Heinrich Wölfflin
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Heinrich Wölfflin (Winterthur, 21 giugno 1864 – Zurigo, 19 luglio 1945) è stato uno storico dell'arte svizzero.
La sua formazione avvenne prima a Basilea con Jacob Burckhardt, poi a Berlino presso Wilhelm Dilthey. A Monaco svolse il suo dottorato con la dissertazione Prolegomena zu einer Psychologie der Architektur, 1886, tradotta in italiano col titolo Psicologia dell'Architettura, Venezia 1985. Tra il 1886 e il 1887 fu a Roma dove elaborò la tesi per la libera docenza, Rinascimento e Barocco, München 1888, tradotta in italiano nel 1928 e ristampata nel 1988; in questa cerca di ricostruire la trasformazione del linguaggio rinascimentale in quello barocco, sottolineando il residuo classicista che dall'epoca rinascimentale passa a quella barocca.
Nel 1893 succedette a Burckhardt nella cattedra di storia dell’arte di Basilea. Del 1899 è L’arte classica. Dal 1901 al 1912 insegnò a Berlino come successore di Herman Grimm. Del 1905 è Die Kunst Albrecht Dürers, in cui, partendo dall'opera del Dürer, passa all'analisi dei rapporti tra il Nord e Sud europa, affiancandoli con l’analisi delle costanti stilistiche nazionali. Dal 1912 al 1923 insegna a Monaco. Del 1915 è Concetti fondamentali della storia dell'arte, München. Dal 1924 in poi insegna a Zurigo. Del 1931 è Italien und das deutsche Formgefühl. Die Kunst der Renaissance, München.
Con il saggio Concetti fondamentali , di impianto prevalentemente metodologico e volto a ricostruire gli schemi dello sviluppo stilistico, tenta di trovare delle leggi di fondo a una «storia dell’arte senza nomi», dividendo lo sviluppo stilistico in cinque coppie polari:
lineare | pittorico |
rappresentazione in piano | rappresentazione in profondità |
forma chiusa | forma aperta |
molteplicità | unità |
chiarezza assoluta | chiarezza relativa |
Gli schemi sono un tentativo di descrivere la «vita» e la «forza» delle forme, «fonti del piacere e della rappresentazione», quelle forme che «senza certamente sottrarsi al condizionamento esterno, risultano però dotate di autonomia e di capacità condizionante e compenetrano la vita spirituale». Del 1914 è Wie man Skulpturen aufnehmen soll (Probleme der italienischen Renaissance), in «Zeitschrift fuer bildende Kunst», XXVI; del 1921 è Das erklären von Kunstwerken, Leipzig; infine del 1943 è Gedanken zur Kunstgeschichte, Basilea.