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Ivan Mazeppa - Wikipedia

Ivan Mazeppa

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"Mazeppa" di Théodore Géricault; dipinto basato sul poema di Lord Byron
"Mazeppa" di Théodore Géricault; dipinto basato sul poema di Lord Byron

Ivan Stepanovič Mazeppa (o Mazepa), in russo Иван Степанович Мазепа, (Masepinzi, Podolia, 1645Bender, 22 settembre 1709), fu un atamano cosacco che durante la Grande guerra del nord si schierò a fianco degli svedesi di Carlo XII contro la Russia. Le sue imprese ispirarono poeti e musicisti.


Indice

[modifica] La prima giovinezza

Ivan nacque in una famiglia della piccola nobiltà in una regione ucraina ad occidente del fiume Dniepr, allora appartenente al regno polacco. Nonostante fossero di religione cristiano-ortodossa, i genitori lo mandarono a scuola dai gesuiti, cosicché il giovane Ivan ricevette una educazione di tipo classico. Questo gli fruttò la posizione di paggio alla corte polacca, ove fu preso a ben volere dallo stesso re, Giovanni II Casimiro Vasa. Colto ed intelligente ma irascibile e violento, ebbe presto a scontrarsi con gli altri del suo rango, che lo dileggiavano per il suo credo ortodosso: una reazione troppo violenta ad una provocazione gli valse l’esilio nella residenza estiva della famiglia (1663). Qui fu sorpreso da un notabile del luogo a letto con la propria moglie; fu quindi fatto legare ignudo alla coda di un cavallo che fu frustato e corse via al galoppo. Recuperato piuttosto malconcio, il giovane Ivan si ristabilì ma decise di andarsene e, memore dei suoi ascendenti cosacchi, si recò presso di loro in territorio ucraino russo. Grazie alla sua intelligenza e conoscenza delle lingue (parlava e scriveva il polacco, il tedesco ed il russo e conosceva anche la lingua latina) divenne segretario dell’atamano Ivan Samoilovitsch e dopo aver dimostrato insolite doti di oratore e diplomatico, fu inviato in missione a Costantinopoli. Sulla via della capitale turca, tuttavia, fu catturato dai cosacchi zaporoziani,[1]che lo portarono prigioniero a Mosca. Qui Mazeppa seppe utilizzare molto bene le sue qualità di oratore e diplomatico e convinse persino il primo ministro Artemon Metvedev e poi lo zar Alessio, che gli diede udienza, ad affidargli la difesa degli interessi russi in Ucraina.

[modifica] La carriera nell’impero russo

10 Hryvnia banconota con l'effige di Ivan Mazeppa.
10 Hryvnia banconota con l'effige di Ivan Mazeppa.

Nel 1687 l’atamano Stamoivich fu accusato di non essersi impegnatio nella guerra in Crimea contro i turchi, che si era risolta male per le truppe russe, e la reggente in nome dello zar Sofia, dietro consiglio del principe Vassilij Galitzin, del quale Ivan si era conquistato amicizia e stima, lo fece nominare atamano dei cosacchi ucraini in sostituzione dello Stamoivich. La sua attività militare non fu molto brillante e le campagne condotte dall’amici Galitsyn contro i tartari e contro turchi furono degli insuccessi. Tuttavia Mazeppa seppe muoversi molto bene politicamente e riuscì quindi a guadagnarsi anche la stima del nuovo zar Pietro, con il quale partecipò alla spedizione del 1695 / 1696 contro Azov, nella quale sia lui che i suoi cosacchi dettero prova di buone capacità militari. Lo zar Pietro lo insignì quindi dell’Ordine di Sant’Andrea. Stabilitosi a Baturin, riuscì a mantenere un certo ordine fra i suoi sudditi cosacchi, ribelli e poco propensi all’obbedienza, finché scoppiò la Grande guerra del nord. Egli combatté contro gli svedesi ed i sostenitori di Stanislao Leszczyński nel 1704 e nel 1705 ma dopo la pace di Altranstädt offrì segretamente a Carlo XII di Svezia supporto militare e logistico.

[modifica] Il tradimento e la fine

Nel 1708, con l’avvicinarsi delle truppe svedesi, Mazeppa, che fino ad allora aveva goduto della stima dello zar, si schierò apertamente con Carlo XII e gli andò incontro con un contingente di cavalleria cosacca forte di un paio di migliaia di elementi. Avuta certezza del tradimento, Pietro il Grande lo fece scomunicare dal Metropolita di Mosca[2]ed inviò un esercito al comando del generale Menschikov ad attaccare Baturin: la città fu presa d’assalto dai russi, conquistata, le fortificazioni rese al suolo, le riserve di viveri ed armi distrutte, i cosacchi ed i loro parenti sterminati. L'arrivo di Carlo XII con le sue truppe e con Mazeppa ed i cosacchi che questi si era portati dietro fu una delusione cocente poiché il sostegno logistico e militare che si aspettavano dalla città non era più possibile. Poco dopo Carlo XII e Mazeppa furono sconfitti a Poltava (29 giugno 1709) dalle truppe di Pietro il Grande. Mazeppa, con uno sparuto gruppo di cosacchi e qualche centinaio di soldati svedesi condusse Carlo XII verso sud, attraversando il fiume Dniepr e quindi il Bug, sulla cui riva meridionale giunsero ai primi di settembre. Li attendeva il sultano Ahmed III (1673 – 1736). Poco dopo Mazeppa morì di morte naturale.

[modifica] Ivan Mazeppa nell’arte

La vita di Mazeppa ha ispirato numerosi artisti:

  • Lord Byron (1788 – 1824) gli dedicò un poema epico nel 1819
  • Aleksàndr Sergeevič Puškin (1799 – 1837), gli dedicò il poema Poltava (1828 – 1829)
  • Victor Hugo (1802 – 1885), scrisse su di lui il poema Mazeppa, (1829)
  • Faddey Bulgarin (1789 – 1859) gli dedicò nel 1834 il romanzo Ivan Mazepa
  • Rudolf Gottschall (1823 – 1909) scrisse su di lui nel 1859 la tragedia Mazeppa
  • Juliusz Słowacki (1809 – 1849), gli dedicò il dramma Mazepa (1840)
  • Franz Liszt (1811 – 1886), gli dedicò nel (1851) il poema sinfonico Mazeppa
  • Pëtr Il'ič Čajkovskij (1840 – 1893), musicò il testo di Pushkin scrivendo l'opera Mazeppa (1881–1883)
  • Michael William Balfe (1808 – 1870) gli dedicò la cantata "The Page" (1861)
  • Horace Vernet (1789 – 1863), gli dedicò due dipinti

[modifica] Note

  1. ^ I cosacchi zaporoziani erano un gruppo di tribù cosacche che vivevano sulle isole del delta del Dnepr. Fortemente attaccati alla chiesa ortodossa e ferocemente nemici dei turchi, contro i quali erano in continuo combattimento e cui dettero sempre molto filo da torcere, erano alleati naturali dello zar.
  2. ^ Lo zar era anche il capo supremo della Chiesa Ortodossa russa

[modifica] Bibliografia

  • John Ure, Cosacchi, Piemme, 1999, Casale Monferrato


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