Lucio Calpurnio Pisone (console 15 a.C.)
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Lucio Calpurnio Pisone detto il Pontefice (dal latino: Lucius Calpurnius Piso Pontifex; (48 a.C. – 32 d.C.) è stato un politico e generale dell'Impero romano. Era figlio di Lucio Calpurnio Pisone Cesonino (console nel 58 a.C.), della famiglia plebea dei Pisoni, appartenente alla gens Calpurnia.
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[modifica] Biografia
Ottimo statista, cominciò la sua carriera di magistrato, come questore nel 23 a.C.. Negli anni successivi fu proquestore di Augusto in Sicilia ed Asia, per diventare pretore nel 18 a.C.. Due anni più tardi, nel 16 a.C., si trovava a Milano, in qualità di proconsole della Gallia traspadana (Svetonio, De rethorica, 6).
Segnalatosi come uno dei più i più validi collaboratori dell’imperatore, potrebbe essersi recato da lui a Lugdunum (l'attuale Lione), in Gallia, sempre nel 16 a.C., mentre l’anno successivo fu nominato console (15 a.C.).
Nel 13 a.C. fu inviato a governare la provincia di Galazia e Pamphilia, per soggiogare le tribù del Tauro (gli Omonadensi), tra la Cilicia Tracheia e la Pisidia, ma l’anno successivo, un'insurrezione di genti trace, richiese un suo immediato intervento in Tracia. Accompagnato da un paio di legioni, vi rimase per tre anni di guerre ininterrotte (dal 12 al 10 a.C.), al termine delle quali si meritò gli ornamenta triumphalia. Le operazioni in Tracia costituivano il logico completamento, alle più vaste operazioni per la conquista di tutta l’area illirico-balcanica, iniziate da Agrippa nel 13 a.C. e portate a termine da Tiberio tra il 12 ed il 9 a.C..
Potrebbe riferisi proprio a lui il famoso frammento di Tivoli (CIL XIV, 3613 = ILS 918), in cui il personaggio ignotus in questione, combatteva una guerra collegata ad un re (forse quello trace, Remetalce I), sottomettendo una popolazione indigena (forse quella dei Bessi) e ricevendone per questo gli ornamenta triumphalia (10 a.C.); governava l'Asia come Proconsole (tra l'8 e il 5 a.C.); e poi la Siria (tra il 4 e l'1 a.C..
Alcuni anni più tardi ricopriva la carica di proconsole d'Asia, e dal 12 fu nominato praefectus urbi, carica che ricoprì fino alla morte, avvenuta nel 32, e meritandosi alte lodi per la sua moderazione e dedizione al dovere.
[modifica] Bibliografia
[modifica] Fonti primarie
- Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, LIV.
- Publio Cornelio Tacito, Annales VI, 11
- Velleio Patercolo, Storia di Roma, II, 98, 1 ss..
- Lucio Anneo Seneca, Epistulae 83.14
[modifica] Fonti secondarie
- Syme, R., L’aristocrazia Augustea, Milano 1993.
- Bowder, Diana, Dizionario dei personaggi dell'antica Roma, Roma 1990.
Precedessore Lucio Domizio Enobarbo, Publio Cornelio Scipione |
Console romano 15 a.C. con Marco Livio Druso Libone |
Successore Marco Licinio Crasso Frugi, Gneo Cornelio Lentulo |