Hillel ben Samuel da Verona
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Hillel ben Samuel da Verona (1220 – Forlì, 1295) è stato un rabbino, filosofo e medico italiano.
Prende parte attivamente alla polemica per l'accettazione o meno dell'opera di Mosè Maimonide, da molti accusato di eccessivo razionalismo, sostenendo a chiare lettere le posizioni del grande maestro, anche con l'opera Tagmulé ha-Nefesh (ricompense dell'anima), che scrive a Forlì, nel 1291. Sempre da Forlì scrive la famosa lettera aperta a Maestro Isaac Gaio, medico papale, chiededo di non aderire al movimento favorevole alla condanna di Maimonide.
Hillel probabilmente non è nato a Verona, anche se la sua famiglia sembra provenirne, ma è comunque rappresentante di una cultura ghibellina, filoimperiale, come quella della città scaligera. Lo dimostra anche il fatto che decide di trascorrere gli ultimi anni della sua vita in quella roccaforte del ghibellinismo italiano che è la Forlì degli Ordelaffi e del consigliere imperiale Guido Bonatti.
Hillel studia il Talmud a Barcellona con Yonà Gerondi da Barcellona e la medicina a Montpellier.
Secondo la maggior parte degli storici, Hillel, a Capua, esercita una forte influenza sul celebre mistico Abramo Abulafia. È, invece, più controverso se le sue opere ed il suo pensiero abbiano potuto influenzare Dante Alighieri, a causa di alcuni parallelismi che sono stati riscontrati tra la Divina Commedia e gli autori ebrei.
Hillel in effetti opera, dopo Capua, a Napoli, a Roma, a Ferrara, e soprattutto a Forlì, città dove anche Dante vive per qualche tempo, pochi anni dopo la sua morte. La circostanza è invocata a favore della possibilità che Dante ne abbia conosciuto le opere.
Negli anni Novanta del Duecento, in pieno periodo forlivese dunque, disputa con Zerahya da Barcellona su quale sia la lingua originaria: per Hillel, è, ovviamente, l'ebraico.