Macchi M.C.200
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Macchi C.200 "Saetta" | ||
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Macchi C.200 II serie - aperto |
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Descrizione | ||
Ruolo | Caccia | |
Equipaggio | 1 | |
Primo volo | 24 dicembre 1937 | |
Entrata in servizio | 1939 | |
Costruttore | Aeronautica Macchi | |
Dimensioni | ||
Lunghezza | 8,19 m. | |
Apertura alare | 10,68 m. | |
Altezza | 3,51 m. | |
Superficie alare | 16,81 mq. | |
Peso | ||
A vuoto | 2.020 kg. | |
Massimo al decollo | ||
Propulsione | ||
Motore | Fiat A.74 RC 38 | |
Potenza | 840 cv. | |
Prestazioni | ||
Velocità massima | 510 km/h | |
Autonomia | 570 km. o 870 km. con due serbatoi ausiliari |
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Tangenza | 9.600 m. | |
Armamento | ||
Mitragliatrici | 2 Breda-SAFAT da 12,7mm altre 2 da 7,7mm alari negli ultimi 400 esemplari |
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Bombe | 8 spezzoni o 2 bombe da: 50/100/160 kg. | |
Altro | ||
Lista di aerei militari |
Il Macchi M.C.200 "Saetta" è un caccia della Regia Aeronautica che ha avuto il suo impiego operativo su quasi tutti i fronti della guerra, dal Mar Mediterraneo, all'Africa, ai Balcani, alla Russia.
Indice |
[modifica] Evoluzione e tecnica
Progettato dall'ingegner Mario Castoldi (viene talvolta nominato "Macchi-Castoldi", da cui la sigla M.C.), il prototipo ha volato per la prima volta il 24 dicembre del 1937, pilotato dal collaudatore Giuseppe Burei.
Dopo l'esperienza in Spagna con i Fiat C.R.32, la richiesta dei piloti di mezzi più veloci e moderni viene presto recepita dai vertici della Regia Aeronautica. Nascono così, quasi contemporaneamente, il Fiat G.50 e il Macchi C.200, considerato per molti aspetti superiore al primo.
Il C.200 è un monoplano ad ala bassa, tipo di velivolo del quale l'ing. Castoldi ha già una decennale esperienza con i suoi notevoli idrovolanti corsa, come il Macchi M.39, vincitore nella prestigiosa coppa Schneider del 1926 e, nel 1931, con il velocissimo M.C.72, il primo a portare ufficialmente la sigla M.C..
Ma se nelle competizioni la velocità è tutto, per un caccia anche la manovrabilità è fondamentale e il "200", per quanto riuscito, nasce con un difetto di autorotazione. Grazie alla caparbietà del collaudatore Adriano Mantelli, il quale capisce che il problema sta nell'ala a profilo costante, il problema viene risolto nel 1940 adottando l'ala a profilo variabile, come già sul Reggiane Re.2000.
Ora l'apparecchio ispira fiducia ai piloti, ha un buon comportamento generale nella qualità del volo e in acrobazia, anche se nelle virate molto strette a destra tende ancora a rovesciarsi, ed è praticamente esente da vibrazioni.
La struttura è interamente metallica, ad eccezione del rivestimento in tela degli alettoni, il carrello è retrattile a scomparsa. Le due mitragliatrici sono montate sopra la capottatura del motore, sincronizzate, sparano attraverso l'elica tripale e dispongono di 370 colpi per arma. Nelle ultime versioni furono aggiunte due mitragliatrici da 7,7 mm nelle ali. Nella versione cacciabombardiere (M.C.200CB) sono presenti sotto le ali gli agganci ausiliari per due bombe da 160 kg o per due serbatoi ausiliari da 150 litri ognuno.
La capottatura bugnata del motore riduce sensibilmente l'ingombro frontale, a differenza del Fiat G.50 che ha la stessa motorizzazione. La posizione del pilota è alquanto sopraelevata e consente un'ottima visibiltà; nelle prime serie viene adottata la capottatura chiudibile che però presenta il problema dell'impossibilità di apertura oltre una certa velocità a causa della pressurizzazione, inoltre ci sono minori problemi per la opacizzazione del materiale trasparente della parte posteriore, per cui nelle successive serie si opta per la capottatura semiaperta.
[modifica] Impiego operativo
I primi M.C.200 vengono consegnati alla Regia Aeronautica nel 1939; al 10 giugno 1940 sono immediatamente operativi 144 velivoli. A settembre dello stesso anno volano sui cieli di Malta per scortare i bombardieri S.M.79, ma alcuni esemplari in carico al 1° Stormo Caccia, appartenenti alla prima serie di produzione, vengono ritirati dalla prima linea per i problemi dovuti al difetto del profilo alare. Corretto questo inconveniente, il Macchi M.C.200 dimostrerà sul campo di essere una macchina affidabile. Molto maneggevole, aveva una velocità ancora sufficiente per competere con l'Hawker Hurricane, rispetto al quale era superiore nel combattimento manovrato, ma che a sua volta lo superava nella potenza di fuoco.
Nel corso dell'intero conflitto mondiale verranno costruiti 1.153 esemplari di M.C.200, prodotti dalla Macchi, Breda e Società Aeronautica Italiana Ambrosini.
[modifica] Collegamenti esterni
[modifica] Voci correlate
Produzione italiana di aerei dal 1935 al 1945
[modifica] Sviluppi
[modifica] Aerei comparabili
- Bloch MB.150
- Curtiss P-36
- Fiat G.50
- Grumman F4F Wildcat
- Nakajima Ki-27
- Polikarpov I-180
- Seversky P-35
[modifica] Altri progetti
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