Paramita

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Nel buddhismo i pāramitā (sanscrito पारमिता, composto di param, "oltre", e ita, "andato", traducibile come azione liberatrice, o qualità trascendente; pāli parami) sono le virtù perfezionate dal Bodhisattva, colui che per compassione e comprensione decide di essere attivo per il bene di tutti gli esseri; queste qualità sono deci per la scuola Theravāda, mentre il Sutra del Loto della scuola Mahāyāna ne cita solo 6, anche se il Dasabhumika Sutra, posteriore, ne aggiunge altre quattro. Sono qualità liberatrici perché permettono di riconoscere la natura ultima della mente.

Buddhismo Theravada

Dāna parami : generosità, disponibilità
Sīla parami: virtù, moralità, condotta appropriata
Nekkhamma parami: rinuncia
Pañña parami: saggezza trascendente, comprensione
Viriya parami: energia, diligenza, vigore, sforzo
Khanti parami: pazienza, tolleranza, sopportazione, accettazione, tolleranza
Sacca parami: verità, onestà
Adhitthana parami: determinazione, risoluzione
Mettā parami: amorevole gentilezza
Upekkha parami : equanimità, serenità

Buddhismo Mahayana

Dāna paramita: generosità, disponibilità (in cinese 布施波羅蜜)
Śīla paramita: virtù, moralità, condotta appropriata (持戒波羅蜜)
Kṣanti paramita: pazienza, tolleranza, sopportazione, accettazione, tolleranza (忍辱波羅蜜)
Vīrya paramita: energia, diligenza, vigore, sforzo (精進波羅蜜)
Dhyāna paramita: concentrazione, contemplazione (禪定波羅蜜)
Prajña paramita: saggezza, comprensione (智慧波羅蜜)

I quattro aggiuntivi secondo il Dasabhumika Sutra (sutra dei dieci bhumi) sono:

7. Upāya paramita: abili mezzi

8. Pranidhana paramita: voto, risoluzione, aspirazione, determinazione

9. Bala paramita: forza spirituale

10. Jñāna paramita: conoscenza

Le prime cinque Paramita sono classificate come "Metodo" e si distinguono dalla sesta che rientra nella categoria "Saggezza" in quanto le prime cinque, quando praticate, consentono di realizzare la prima delle "Due Accumulazioni", quella di meriti. Il risultato ultimo del completamento dell'Accumulazione di Meriti sara', al momento della Buddhita', la manifestazione del Rupakaya, il Corpo della Forma di un Buddha. In esso vi e' la duplice classificazione di Sambhogakaya, Corpo di Godimento visibile solo per i Bodhisattva che dimorano in qualcuno dei dieci Bhumi, Terreni e il Nirmanakaya o Corpo di Emanazione che appare a tutti e, come viene spiegato nel Bardo Thödrol (Libro Tibetano dei Morti) i Nirmanakaya esistono in ognuno dei sei stati dell'esistenza samsarica. La prima Paramita viene completamente realizzata dai Bodhisattva che accedono al Primo Bhumi, Terreno, percependo perfettamente la Vacuita': da cio' si capisce come anche il Bodhisattva del primo Bhumi abbia realizzato la Vacuita' ed essa e' realizzata unicamente tramite la sesta Paramita, Prajña, la Saggezza che prescinde dalla dualita' di Soggetto che percepisce e Oggetto percepito, in questo modo tutti i Bodhisattva dimoranti in ognuno dei dieci Terreni hanno necessariamente realizzato la Vacuita' di esistenza inerente che e' in vero senso delle sei/dieci Paramita. Le Paramita sono tali quando sono accompagnate dalla sesta; come dice Candrakirti nel Madhyamakavatara "Come un gruppo di ciechi ha bisogno della vista di una guida che li conduce in una citta' allo stesso modo la Paramita della Saggezza, la sesta, raccoglie le altre cinque Virtu' prive di occhi...". Normale generosita' non e' la Danaparamita in quanto l'offerente da' compiendo un'azione macchiata dalla concezione dualistica che si afferra all'esistenza inerente delle Tre Sfere di Soggetto, Oggetto e Azione, se non e' presente la consapevolezza che queste Tre Sfere sono vuote di esistenza inerente l'Ignoranza, Avidya, contamina la virtu' compiuta ed essa sara' solo la causa karmica per una rinascita fortunata ma non dello stato di Buddha. Ognuna delle dieci Paramita viene realizzata specificamente in ognuno dei dieci Bhumi sebbene il Bodhisattva, in ogni singolo Bhumi, pratichi simultaneamente tutte le dieci Paramita.