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Ius primae noctis - Wikipedia

Ius primae noctis

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Wassilij Dimitriewitsch Polenow Le droit du Seigneur (1874)
Wassilij Dimitriewitsch Polenow Le droit du Seigneur (1874)

Per Ius primae noctis (dal latino, letteralmente diritto della prima notte) si intende il diritto di un signore feudale di trascorrere, in occasione del matrimonio di un proprio servo della gleba, la prima notte di nozze con la sposa. È talvolta indicato impropriamente con l'espressione francese Droit du seigneur, letteralmente diritto del signore, che faceva riferimento ad una ampia gamma di diritti riconducibili al signore feudatario, inclusa la caccia, le tasse e l'agricoltura.

Sebbene tale diritto sia testimoniato in alcune culture antiche (mesopotamica, tibetana), non vi sono testimonianze di una sua diffusione nell'Europa medievale. In particolare nelle fonti storiche non ne sono rintracciabili direttive né da parte delle autorità laiche (re, imperatori), né da parte di quelle ecclesiastiche. Questo ha portato la maggior parte degli storici contemporanei a ritenere lo Ius primae noctis come un mito moderno relativo all'epoca medievale, sviluppatosi a partire dall'illuminismo.

Indice

[modifica] Storia

Se e quanto lo ius primae noctis fosse effettivamente diffuso, e in quale misura i signori feudali ne facessero uso, è stato argomento molto discusso.

Secondo la visione che si affermò nell'età moderna, il servo della gleba era legato alla proprietà padronale, e per sposarsi aveva bisogno dell'autorizzazione da parte del signore. Per ottenerla era costretto talvolta a una sorta di tributo. La massima espressione di questo stato di subordinazione era di concedere la moglie al proprietario terriero per la prima notte di nozze.

Tale diritto viene occasionalmente citato in documenti medievali „sol der brütgam den meier bi sinem wip ligen laßen die erste nacht oder er si lösen mit 5 sh. 4 pf.“ (lo sposo deve lasciare che il signore giaccia la prima notte di nozze con la sua sposa, o affrancarla con 5 scellini e 4 pfennig). Secondo le tradizioni popolari tuttavia il servo aveva la possibilità di reclamare la propria sposa per sé pagando una certa somma. [1]

In Italia esistono numerosi paesi in cui, secondo la leggenda, nel medioevo era in vigore lo ius. Tra questi vi sono Roccascalegna, Onzo e Montalto Ligure, il piccolo borgo della Valle Argentina, nell'Imperiese, che la leggenda vuole sia stato il rifugio di due giovani sposi in fuga dallo ius che il conte Oberto di Ventimiglia pretendeva di esercitare in tutta la zona. Raggiunti da molti amici, costituirono il primo vero nucleo abitato di Montalto (dal latino Mons Autus) .

In ogni caso non si può parlare dello ius primae noctis come di un fenomeno generalizzato del diritto medievale. Oltre alla assenza di riferimenti legislativi ufficiali civili o eccesiastici va notato come nel medioevo vi furono numerose rivolte dei contadini in occasione delle quali venivano redatte in forma scritta richieste e lamentele dei rivoltosi (vedi, per esempio i dodici articoli della guerra dei contadini del 1525). In questi testi non si trovano mai accenni allo ius primae noctis, né a soprusi sessuali d'altro genere.

[modifica] Aspetti giuridici e possibili spiegazioni

Anche se la maggior parte degli storici contemporanei concordano nel sostenere che non esiste alcuna prova autentica dell'effettivo esercizio di questa usanza nel Medioevo, persiste comunque un profondo disaccordo riguardo l'origine, il significato e lo sviluppo della diffusa credenza popolare e dell'effettivo significato simbolico legato a questo diritto. Esso viene segnalato a partire dal XIII secolo. La ricerca storica, però, sottolinea la finzione che spesso caratterizza le opere giuridico-letterarie dell'epoca, per cui la convinzione che esistesse una pratica generalizzata di questo "diritto" altro non è che un mito moderno, che rivela molto sull'immagine del medioevo nei secoli successivi e pochissimo sulla realtà del medioevo. Per esempio, esso venne impiegato in maniera strumentale dagli illuministi nella loro polemica contro i privilegi della nobiltà.

Si ritiene che l'origine di questa credenza risalga al XVI secolo. Il filosofo scozzese Hector Boece riporta il decreto del re scozzese Evenio III secondo cui "il signore delle terre può disporre della verginità di tutte le ragazze che vi abitano"; la leggenda vuole che Santa Margherita fece rimpiazzare lo ius primae noctis con una tassa di matrimonio chiamata merchet. Tuttavia Evenio III non è mai esistito e tutto il racconto di Boezio attinge largamente dal mito. Nella letteratura del XIII e XIV secolo e nei codici di legge fondati sul diritto consuetudinario lo ius primae noctis è strettamente correlato alle specifiche tasse di matrimonio degli ex servi.

Secondo alcuni antropologi lo ius primae noctis può essere considerato la degenerazione di un rituale arcaico. La verginità era collegata a un tabù molto forte, che poteva essere rimosso solamente da un re/sciamano/personaggio potente. Ogni altro uomo ne sarebbe rimasto danneggiato.

