Mokele Mbembe
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Il Mokele Mbembe anche detto N'Yamala, è una creatura leggendaria che vivrebbe a 800 chilometri a nord di Brazzaville: là si troverebbe il Likouala, una vasta palude di 130.000 chilometri in cui vivrebbe l'animale, il cui nome significa colui che ostacola il corso dei fiumi.
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[modifica] Aspetto
La sua prima descrizione fu data da un missionario francese, l'abate Proyar, che lo descrisse come un ibrido tra un elefante, un ippopotamo e un leone, con un collo di giraffa e una lunghissima coda da serpente.
Questo mostro avrebbe quindi avuto la pelle liscia di colore grigio/bruno, con una mole da elefante, una testa piccola e un collo elastico lungo dai due ai tre metri.
Queste descrizioni farebbero pensare ad un dinosauro di genere Diplodocus o Apatosaurus. I pigmei dicono che avrebbe quattro zampe possenti che si imprimono sul terreno.
[modifica] Prove
Esiste una fotografia ritraente un'orma a tre dita, tipica dei dinosauri, profonda alcuni centimetri. L'attribuzione è disputata, e potrebbe trattarsi di una semplice impronta di un ippopotamo, che il vento ha modificata nel corso del tempo.
[modifica] Spedizioni
Nel 1913, la Germania inviò alcuni uomini per tracciare una mappa dettagliata del Camerun e del Congo, allora colonie tedesche.
Il capo della spedizione era il barone Von Stein zu Lausnitz, il suo dettagliato rapporto sulle zone inesplorate delle due colonie non fu mai pubblicato, perché la Germania perse il dominio delle sue colonie dopo la Prima Guerra Mondiale.
Lo zoologo Willy Ley stava per pubblicare sui giornali alcune parti del rapporto di Von Stein, in cui si parlava di una bestia locale temuta dai pigmei:
Le descrizioni generali dei nativi convergono tutte su di un unico modello: l’animale è di colore bruno-grigiastro e possiede una pelle liscia, le sue dimensioni sono quelle di un elefante o perlomeno di un ippopotamo. Si dice che abbia un collo lungo e flessibile ed un solo dente, ma molto grande, alcuni dicono che si tratta di un corno. Alcuni parlano di una lunga coda muscolosa simile a quella dei coccodrilli. Le canoe che attraversano il suo territorio sono destinate ad affondare, l’animale attacca le imbarcazioni e ne uccide l’equipaggio, ma senza divorarne i corpi. Si dice che vive nelle grotte e che sale sulla riva in cerca di cibo, la sua dieta è completamente vegetale. Il suo cibo preferito mi fu mostrato, era una sorta di liana dotata di grandi fiori bianchi, una linfa lattiginosa ed un frutto simile per forma ad una mela.
Nel 1938 il dottor Leo Von Boxberger disse che aveva perso molti dei suoi dati sul temibile mostro , dopo che la sua flotta fu attaccata nella Guinea Spagnola da un gruppo di Pangwe.
Nel 1976, James H.Poweel, un erpetologo americano, sarebbe andato in un villaggio a studiare gli animali del posto, e visitando uno stregone di un piccolo villaggio e gli avrebbe fatto vedere delle foto di vari animali; appena gli fece vedere la foto di un Diplodocus, lo sciamano avrebbe detto "N'Yamala" e aggiunto anche che si cibava del cioccolato della giungla, un frutto che dà grossi frutti simili a delle noci.
Dopo le affermazioni del barone e degli ultimi due scienziati giunti sul posto, scattarono molte spedizioni di scientifiche per verificare l'esistenza del misterioso dinosauro.
Lo strano comportamento di uccidere gli ippopotami senza divorarne i corpi avrebbe trovato conferma per mano di Ivan Sanderson e del suo collega Gerard Russel: nel Camerun occidentale i due avrebbero trovato delle grosse impronte attribuite alla creatura, poiché in quell'arco di foresta non vivevano dei pachidermi.
Nel 1981, un gruppo di scienziati avrebbe fotografato una strana pista di rami spezzati e di orme gigantesche che si dirigeva verso un fiume: questa sarebbe ritenuta un delle prove più convincenti circa l' esistenza del mostro.
Due anni più tardi, Marcellin Agnagna si recò nel lago Tele per cercare la creatura; con la sua cinepresa avrebbe filmato da circa 275 metri di distanza una strana creatura dal collo sottile e occhi ovali,il collo lungo circa un metro e la lunghezza totale del corpo forse di 5 metri.
Stando ai testimoni la creatura sarebbe stata visibile per circa venti minuti, poi questa sarebbe scomparsa nelle acque torbide della palude: i video e le foto scattate mostrano soltanto una strana macchia nera nell'acqua e non quanto affermato da Agnagna. Altri avvistamenti e testimonianze, meno importanti, sono quelle dei coniugi Regusters, che dissero di avere visto l' animale muoversi tra i cespugli e poi andare in un fiume, e di Rory Nugent che nel 1992 avrebbe scattato delle foto alla bestia presso il lago Tele.
[modifica] Ipotesi
Alcuni studiosi dicono che potrebbe trattarsi di una specie sconosciuta di varano, simili ai draghi di Komodo, lunghi dai 3 ai 4 metri. Alcuni chiamano in causa il Varanus priscus, un varano gigante vissuto nel Pleistocene, ma in Oceania e non in Africa.
Una delle ipotesi più comprovate dagli zoologi[citazione necessaria] è che l'essere sarebbe in realtà una tartaruga della famiglia dei Trionichidi, collo lungo, testa piccola, molto aggressivi, però carnivori e che abbandonano l'ambiente acquatico solo per deporre le uova.
Secondo Klingelhoffer si tratterebbe di una Trionice africana, ma una Trionice africana non potrebbe mai avere una coda come quella di un coccodrillo (così definita dalle tribù locali e da Agnagna), la mole di un ippopotamo e un collo lungo dai 2 ai 3 metri. Un altro elemento discordante è il corno posto sulla testa del Mokele Mbembe in alcuni avvistamenti, cosa che nessuna Trionice possiede. Alcune tribù indigene credono nell'esistenza di una varietà gigante di Trionici che i Bantù chiamano Ndendeki, e dicono che possano raggiungere anche i 4 metri di diametro.
[modifica] Collegamenti esterni
- Pagina sul Mokele Mbembe presso il sito del CICAP