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Marmota marmota - Wikipedia

Marmota marmota

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La marmotta delle Alpi (Marmota marmota) è un roditore del genere delle marmotte e della famiglia degli Sciuridi, vive a delle altitudini superiori ai 1.500 metri, al limite superiore della foresta, dove gli alberi si diradano e diminuiscono di grandezza. Normalmente le altitudini in cui vive la marmotta vanno dai 2000 metri ai 3000 metri d'altitudine.

Oltre che nelle Alpi, si può incontrare ugualmente nei Carpazi e, dal 1948, è stata reintrodotta con successo anche nei Pirenei, da dove era scomparsa completamente agli inizi dell'era quaternaria.

Le famiglie si nutrono d'erba, di granaglie e di foglie. A fine settembre, si ritrovano nelle loro tane e, dopo averne ostruito l'ingresso, affrontano poi il lungo periodo invernale. Il loro ritmo cardiaco rallenta notevolmente ed il loro sonno sarà interrotto una dozzina di volte da brevi fasi di risveglio.

Indice

[modifica] Caratteristiche

È un animale dal corpo tozzo e del peso di circa 5 Kg, per la lunghezza di 70 cm, dei quali 20 per la coda. È un plantigrado dalle zampe possenti e dai lunghi artigli. Il muso è caratterizzato da due piccole orecchie rotondeggianti e da lunghe vibrisse (peli di 4-7 cm). Queste hanno funzione sensoriale e si sviluppano a lato del naso. Tra questo e l'occhio vi sono particolari ghiandole facciali il cui secreto serve per il riconoscimento individuale e la marcatura del territorio. La posizione degli occhi gli consente di avere un largo campo visivo, mentre le sue orecchie sono quasi completamente nascoste nella pelliccia. Molto evidenti per il loro notevole sviluppo sono i denti incisivi. Sono privi di radice e pertanto a crescita continua: l'animale li consuma giornalmente durante la masticazione del cibo. Il colore della pelliccia è grigio-brunastro, con notevoli possibilità di variazioni individuali. I piccoli dell'anno sono facilmente riconoscibili, oltre che per le loro minori dimensioni, anche per il colore grigio uniforme del mantello.
Le zampe sono piuttosto corte; quelle anteriori, in particolare, sono munite di forti e robuste unghie che servono all'animale per lo scavo delle tane. La coda, lunga circa 15 cm, è folta e costituisce, in relazione alla posizione che assume, un importante segnale nei rapporti sociali fra i vari componenti del gruppo.

[modifica] Ecologia

La marmotta frequenta preferibilmente le praterie aperte di alta montagna caratterizzate da una buona insolazione. In Valle d'Aosta la fascia altitudinale maggiormente utilizzata si colloca fra i 2200 e i 2500 m di quota, ossia ai confini tra il piano subalpino superiore e in quello alpino inferiore, nelle Alpi Liguri risulta invece maggiormente distribuita tra i 1700 e i 2400 m. La si può anche incontrare nelle pietraie, nelle radure e ai margini dei boschi.

[modifica] Abitudini

La marmotta vive in tane scavate direttamente nel terreno. Esse hanno diverse tipologie in relazione all'uso che devono svolgere: le tane di fuga, ad esempio, consistono in semplici cavità a fondo cieco e sono di solito situate sotto un masso; le tane principali sono invece costituite da una o più aperture che conducono in gallerie profonde anche una decina di metri. All'interno vi sono numerosi anfratti dove le marmotte passano la notte, partoriscono e trascorrono l'inverno. L'animale è diurno: esce dalla propria tana al mattino, per rientrarvi solo nelle ore più calde e al crepuscolo. Durante il giorno si dedica al pascolo, alla pulizia della pelliccia, a lunghe soste al sole e al gioco, attività che svolge un'importante funzione nel rafforzare i rapporti sociali fra i vari componenti del gruppo. La marmotta infatti non vive isolata bensì in famiglie formate da un numero variabile di individui. Ogni gruppo è generalmente costituito dal maschio e dalla femmina adulti oltre che dalle femmine fino al terzo anno. I giovani maschi vengono precocemente allontanati dalla famiglia dopo il primo anno di vita.

