Grande Rivolta Araba (1936-1939)
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La Grande Rivolta Araba fu un'insurrezione degli Arabi palestinesi nel corso del Mandato britannico della Palestina che si espresse fra il 1936 e il 1939 in senso ostile agli ebrei. Non deve essere quindi confusa con la Rivolta Araba del 1916-1918, anti-turca.
Indice |
[modifica] Origini
La Rivolta fu mossa essenzialmente dall'ostilità araba nei confronti dell'autorizzazione della Gran Bretagna all'immigrazione ebraica (Dichiarazione Balfour (1917)) e delle vendite di terre da parte dei latifondisti arabi agli immigrati. Infatti la popolazione ebraica in Palestina passò da 80.000 a 360.000 residenti fra il 1918 e il 1936 e gli arabi palestinesi temevano che questo li avrebbe portati a diventare una minoranza nel territorio destinato a diventare uno Stato indipendente alla fine del Mandato.
Gli anni '30 iniziarono in una condizione di elevata tensione dovuta agli strascichi dei moti dell'aprile 1920 e maggio 1921 e soprattutto dei moti dell'agosto 1929, durante i quali era stata massacrata ed espulsa la secolare comunità ebraica di Hebron. Inoltre, gli arabi soffrivano l'incremento della disoccupazione tra la loro popolazione, dovuto principalmente alle politiche di assegnazione di numerose terre fertili ai coloni ebrei (le quali da quel momento erano fuori da ogni controllo o utilizzo futuro da parte della popolazione araba locale) e ai regolamenti voluti dai movimenti sionisti che vietavano ai non-ebrei di lavorare su queste terre. Nel 1930 la commissione Hope Simpson, rilevò ufficialmente questi problemi e i rischi per la stabilità della regione sottoposta al Mandato britannico nel caso di un loro aggravarsi, sostenendo anche che, dati i sistemi di coltura dei coloni e tradizionali della popolazione araba, non vi erano più terre fertili disponibili da assegnare ai nuovi coloni.
Inoltre, nel novembre 1935 gli inglesi avevano ucciso in uno scontro a fuoco vicino a Jenin l'islamista Izz ad-Din al-Qassam, attivo a Hebron nel 1929 e fondatore della milizia terroristica Mano Nera nel 1930.
[modifica] Rivolta
Il 19 aprile 1936 scoppiò la rivolta. Una settimana dopo, il Mufti di Gerusalemme, Hajji Amin al-Husayni, fondò il Supremo Comitato Arabo, di cui fu sempre presidente.
Il Comitato proclamò lo sciopero generale arabo pretendendo la fine dell'immigrazione ebraica in Palestina e il divieto di vendita delle terre agli ebrei.
Circa un mese dopo l'avvio dello sciopero generale, il Comitato proclamò il rifiuto generale di pagare le tasse e incitò all'abbattimento delle amministrazioni comunali, chiedendo la fine del Mandato e l'indipendenza nazionale, nonché elezioni immediate che, basandosi sulla prevalenza demografica araba, avrebbero prodotto, a loro parere, un governo arabo democratico.
La ribellione si allargò all'intero Paese. Azioni armate insurrezionali si verificarono sporadicamente nel Paese, diventando sempre più organizzate col trascorrere del tempo. Un obiettivo particolare dei rivoltosi fu il principale oleodotto costruito solo pochi anni prima fra Kirkuk (Iraq) e Haifa: esso fu più volte dinamitato in vari punti. Altri attacchi colpirono le strade ferrate (inclusi convogli ferroviari). Colonie ebraiche, kibbutzim, quartieri urbani e singoli civili ebrei divennero bersagli per i cecchini arabi, per le loro bombe e le altre attività armate e terroristiche.
Solo dopo sei mesi, nell'ottobre del 1936, lo sciopero fu revocato e la violenza diminuì per circa un anno, finché nel 1937 la Commissione Peel deliberò di raccomandare la spartizione della Palestina fra ebrei e arabi, con un cambiamento rispetto alla linea politica fino ad allora seguita dai governi britannici.
Con la ripulsa di questa proposta, la rivolta riprese durante l'autunno del 1937, contrassegnata dall'assassinio dell'Alto Commissario britannico, Andrews, a Nazaret. Nel settembre 1937, dopo un fallito tentativo di arresto, le autorità britanniche rimossero il Mufti dalla presidenza del Consiglio Supremo Islamico e dichiararono illegale il Supremo Comitato Arabo. In ottobre al-Husayni fuggì in Libano e qui, dove rimase per due anni, ricostituì il Comitato sotto la sua guida.
