Najm al-Din Kubrà
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Najm al-Din Kubrà (Abū l-Jannāb Ahmad ibn Najm al-Dīn, detto Kubrà) fu uno dei massimi mistici sufi dell'Islam (1145 — 1221).
Originario del Khwārizm, Najm al-Dīn abbandonò i suoi studi di teologia e seguì in Egitto l'insegnamento mistico di Rūzbihān al-Wazzān al-Misrī, discepolo di Abū Najīb al-Suhrawardī ma fu solo su esortazione di Bābā Faraj Tabrīzī che decise di adottare in pieno la vita da sufi. Operò con ‘Ammār ibn Yāsir al-Bidlīsī (m. 1200) e Ismā‘īl al-Qasrī (m. 1193) – discepoli entrambi di Shihāb al-Dīn Suhrawardī – che lo esortò a fondare una tariqa nelle sue terre d'origine.
Qui egli fu un'attiva e premurosa guida per i suoi numerosi discepoli della Kubrawiyya, tanto da ricevere il soprannome di walī turāsh (patrono di santi).
La sua riflessione mistica gli fece affrontare e approfondire le tematiche delle apparizioni e dei sogni premonitori, così come quelle relative alla natura dei "corpi sottili" (latā‘if) dell'uomo.
Scrisse le Fawā’ih al-jamāl wa l-fawātih al-jalāl, la Risālat al-kha’if al-hā’im min lawmat al-lā’im e gli Usūl al-‘ashara, oltre a un Tafsīr (Commentario) coranico.
Fedele alla sua indole Najm al-Din sarebbe morto resistendo con un gruppo di suoi discepoli ai Mongoli che avevano invaso la Corasmia e che, pure, lo avevano invitato ad allontanarsi dai luoghi che essi avevano investito con incontenibile impeto e durezza.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Bibliografia
- Marijan Molé, "Traités mineurs", in Annales islamologiques, IV (1963), pp. 1-78.
- Fritz Meyer, Introduzione all'edizione delle Fawā’ih al-jamāl wa l-fawātih al-jalāl, Wiesbaden, 1957.
- Henri Corbin, En Islam iranien, Parigi, 1972, vol. III.
- Jenri Corbin, L'Homme de Lumière dans le Soufisme iranien, Parigi, 1971, pp. 95-148.
- J.S. Trimingham, The Sufi Orders in Islam, Oxford, 1971, pp. 55-8.
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