Questa specie trascorre l'intera stagione invernale nello stato di letargo: tutti i componenti del gruppo si raccolgono nell'anfratto più ampio e profondo della tana, stretti gli uni agli altri per limitare la dispersione di calore. Durante questo periodo il metabolismo dell'animale subisce un notevole rallentamento: gli atti respiratori si abbassano a 2-3 al minuto, la temperatura da 38 gradi scende a soli 7-4 gradi e le pulsazioni cardiache passano a 4-5 al minuto. Prima del letargo, che dura generalmente da ottobre ad aprile, gli animali trasportano con la bocca l'erba secca per allestire un appropriato giaciglio per il lungo inverno. In primavera, all'uscita del letargo, la Marmotta costituisce una facile preda perché ben visibile, mentre corre alla ricerca del cibo, sulle praterie ancora innevate.
Le ricerche più recenti hanno evidenziato che durante il letargo gli animali sono soggetti a periodici risvegli seguiti da breve attività. Questi temporanei risvegli hanno lo scopo di aumentare la temperatura corporea sia degli adulti sia dei piccoli, maggiormente esposti ad un'eventuale morte per ipotermia. Si tratta di un caso di cura parentale estesa anche agli altri adulti presenti. Se il numero di questi nella tana diminuisce o è ridotto alla singola unità, tale tecnica di termoregolazione sociale diventa insufficiente e la mortalità dei piccoli aumenta.
Il fischio è il tipico segnale di allarme della specie e serve inoltre a mantenere un collegamento fra i componenti del gruppo. Si è potuto rilevare che il fischio è singolo in caso di avvistamento di predatore alato (Aquila), multiplo quando il pericolo arriva da terra (ad esempio Volpe o Cane).

[modifica] Cibo ed alimentazione

La sua alimentazione è costituita essenzialmente da erbe e radici che le consentono di accumulare, nella buona stagione, il grasso che verrà consumato durante il letargo invernale. Non essendo un ruminante deve selezionare, in funzione della digeribilità, il tipo di alimento: questa è la ragione per cui sono privilegiate le parti vegetali più tenere ed in particolare i fiori. Il grasso della Marmotta, nella medicina popolare delle regioni alpine, veniva un tempo considerato come valido rimedio contro alcune malattie bronchiali, polmonari e reumatiche.

[modifica] Riproduzione

Il periodo degli amori si colloca in primavera; dopo una gestazione di 40 giorni nascono generalmente da due a cinque piccoli. Essi vengono allattati dalla madre per 42 giorni e escono dalla tana, per la prima volta, solitamente agli inizi di luglio. La marmotta vive in nuclei familiari in cui il maschio tende ad accoppiarsi solo con la femmina adulta dominante.

[modifica] Immagini

[modifica] Bibliografia

  • Amori, G. 1996. Marmota marmota. In: 2007 IUCN Red List of Threatened Species. IUCN 2007.
  • Borgo A., 2003. Habitat requirements of Alpine marmot Marmota marmota in reintroduction areas of the Eastern Italian Alps. Formulation and validation of habitat suitability models. Acta Theriologica 48 (4): 557–569.
  • Borgo A. & Mattedi S. 2003. Re-introducing the Alpine Marmot Marmota marmota: the example of the Friulian Dolomites Natural Park (Italy, Eastern Alps). In Adaptive strategies and diversity in marmots / Stratégies adaptatives et diversité chez les marmottes, Ramousse R., Allainé D. & Le Berre M., Eds. International Network on Marmots, 303-310.
  • Borgo A. & Mattedi S., 2003. Effetti della disponibilità di Camoscio e Marmotta sulla produttività dell’Aquila reale (Aquila chrysaetos) nel Parco Naturale Dolomiti Friulane. XII Convegno italiano di Ornitologia. Avocetta 27 (n.s.): 149.
  • Lapini L. & Borgo A., 2004. Diffusione antropocora di Marmota marmota sulle Alpi Carniche e Giulie: sintesi delle conoscenze aggiornata al 2004 (Mammalia: Sciuridae, Italia Nord-orientale). Gortania, Atti del Museo Friulano di Storia Naturale, 26: 297-311.
  • Borgo A., 2004. Il ritorno della Marmotta nel Parco Naturale delle Dolomiti Friulane. Parco Naturale Dolomiti Friulane. Collana: I Libri del Parco, 1: 147 pagine.

[modifica] Voci correlate

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