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Jacques Chirac - Wikipedia

Jacques Chirac

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Bandiera francese
Stemma della Repubblica francese
Presidente della
Repubblica Francese
Jacques Chirac
Luogo di nascita Parigi
Data di nascita 29 novembre 1932
Luogo di morte in vita
Data di morte in vita
Partito politico Raggruppamento per la Repubblica, Unione per un Movimento Popolare (dal 2002)
Mandato Presidenziale 1995 - 2007
Predecessore François Mitterrand
Successore Nicolas Sarkozy

Jacques Chirac (Parigi29 novembre 1932) è un politico francese. Nel 1995 e nel 2002 è stato eletto presidente della Repubblica Francese, mandato che, dopo la riduzione a cinque anni, è terminato il 16 maggio 2007.

Indice

[modifica] Esordio in politica

Formatosi alla prestigiosa Ecole Nationale d'Administration (ENA), entra a far parte della Corte dei conti. Dopo aver simpatizzato in gioventù per il Parti Communiste Français (PCF), aderisce al gollismo. Eletto deputato all'Assemblée Nationale nel 1967 e in seguito costantemente rieletto, dal 1968 al 1971 è segretario di Stato (Lavoro, Economia e Finanze) e dal 1971 al 1974 ministro (Rapporti con il parlamento, Agricoltura, Interno). Fedelissimo di Georges Pompidou, dopo la sua morte nel 1974 continuerà ad avvalersi di Marie-France Garaud e Pierre Juillet, due membri influenti dell'entourage dello scomparso presidente della Repubblica e accaniti avversari del gollismo riformista dell'ex primo ministro Jacques Chaban-Delmas.

[modifica] Primo ministro di Giscard

Alle elezioni presidenziali del 1974 volta le spalle al candidato ufficiale del movimento gollista Jacques Chaban-Delmas, e si schiera apertamente con quello liberale Valéry Giscard d'Estaing. Una volta eletto battendo François Mitterrand al secondo turno, Giscard si sdebita nominando Chirac Primo ministro.

[modifica] Fondatore del RPR

Dimessosi da Primo ministro nell'agosto 1976 per dissensi con il capo dello Stato, scatena una guerra senza quartiere contro Giscard e il Primo ministro Raymond Barre e rifonda il partito gollista emarginando i capi storici del movimento e costituendo il Raggruppamento per la Repubblica (RPR), di cui sarà presidente fino al 1994.

[modifica] Sindaco di Parigi

Nel 1977, essendo stata ripristinata dopo un secolo di amministrazione prefettizia la carica di sindaco di Parigi, Chirac decide di presentarsi contro il candidato di Giscard Michel d'Ornano, ed è eletto. Sarà rieletto sindaco di Parigi nel 1983 e 1989, rimanendo in carica fino al 1995. Visti i poteri e i mezzi economici sterminati di cui gode il primo cittadino della capitale, funzione ulteriormente rafforzata dalle leggi Defferre del 1982 e 1983 sul decentramento amministrativo, Jacques Chirac potrà disporre di una potente macchina da guerra che gli sarà utilissima nella sua lenta ma fortunata scalata all'Eliseo.

[modifica] Candidato alle presidenziali del 1981

Nel 1978, poco prima delle elezioni europee, lancia un appello (il cosiddetto "appello di Cochin" dal nome dell'ospedale in cui è ricoverato per i postumi di un incidente stradale). Si tratta di un virulento attacco alle istituzioni europee, che oltre a suonare come una provocazione ai danni di Giscard rappresenta una notevole involuzione in senso conservatore e nazionalista della sua linea politica. Gli ispiratori sono Juillet e la Garaud, che tramano nell'ombra ai danni del presidente della Repubblica. Ma la presa di posizione, troppo radicale, ha solo l'effetto di disorientare gli elettori e di creare malcontento nel partito neo-gollista. Agli inizi degli anni Ottanta decide di disfarsi della coppia Garaud-Juillet, e la sua linea politica inizia a prendere una piega meno conservatrice e nazionalista. Prosegue tuttavia la sua lotta senza quartiere contro Giscard, tanto da incontrarsi segretamente con François Mitterrand per concordare una strategia comune ai danni del presidente uscente. Si candida quindi alle presidenziali del 1981, arrivando terzo con il 17,9 dei voti. La sua dichiarazione di voto a favore della candidatura di Giscard alla vigilia del secondo turno è di una tale freddezza, da indurre nell'entourage del presidente della Repubblica uscente la certezza che Chirac si sta adoperando sottobanco per far eleggere il socialista François Mitterrand.

