Giovanni Maria Farina
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Ritratto di Giovanni Maria Farina
Giovanni Maria Farina (Santa Maria Maggiore, 8 dicembre 1685 – Colonia, 25 novembre 1766) è stato un profumiere italiano.
[modifica] Biografia
Già da bambino, Giovanni Maria Farina imparò a muoversi nel mondo dei profumi e più in generale in quello della percezione olfattiva: adorava osservare come la natura si trasformava durante il cambio delle stagioni, odorava senza sosta fiori e frutti, spesso combinando l'azione di più sensi, in particolare l'olfatto, la vista ed il gusto. Allenava così la sua dote naturale più grande, la quale lo accompagnerà per tutta la vita e lo distinguerà dagli altri profumieri dell'epoca: il naso assoluto, un sistema olfattivo in grado di distinguere con facilità essenze apparentemente uguali e di coglierne le caratteristiche più intrinseche. Farina dovette questo impareggiabile dono di natura alla nonna, erede della famiglia Gennari, stirpe di profumieri italiani del XVII secolo.
All'inizio del 1700, dopo una serena infanzia trascorsa nella suo paese d'origine, si recò a Maastricht dove lavorò come commerciante presso uno zio benestante. Suo fratello, Giovanni Battista Farina (1683-1732), aprì nel 1709 un negozio di roba francese, nella via Große Budengasse an der Ecke Unter Goldschmied a Colonia, nel quale si vendevano prodotti di lusso e di cui Giovanni Maria Farina divenne socio.
Disgustato però dal fetore che invadeva le strade di Colonia all'epoca e profondamente legato alla propria terra, Farina decise di creare un profumo che cancellasse gli olezzi provenienti dalle botteghe dei conciatori di cuoio, dai rifiuti ammucchiati ai bordi delle strade, dal sudore delle persone che non si lavavano per paura di venir contagiati dalla sifilide. Così Farina mise insieme gli ingredienti del profumo che poco più avanti lo renderà celebre in tutto il mondo: limoni, arance, bergamotti, lavanda, acqua di rose; ecco come nacque il suo profumo, quella fragranza che gli permise di ritornare col pensiero a Santa Maria Maggiore e che gli rese più sopportabile l'ambiente che lo circondava.
Da una lettera che Farina stesso scrisse al fratello Giovanni Battista nel 1708, veniamo a conoscenza delle sensazioni provate dal padre dell'Acqua di Colonia nell'odorare la sua creazione:
| « Il mio profumo è come un mattino italiano di primavera dopo la pioggia: ricorda le arance, i limoni, i pompelmi, i bergamotti, i cedri, i fiori e le erbe aromatiche della mia terra. Mi rinfresca e stimola sensi e fantasia » | |
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(Giovanni Maria Farina)
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Giovanni Maria Farina è stato un simbolo vivente dell'epoca Rococò: elegante, acculturato, benestante, puntuale, ma soprattutto competente ed impeccabile nei suoi rapporti sia commerciali che epistolari.
Si vestiva seguendo le mode dell'epoca modificando il suo abbigliamento in base alle aspettative del cliente con il quale doveva trattare. Appena entrato nel suo negozio, il cliente veniva fatto accomodare su pregiate poltroncine in stile Rococò e coccolato dalla pronta offerta di deliziosa frutta candita ed ottimo vino italiano.
Giovanni Maria Farina parlava fluentemente 5 lingue, viaggiava senza interruzione per tutta l'Europa su ogni mezzo allora disponibile (in carrozza, in nave, a cavallo e persino a dorso d'asino) e manteneva assai diligentemente una fitta corrispondenza epistolare con personaggi illustri dell'epoca. Scriveva infatti circa 30 lettere al giorno e teneva costantemente e personalmente aggiornati i registri contabili delle vendite ed acquisti. Fra questi vogliamo ricordare in particolare il registro dei debitori cattivi, cioè di coloro che, dopo aver comprato a credito, non avevano più estinto il loro debito ed erano deceduti.
Ma una delle sue caratteristiche più salienti era la sua serietà professionale, unita ovviamente all'infinita passione per il suo lavoro: allenava ogni giorno il suo naso odorando essenze differenti e provenienti da ogni parte del mondo; controllava la qualità delle materie prime speditegli dall'Italia, in particolare dal paesino calabrese Grasse, facendosi descrivere minuziosamente le condizioni atmosferiche presenti al momento della raccolta; distillava una seconda volta le miscele che a suo parere non raggiungevano lo standard qualitativo desiderato ed infine padroneggiava, senza esitazione alcuna, la tecnica della distillazione dell'alcol puro, procedimento pressoché sconosciuto ai suoi concorrenti.
Nel 1714, in onore della sua città d'adozione, Farina decise di battezzare la sua creazione con il nome di Eau de Cologne (Acqua di Colonia). Il nome francese fu dovuto al fatto che al tempo era appunto questa lingua a padroneggiare nei salotti delle caste più benestanti e ad essere usata come idioma veicolare. La città renana deve pertanto a Giovanni Maria Farina il suo prestigio mondiale nel campo della produzione di profumi. Ancora prima che il Duomo ne diventasse il simbolo, infatti, Colonia venne conosciuta grazie al talento innato ed allo spiccato senso per gli affari di Giovanni Maria Farina.
Nel 1723 Farina si trasferì nell'abitazione situata in via Obenmarspforten 23, di fronte alla piazza di Jülich. Così facendo scelse la strada migliore nella Colonia dell'epoca, proprio nel cuore della città.
Nel corso del XVIII secolo Farina si aggiudicò il titolo di fornitore ufficiale di profumi presso le principali case regnanti europee, tra cui soprattutto la regina Vittoria d'Inghilterra. In poco tempo, tutti i sovrani divennero clienti affezionati di Farina, il quale era sempre pronto a garantire l'alta qualità della sua fragranza in prima persona.
Ecco altri esempi di clienti famosi di tutte le epoche: Carlo VI d'Asburgo, Maria Teresa d'Asburgo, Luigi XV di Francia, Federico Guglielmo I di Prussia, Napoleone Bonaparte, Mark Twain, Johann Wolfgang von Goethe, i Savoia, Konrad Adenauer, Indira Gandhi, la principessa Diana e Romy Schneider.
Dopo la sua morte, Giovanni Maria Farina venne sepolto nella tomba di famiglia all'interno della chiesa parrocchiale di San Lorenzo. La famiglia inumò in seguito il feretro prima della demolizione della chiesa, che avvenne nel 1818, e lo trasferì nel nuovo cimitero Melaten, dove si trova ancora oggi.