A parte gli scontri nelle aree urbane, nelle campagne la rivolta toccò il numero di 10.000 militanti arabi al suo acme, durante l'estate e l'autunno del 1938. La violenza continuò per tutto il 1938 e infine si esaurì nel marzo 1939.
[modifica] Risposta
I Britannici risposero alla violenza sia rafforzando fortemente il loro dispositivo militare con ulteriori 20.000 unità sia adottando un atteggiamento più severo nei confronti del dissenso arabo. "Detenzione amministrativa" (imprigionamento senza imputazione o processo), coprifuoco e demolizione di abitazioni furono le pratiche cui ricorsero i Britannici in questo periodo. Tuttavia, vi fu anche una risposta politica, con il rapporto della Commissione Peel del 1937 e con la pubblicazione del Libro Bianco del 1939.
La principale organizzazione militare ebraica, l' Haganah, nata in risposta ai moti del 1920 e trasformata in un esercito clandestino centralizzato forte di 14.500 uomini dopo i moti del 1929, appoggiò de facto gli sforzi repressivi britannici. Sebbene gli amministratori britannici non riconoscessero ufficialmente l' Haganah, le forze di sicurezza britanniche cooperarono con essa per formare la Polizia Ebraica degli Insediamenti, le Forze Ausiliarie Ebraiche e gli Squadroni Speciali Notturni, così da risparmiarsi la difesa della popolazione ebraica. Nel 1937 un gruppo minoritario scissionista dell' Haganah, l'organizzazione Irgun Zvai Leumi (chiamata anche per il suo acronimo ebraico Etzel), avviò una politica di rappresaglia e di vendetta, anche contro civili.
La decisione della Francia di attuare una repressione della dirigenza araba a Damasco e in Libano può aver costituito un fattore rilevante per metter fine al conflitto.
La Grande Rivolta Araba proseguì per tre anni. Alla fine, nel marzo del 1939, i caduti arabi assommavano a 5.000, quelli ebraici a 400 e quelli britannici a 200. Più di 120 Arabi furono condannati a morte e circa 40 impiccati. I principali capi arabi furono arrestati o espulsi.
[modifica] Risultati
La Rivolta non conseguì quasi nessuno dei suoi obiettivi politici. Tuttavia, con il Libro Bianco del 1939 la Gran Bretagna concesse che l'immigrazione ebraica sarebbe proseguita solo per altri 5 anni (e per un massimo di 75.000 immigranti), dipendendo da quel momento in poi dal consenso arabo: se non arrestata, l'immigrazione fu fortemente scoraggiata dalle autorità britanniche (de facto anche prima del Libro Bianco). Ciò accadde proprio mentre in Europa il nazismo scatenava la persecuzione e lo sterminio degli ebrei (Shoah) prima in Germania e poi via via in Austria, in Cecoslovacchia e negli altri paesi occupati durante la seconda guerra mondiale.
Un'altra conseguenza degli scontri fu la sconnessione fra le attività economiche ebraiche e arabe in Palestina, che erano state fino a quel tempo più o meno interconnesse. Per esempio, mentre la città ebrea di Tel Aviv era collegata al vicino porto marittimo arabo di Giaffa, le ostilità portarono a sviluppare un porto ebraico per Tel Aviv. Gli storici più avanti sottolinearono l'esplodere della Rivolta come un momento cruciale che portò la popolazione ebraica palestinese a rendersi sempre più indipendente e in grado di auto-sostentarsi.
Durante la Rivolta, le autorità britanniche tentarono di confiscare ogni arma in possesso della popolazione araba. Ciò, e la distruzione della parte più rilevante della leadership politica araba nel corso della Rivolta, minò grandemente gli sforzi militari palestinesi nel corso della guerra arabo-israeliana del 1948, causata dalla dichiarazione d'indipendenza dello Stato d'Israele alla fine del Mandato britannico (14 maggio 1948), come previsto dalla risoluzione 181 dell'assemblea Generale delle Nazioni Unite del 29 novembre 1947.
[modifica] Bibliografia
- Ted Swedenburg, The Role of the Palestinian Peasantry in the Great Revolt (1936-1939), ristampato in Albert H. Hourani, et alii, The Modern Middle East (Londra, I.B. Tauris, 2004), pp. 467-503. ISBN 1-86064-963-7
[modifica] Voci correlate
- Mandato britannico della Palestina
- Commissione Peel
- Commissione Woodhead
- Libro Bianco del 1939
[modifica] Collegamenti esterni
- La Rivolta araba in Palestina all'indirizzo Zionism Israel Information Center
- La Rivolta del 1936-1939 in Palestina Il punto di vista del grande poeta palestinese Ghassan Kanafani, ucciso dai servizi segreti israeliani negli anni '70.