[modifica] Analogie tra la tradizione dell'Europa medievale e le tradizioni delle altre culture

Alcuni filosofi scolastici hanno sostenuto che lo ius primae noctis sia effettivamente esistito nella tradizione dell'Europa medievale e che potrebbe essere stato simile ai riti di deflorazione dell'antica Mesopotamia o quelli tibetani del XIII secolo.[2] Nella letteratura mesopotamica, il diritto della prima notte, ossia il privilegio del signore di deflorare la sposa di un altro uomo, è un topos assai antico, risalente perlomeno al poema epico Gilgamesh (2000 a.C. circa). Anche se le descrizioni letterarie dell'antica Mesopotamia e le leggende dello ius primae noctis nell'Europa medievale mettono in evidenza tradizioni culturali molto diverse, si ricongiungono nel fatto che, in entrambi i casi, sono coinvolti personaggi di elevato rango sociale.

Erodoto scrive che nel V secolo a.C. le vergini di Babilonia erano obbligate a prostituirsi nel tempio di Ishtar, consentendo a uno straniero di deflorarle prima che ottenessero il permesso di sposarsi.[3]

Marco Polo, ne Il milione, osservava che nel Tibet del XIII secolo "La gente di queste parti non è avvezza a sposare le ragazze fino a quando queste sono ancora vergini, ma al contrario desiderano che abbiano avuto affari con molti di sesso opposto".[2] Gli scolastici hanno sottolineato l'analogia tra lo ius europeo, l'usanza mesopotamica e quella tibetana, evidenziando però che i tre esempi non rappresentano le istanze di un tiranno che impone la sua volontà ai soggetti femminili, bensì un "rituale di deflorazione", nel quale '"la comunità radunava attorno all'opera di supporto l'individuo", nella fattispecie il defloratore.[2]

[modifica] Lo Ius primae noctis nella letteratura e nell'arte

Alcune tra le più significative opere letterarie, musicali e cinematografiche in cui compare lo ius primae noctis:

  • Voyages historiques de l'Europe (Volume IV: pagine 140–141), di Claude Jordan, pubblicato nel 1694; la descrizione è simile a quella di Boezio, ma attribuisce la svolta a Malcom I di Scozia nel X secolo.
  • Lorenzaccio (1834), di Alfred de Musset
  • Voltaire scrisse nel 1762 la commedia in cinque atti Le droit du seigneur or L'écueil du sage (ISBN 2-911825-04-7), ma fu rappresentata per la prima volta solo nel 1779, dopo la sua morte.
  • Le nozze di Figaro (1778) di Beaumarchais, che ha ispirato l'opera di Mozart Le nozze di Figaro.
  • Donna, chiesa e stato (1893) di Matilda Joslyn Gage. Capitolo IV: Marquette
  • Il signore della guerra, film con Charlton Heston
  • Braveheart, film diretto da Mel Gibson
  • La serie di romanzi Aubrey–Maturin di Patrick O'Brian, specialmente L'ammiraglio giallo
  • Il capitolo VII della prima parte di 1984 (romanzo) di George Orwell:
There was also something called the jus primae noctis which would probably not be mentioned in a textbook for children. It was the law by which every capitalist had the right to sleep with any woman working in one of his factories.
"Vi era anche una cosa che veniva chiamata "ius primae noctis", probabilmente non da menzionarsi in un libro per bambini. Era la legge secondo la quale ogni capitalista aveva il diritto di andare a letto con ogni donna che lavorava nelle sue fabbriche"
  • La storia dell'antico eroe irlandese Cúchulainn
  • Wyrd Sisters di Terry Pratchett
  • A Connecticut Yankee in King Arthur's Court di Mark Twain
  • Hilary Evans, Harlots, whores & hookers: a history of prostitution, Taplinger, 1979
  • Il romanzo La Cattedrale del mare di Ildefonso Falcones si apre col racconto di un brutale ius primae noctis esercitato da un signore feudale
  • Nel 1972 Neri Parenti ha girato un film con l'assistenza alla regia di Pasquale Festa Campanile sullo Ius primæ noctis.

[modifica] Note

  1. ^ Joachim Fernau: Und sie schämeten sich nicht, ISBN 978-3548209838, pag. 125
  2. ^ a b c Evans Op. cit. p. 30
  3. ^ Erodoto I.199

[modifica] Voci correlate

[modifica] Bibliografia

  • Boureau, Alain. The Lord's First Night: The Myth of the Droit de Cuissage, translated by Lydia G. Cochrane, University of Chicago Press, 1998. ISBN 0-226-06742-4.
  • Wettlaufer, Jörg. "The jus primae noctis as a male power display: A review of historic sources with evolutionary interpretation", in Evolution and Human Behavior Vol. 21: No. 2: pages 111–123. Elsevier, 2000.
  • Evans, Hilary. Harlots, whores & hookers : a history of prostitution. Taplinger Pub. Co., 1979
  • Boureau, Alain: Das Recht der Ersten Nacht. Zur Geschichte einer Fiktion. Düsseldorf: Patmos, 2000, ISBN 3-538-07043-1 oder ISBN 3-491-96002-9
  • Wettlaufer, Jörg: Das Herrenrecht der ersten Nacht. Hochzeit, Herrschaft und Heiratzins im Mittelalter und in der frühen Neuzeit. Francoforte-New York: Campus, 1998, ISBN 3-593-36308-9


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