Giulio Corsini
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Giulio Corsini | ||
Dati biografici | ||
Nome | Giulio Corsini | |
Nato | 28 settembre 1933 Bergamo |
|
Nazionalità | Italia | |
Dati agonistici | ||
Disciplina | Calcio | |
Ruolo | ex-calciatore ed ex-allenatore | |
Carriera | ||
Giovanili | ||
Atalanta | ||
Club professionistici | ||
1953-1957 | Atalanta | 130 (2) |
1957-1964 | Roma | 145 (1) |
1964-1968 | Mantova | 76 (0) |
Carriera da allenatore | ||
1968-1970 | Mantova (all. in seconda) | |
1970-1974 | Atalanta | |
1974-1975 | Sampdoria | |
1975-1976 | Lazio | |
1976-1977 | Cesena | |
1977-1978 | Atalanta (giovanili) | |
1978-1979 | Bari | |
1979-1980 | Inattivo | |
1980-1981 | Atalanta | |
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito |
Giulio Corsini (Bergamo, 28 settembre 1933) è un ex allenatore di calcio e calciatore italiano.
Indice |
[modifica] Carriera
[modifica] Calciatore
Terzino sinistro cresciuto nel vivaio dell'Atalanta, si fa notare per la capacità nella fase di costruzione e di spinta, tanto da debuttare in serie A a soli 20 anni, conquistandosi un posto da titolare che manterrà per altre quattro stagioni, tutte nel massimo campionato.
Viene notato ed acquistato dalla Roma, dove diventa pilastro della squadra, disputando ben sette stagioni da protagonista, nelle quali vince anche una Coppa delle Fiere.
Conclude la carriera da calciatore tra le fila del Mantova, dove disputa quattro stagioni, tre delle quali in serie A.
[modifica] Allenatore
Dopo aver concluso la carriera da calciatore con il Mantova, la società virgiliana lo promuove immediatamente al ruolo di allenatore in seconda, fino a quando il presidente dell'Atalanta, Achille Bortolotti, gli offre la possibilità di sedersi sulla panchina della propria squadra nella stagione 1970-71, al fine di portarla in serie A.
I risultati gli danno ragione, ed ottiene la promozione al primo anno, dopo i drammatici spareggi contro Bari e Catanzaro.
L'anno successivo ottiene una tranquilla salvezza, cosa che non gli riesce nel 1972-73, anno in cui l'Atalanta torna in serie B in modo rocambolesco. Confermato per la stagione successiva con il compito di un pronto ritorno nella massima serie, viene invece esonerato dopo sole sette giornate a favore di Heriberto Herrera.
Nel 1974-75 passa quindi alla Sampdoria, che dovrebbe disputare il campioanto di Serie B ma viene ripescata in massima serie. Con una formazione costruita per la serie inferiore ottiene un dignitoso dodicesimo posto che gli vale la chiamata della Lazio, reduce da un quarto posto nell'annata post-scudetto. Dopo 8 giornate e 5 soli punti conquistati che valgono un preoccupante penultimo posto, e complice anche un rapporto difficile con la vecchia guardia, il presidente Lenzini lo esonera sostituendolo con Tommaso Maestrelli ripresosi purtroppo temporaneamente dai noti problemi di salute. Nella stagione 1976-77 passa al Associazione Calcio Cesena, reduce dalla migliore stagione della sua storia con qualificazione alla Coppa Uefa, ma non ha miglior fortuna, venendo anche qui esonerato e coi romagnoli che chiudono la stagione all'ultimo posto
Torna quindi all'Atalanta dove ha la possibilità di allenare le squadre giovanili, fino alla breve esperienza di Bari dove, subentrato a stagione in corso, viene a sua volta esonerato prima del termine del campionato.
Viene richiamato ancora all'Atalanta in sostituzione di Bruno Bolchi, senza riuscire ad evitare il baratro della serie C1. La delusione patita lo porta a concludere la carriera di allenatore.
[modifica] Palmares da calciatore
- Coppa Italia: 1