accettabili per la loro originalità. Fra questi risultava Gatsby's World/Turned-On Joplin, un disco che contiene interpretazioni di ragtime classici eseguiti al sintetizzatore; e The Easy Winners, una collaborazione tra il violino di Itzhak Perlman e il piano di André Previn, di soli brani jopliniani che uscì nel 1975, troppo tardi però per trarre profitto dalla "febbre". Tuttavia i due musici classici avevano lavorato con attenzione e rispetto per le composizioni dell'artista di Texarkana e in virtù della loro assoluta padronanza della musica e operando in piena autonomia rispetto alla partitura originale, quest'ultima era stata pienamente soddisfatta con abilità e immaginazione. Il risultato discografico di Previn e Perlman si mostrò talmente encomiabile da indurre molti critici a pensare, al di là di ogni rosea aspettativa, che cosa sarebbe accaduto se qualcuno come Horowitz o il compianto Rubinstein avesse profuso le proprie energie al ragtime. I lavori di altri grandi compositori di ragtime classico, oltre Joplin, vennero incisi durante quel periodo senza però né lode né gloria. La causa del calo delle vendite discografiche era da attribuire all'enorme quantità di progetti musicali spesso scarsi dal punto di vista qualitativo. Occorreva tempo e abnegazione per imparare il ragtime, e pochissimi sembravano essersi impegnati con sacrificio per impadronirsi di quel genere che somigliava tanto a una disciplina. Negli anni Settanta oltre ai nomi già citati di William Bolcom e William Albright, una coppia di compositori originali cominciò a far parlare di sé, ed erano Pete Lundberg e Donald Ashwander, la cui scarsa discografia prodotta è ormai fuori catalogo e introvabile. Come pure introvabili risultano centinaia di magnifici ragtime su partitura completamente sconosciuti al grande pubblico e formazioni molto originali conosciute solo dagli addetti ai lavori e dai veri appassionati di ragtime. Era il caso del trio di chitarra, mandolino e violino, The Et Cetera String Band di Kansas City, ormai sciolti da tempo. L'America degli anni Settanta si mostrava come una Joplinia: i negozi sponsorizzavano speciali copertine di Joplin; raccolte delle sue partiture apparvero nei negozi di musica; quasi tutte le stazioni radio trasmettevano musica dell'artista di Texarkana a tutto spiano; i suoi ragtime venivano utilizzati per sonorizzare gli short pubblicitari in televisione; l'industria Joplin lanciò sul mercato magliette, boccali, bicchieri con disegnata l'effige del grande musicista e qualcuno inventò perfino un gioco sul grande musicista nero. Le sue musiche vennero eseguite su piano, cetra tirolese, sintetizzatori, sull'organo, sulla chitarra, sul clavicembalo, dalle orchestre, dai quartetti, dai cantanti e dalle bande oltre qualsiasi calcolo. La gente sapeva già prima del 1976 che il potenziale commerciale di Joplin era quasi esaurito. Quando Marvin Hamlisch ritirò il prestigioso trofeo nel febbraio del 1974, si raggiunse il culmine del successo e l'inizio del declino. Di lì a poco la lunga fila dei soloni di mercato comprese che si avvicinava la conclusione di quella bella avventura e in un anno circa la gente capì che il viaggio era avvivato al capolinea. Nel primo trimestre del 1976 alcuni dischi con musiche di Joplin si potevano trovare solamente nei depositi dei negozi musicali sotto la scheda ragtime, a sua volta inserita in un più grande scaffale con l'intestazione jazz.


[modifica] Festival Italiano di Ragtime

Il Festival è nato nel 1988, organizzato dal giornalista Gildo De Stefano-di cui ne è anche direttore artistico- e dall’editore e columnist de la Repubblica, Antonio Filippetti. La sede dell’evento per la prima edizione è stata il grande auditorium del Complesso Monumentale di Castel Sant’Elmo, sito nella Certosa di San Martino, sulla collina del Vomero (Napoli). Le date della prima edizione furono stabilite per i tre concerti dei maggiori artisti italiani del genere in quel periodo: il mercoledì 16 novembre si sarebbe esibito Marco Fumo, lunedì 21 novembre Cesare Poggi, e il mercoledì 23 novembre Antonio Ballista. Le edizioni successive hanno avuto location diverse (tale notizia è stata tratta e rielaborata dal capitolo Il Ragtime in Italia, pag. 123 dell'ultimo testo del 2007 di Gildo De Stefano e debitamente riportato in bibliografia).

[modifica] Principali compositori

[modifica] Da ascoltare

  • Alexander's Ragtime Band (1911)-Irving Berlin
  • Battle in the sky (1915) - J.Luxton
  • Bean Club Musings (1904) - Paul Eno
  • Black and White Rag (1908) - George Botsford
  • Black Cat Rag, The (1905) - Frank Wooster & Ethel B. Smith
  • Cataract Rag (1914) - Robert Hampton
  • Desecration Rag, A Ragtime Humoresque (1914) - Felix Arndt. Questo Rag prende in giro temi famosi di musica classica da Chopin a Liszt, ripronendoli in chiave ragtime
  • Dixie Blossoms (1906) - Percy Wenrich
  • Dizzy Fingers (1923) - Zez Confrey
  • The Fair, March and Two Step (1898) - Grace M. Bolen
  • Fluffy Ruffles One Step (1919) - George Hamilton Green
  • Harlem Rag (1897)- Tom Turpin
  • Hungarian Rag (1913) - Julius Lenzberg
  • King Klondike Two-Step (1897) - George Dagwood Schleiffarth
  • Kitten on the keys (1921) - Zez Confrey
  • Mississippi Rag, The (1897) - William Krell
  • Ragtime Nightmare, A (1900) - Tom Turpin
  • St. Louis Rag (1903) - Tom Turpin
  • Temptation Rag (1909) - Henry Lodge
  • Twelfth Street Rag (1914) - Euday L. Bowman

[modifica] Da vedere

Elenco di film in cui il ragtime è la principale colonna sonora o comunque è presente in modo significativo

[modifica] Voci correlate

[modifica] Bibliografia

Jazz
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