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Partito del Movimento Democratico Brasiliano - Wikipedia

Partito del Movimento Democratico Brasiliano

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Il Partito del Movimento Democratico Brasiliano (Partido do Movimento Democrático Brasileiro, PMDB) è un partito politico brasiliano. Il PMDB è un partito centrista la cui collocazione nell'alveo delle ideologie politiche è alquanto difficile. Il PDMB, infatti, accanto a cattolici moderati ed a liberali, vide la presenza anche di movimenti socialisti come il Movimento Revolucionário 8 de Outubro, nato per contrastare il regime militare. Superata la sua storica funzione di "contenitore" di istanze eterogenee - unite solo dalla necessità di contrapporre alla destra (l'ARENA, diventata prima PDS e poi Partito Progressista, PP) un fronte unitario al bipartitismo fittizio imposto dalla legge elettorale dei militari - si è attestato su un centrismo venato da istanze sociali.

[modifica] Antefatto: il Movimento democratico brasiliano

Il PMDB è l'erede del Movimento Democratico Brasiliano (MDB), che era stato un partito centrista presente sulla scena politica brasiliana tra il 1965 ed il 1979. MDB fu l'unico partito di opposizione all'ARENA (Alleanza Rinnovatrice Nazionale) del generale João Goulart. L'ARENA nacque nel 1965 quando Goulart impose una dittatura militare al paese e sciolse i partiti allora esistenti: il Partito Laburista Brasiliano di centro-sinistra(PTB), il Partito Social Democratico di centro-destra (PSD) e l' Unione Democratica Nazionale (UDN). Il Parlamento non venne sciolto ed alcuni esponenti del PTB e del PSD diedero vita al MDB con lo scopo di assicurare una opposizione parlamentare, anche se solo formale, all'ARENA. Nel 1974 MDB riuscì ad ottenere la maggioranza dei seggi alla Camera ed il governo militare, pur di mantenere il controllo del Parlamento, dichiarò invalide le elezioni. Nel 1979, costretto dalle proteste popolari, il governo abolì il sistema bipolare "obbligatorio" ed aprì al pluripartitismo. MDB, allora, si rinominò in Partito del Movimento Democratico Brasiliano e l'ARENA prese il nome di Partito Democratico Sociale (PDS).

[modifica] Presenza dominante nel primo decennio democratico

Alle legislative del 1982, il PMDB si confermò il secondo partito del paese con il 42,9% dei voti, preceduto dal PDS, l'erede dell'ARENA. Nel 1986, il PMDB con il 48,1% fu l'incontrastato vincitore delle elezioni, le prime veramente libere. Il PDS e gli scissionisti del PFL non superarono complessivamente il 25,5% dei voti. In quella circostanza, il Pmdb espresse il presidente Tancredo Neves nonché il suo vice, Josè Sarney, che gli subentrò dopo un mese per la morte improvvisa del primo.

Nel 1990, il PMDB rimase il primo partito brasiliano, esprimendo come presidente Itamar Franco, ma crollò al 19,3% dei consensi, anche perché aveva subito la fuoriuscita di molti membri: essi avevano aderito al nascente Partito della Social Democrazia Brasiliana, che ottenne l'8,7% dei voti e che espresse come ministro degli esteri Fernando Henrique Cardoso. Quando Cardoso nel 1994 divenne presidente, il PMDB mantenne ancora il proprio primato salendo al 20,3% dei voti (l'8% in più del secondo partito, che fu il PLF) ed entrò a far parte del governo, insieme al PSDB ed alcuni partito conservatori come il PP.

Alle legislative del 1998 il partito scese al 13,6% e venne superato sia dal PFL che dal PSDB; mantenne però la scelta di far parte della maggioranza di governo che sosteneva in Parlamento il presidente Cardoso.

[modifica] Ridimensionamento nel secondo decennio democratico

Alle elezioni legislative del 2002, il PDMB con il 13,4% dei consensi ha ottenuto 74 deputati su 513 e 19 senatori su 81, posizionandosi al quarto posto dopo Partito dei Lavoratori, Partito della Social Democrazia Brasiliana e Partito del Fronte Liberale. Inizialmente all'opposizione, ha finito in seguito per appoggiare il governo del presidente Lula, risultando decisivo per la formazione di una maggioranza parlamentare.

Alle elezioni del 2006 il partito ha ottenuto un buon risultato alla Camera, con il 14,6% dei voti (secondo posto) e 89 deputati (+15 e primo posto). Al Senato invece, dove contano di più le alleanze e le intese a livello locale, il partito ha avuto una decisa flessione nel numero dei senatori, eleggendone 4, per un totale di 13, rispetto ai 19 di quattro anni prima.


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