[modifica] Primo ministro di Mitterrand

Eletto Mitterrand presidente della Repubblica, dal 1981 Chirac diventa il capofila naturale dell'opposizione di centrodestra, che alle elezioni legislative del 1986 riconquisterà la maggioranza all'Assemblée Nationale. È così di nuovo primo ministro dal 1986 al 1988, in un governo di coabitazione con il presidente della Repubblica François Mitterrand (socialista). I rapporti fra i due saranno spesso sull'orlo della rottura, e alle elezioni presidenziali del 1988 Chirac si presenta candidato contro Mitterrand. Stavolta riesce a entrare nel ballottaggio, ma al secondo turno ha il 46% ed è quindi battuto dal presidente della Repubblica uscente. Mentre nel 1992, è accusato di aver fatto pressioni per ottenere lo spegnimento di La Cinq, quando questa cercava di salvarsi dal fallimento.

[modifica] Candidato alle presidenziali del 1995

Torna a essere la guida dell'opposizione di centrodestra, che alle elezioni del 1993 esce vittoriosa aggiudicandosi l'80% dei seggi dell'Assemblée Nationale. Lascia che a guidare un governo di coalizione sia il collega di partito Edouard Balladur, e alle presidenziali del 1995 è candidato per la terza volta. Ma deve vedersela con un avversario del suo partito: lo stesso Balladur, che voltando le spalle a Chirac e volendo monetizzare la popolarità conquistata in due anni di governo annuncia la sua candidatura. Il primo ministro non riesce a entrare nel ballottaggio, e sconta la decisione di presentarsi con l'emarginazione politica per sé e (anche se di breve durata) per i suoi sostenitori all'interno del RPR, fra cui Nicolas Sarkozy. Al secondo turno, con il 52,6% Chirac batte il candidato socialista Lionel Jospin ed è eletto presidente della Repubblica.

[modifica] La "coabitazione" con Lionel Jospin e gli "affaires"

Bill Clinton e Jacques Chirac, 17 giugno 1999
Bill Clinton e Jacques Chirac, 17 giugno 1999

Nella primavera 1997, fiutando il malcontento dell'elettorato francese dopo un periodo sindacalmente "caldo", decide di sciogliere l'Assemblée Nationale con un anno di anticipo. Ma l'espediente non gli servirà a molto, perché ad affermarsi è una coalizione di partiti di sinistra. E così è costretto a piegarsi a sua volta alle regole della coabitazione, nominando primo ministro il segretario del Parti Socialiste (PS) Lionel Jospin, che resta ininterrottamente in carica fino al 2002. La convivenza sarà a volte burrascosa, ma non ci saranno mai punti di non ritorno. Tra i tanti bocconi amari, Jospin riesce a imporre a Chirac la riduzione, tramite referendum, da sette a cinque anni della durata del mandato presidenziale, una proposta caldeggiata da tempo da Valéry Giscard d'Estaing (e anche da non pochi esponenti del centrodestra che ormai incominciano a considerare Chirac un uomo del passato). Durante la coabitazione, la giustizia incomincia a indagare sui finanziamenti occulti del RPR e sulle false assunzioni del Comune di Parigi nel periodo in cui Chirac era sindaco. Molti dei suoi uomini di fiducia - fra cui l'ex primo ministro Alain Juppé - subiscono delle condanne. Il Consiglio costituzionale nel 1999 e la Cassazione a sezioni unite nel 2000 attribuiscono a Jacques Chirac un'immunità penale di tipo esteso, ossia comprensiva degli atti compiuti prima dell'elezione a presidente della Repubblica. Di conseguenza, fino alla scadenza del suo mandato, egli non può essere oggetto di una procedura penale (e quindi nemmeno essere sentito in qualità di testimone). Tale immunità è scaduta il 16 giugno 2007, ossia un mese dalla cessazione in carica.


A colloquio con Bush durante le sessioni del G8 il 21 luglio 2001
A colloquio con Bush durante le sessioni del G8 il 21 luglio 2001

[modifica] Candidato alle presidenziali del 2002

Jacques Chirac, George W. Bush, Tony Blair e Silvio Berlusconi durante il vertice del G8 del 2003
Jacques Chirac, George W. Bush, Tony Blair e Silvio Berlusconi durante il vertice del G8 del 2003

Candidato alle elezioni presidenziali dell'aprile/maggio 2002, Chirac entra nel ballottaggio, ma contro tutte le previsioni non si trova come avversario il candidato socialista Lionel Jospin, che è eliminato al primo turno, ma il candidato dell'estrema destra, il presidente del Front National (FN) Jean-Marie Le Pen. Al secondo turno il presidente della Repubblica uscente non ha difficoltà a battere l'avversario, conquistando addirittura l'82% dei voti. In un "soprassalto repubblicano", sul suo nome finiscono per convergere le preferenze degli elettori di sinistra, invitati a votare Chirac da autorevoli esponenti del Parti Socialiste come il primo segretario François Hollande e l'ex ministro Dominique Strauss-Kahn. E il giornale di sinistra Libération, il giorno delle elezioni, ha in prima pagina il titolo "OUI" con una mano che nell'urna infila la scheda con scritto Chirac. Dimessosi Jospin, Chirac nomina il liberale Jean-Pierre Raffarin primo ministro, e alle successive elezioni legislative il centrodestra conquista la maggioranza dei seggi all'Assemblée Nationale.

[modifica] Gli insuccessi e il ritiro

Incontro con Lula
Incontro con Lula

Il secondo mandato di Chirac è caratterizzato da una serie di passi falsi e d'incidenti di percorso: la scelta dell'oscuro Jean-Pierre Raffarin come primo ministro, l'ascesa inarrestabile dell'inviso Nicolas Sarkozy, la rivolta delle periferie degradate, l'insuccesso elettorale dell'UMP alle elezioni regionali del 2004 (20 regioni su 21 sono in mano ai socialisti, solo l'Alsazia resta al centrodestra), il voto contrario del 54,87% dei francesi al referendum sulla Costituzione europea il 29 maggio 2005, eccetera. I risultati del referendum suonano come una campana a morto per il governo Raffarin e - indirettamente - per lo stesso Chirac. Dopo aver esitato tra Michèle Alliot-Marie e Nicolas Sarkozy, decide di nominare il fedelissimo e mite Dominique de Villepin primo ministro. Ma il nuovo governo riesce solo a eguagliare il precedente in termini di impopolarità. Il 2 settembre 2005, Chirac è colpito da un leggero ictus che lo costringe a una settimana di degenza in ospedale. Nel corso dei primi mesi del 2006, una legge per ridurre la disoccupazione attraverso una nuova formula contrattuale, il CPE (Contrat première embauche), scatena un'autentica rivolta di piazza.

L'11 marzo 2007 Chirac annuncia, in un messaggio alla nazione trasmesso in diretta televisiva, la sua intenzione di non candidarsi per un terzo mandato presidenziale alle elezioni dell 22 aprile 2007. E il 21 marzo, dichiara di sostenere la candidatura di Nicolas Sarkozy. Il 15 maggio, nel suo ultimo discorso da presidente alla tv, ha definitivamente salutato i francesi. Il passaggio delle consegne con il nuovo presidente Nicolas Sarkozy si svolge il 16 maggio, all'insegna del fair play.

In quanto ex presidente della Repubblica, gli spetta l'incarico di membro di diritto del Consiglio costituzionale, funzione di cui - almeno per il momento - non si è voluto avvalere.

Il 19 luglio 2007, ormai privo dall'immunità presidenziale, è interrogato per oltre 4 ore dai magistrati per accertamenti in merito alle assunzioni fittizie commissionate nel periodo in cui era sindaco di Parigi. L'inchiesta è diretta a verificare le ragioni che hanno portato il Comune di Parigi ad assumere dei funzionari del RPR, partito diretto da Chirac fino al 1994.

[modifica] Aneddoti

Nel 2002, all'allora Ministro degli Interni Nicolas Sarkozy, che gli comunicava del fallito attentato omicida durante la tradizionale parata militare del 14 luglio a opera di un fanatico di estrema destra, Maxime Brunerie, Jacques Chirac rispose con un disarmante Ah bon?, in francese Davvero?.[citazione necessaria]

[modifica] Onorificenze

Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone - nastrino per uniforme ordinaria
Grand' Maîtres  della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria


[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

Predecessore: Presidente del Consiglio dell'Unione europea Successore:
François Mitterrand maggio - giugno 1995 Felipe González I
António Guterres luglio - dicembre 2000 Göran Persson II
III
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con
con
François Mitterrand {{{data}}} Felipe González
Predecessore: Primo Ministro della Repubblica Francese Successore:
Pierre Messmer 1974 - 1976 Raymond Barre I
Laurent Fabius 1986 - 1988 Michel Rocard II
III
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con
con
Pierre Messmer {{{data}}} Raymond Barre
Predecessore: Presidente della Repubblica Francese Successore:
François Mitterrand 1995 - 2007 Nicolas Sarkozy I
II
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con
con
François Mitterrand {{{data}}} Nicolas Sarkozy
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