Giornale di trincea
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Giornale di trincea è il nome convenzionalmente attribuito ad una pubblicazione periodica - solitamente quindicinale o mensile - destinata alle Forze Armate.
Era particolarmente diffuso negli anni della prima guerra mondiale e veniva recapitate insieme alla corrispondenza, spesso con mezzi di fortuna, ai fanti italiani impegnati nelle trincee dell'altopiano carsico o sugli altri diversi fronti di guerra.[1]
In Italia di questo tipo di rivista ne venne pubblicata, con alterna fortuna, oltre una quindicina.
Le testate avevano nomi carichi di suggestione, talvolta anche ingenui, che richiamavano o la dura vita delle campagne belliche o, in maniera più esplicita, gli ideali che muovevano i popoli impegnati nel primo grande conflitto che avrebbe squassato nel Secolo breve l'ordine politico mondiale e la geografia di buona parte del continente europeo.
Fra i più popolari ed attesi dai soldati erano "La Trincea" - Quotidiana, destinato ai soldati della IV Armata, Resistere, Il Razzo, La Tradotta (le cui firme - e matite - di riferimento erano quelle di Arnaldo Fraccaroli e Antonio Rubino) La Ghirba (che si avvaleva della collaborazione di Ardengo Soffici), e il Sempre Avanti (cui collaborava il poeta Giuseppe Ungaretti).
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[modifica] Future grandi firme
Collaboratori di queste genere di riviste erano alcuni degli stessi soldati impegnati nel conflitto, molti dei quali sarebbero diventati in seguito scrittori e poeti di fama, come ad esempio Massimo Bontempelli, Curzio Malaparte e Piero Jahier. Ad illustrare gli articoli erano chiamati pittori all'epoca non ancora famosi, come Giorgio De Chirico e Mario Sironi.
Lo scopo del giornale di trincea era inizialmente puramente ricreativo, ovvero mirava a portare conforto e a ristorare l'animo del soldato che doveva passare lunghe settimane nel fango delle trincee con articoli di sapore ameno e illustrazioni vivaci ed allegre; rigorosamente da escludere erano scritti che trattassero di azioni belliche o combattimenti.
Solo in un secondo tempo la linea editoriale di molte di queste testate cambiò fino ad assumere un aspetto maggiormente propagandistico con l'esplicito intendimento di avviare una vera e propria guerra psicologica che tendesse ad esaltare le imprese di parte italiana e, nel contempo, gettare nello sconforto le forze nemiche.
Il fenomeno del giornale di trincea (la cui definizione più corretta sarebbe giornale per la trincea) non fu solo italiano, ma ebbe riflessi anche in altre nazioni impegnate su fronti opposti: ad esempio in Francia, dove veniva pubblicato il foglio Le Rire o in Austria dove alle truppe veniva recapitato il giornale Die Muskete.
[modifica] Caporetto e la propaganda
Il fenomeno della moltiplicazione e della diffusione dei giornali di trincea ebbe il suo culmine nell'ottobre 1917, ovvero dopo la disfatta di Caporetto e in coincidenza con l'istituzione di un servizio P, il servizio Propaganda che vedeva all'epoca i suoi albori.
[modifica] Collezionismo
Intorno ai giornali di trincea è cresciuto con il tempo un fiorente collezionismo teso alla raccolta di più esemplari dei fogli pubblicati nel primo scorcio di XX secolo. Molti di quei giornali, con le loro vignette, i loro manifesti, i loro scritti - poetici e/o di costume - ma anche gli slogan sparsi qua e là in una letteratura in odore di futurismo, sono diventati esempio di uno stile e, in molti casi, vere e proprie opere d'arte in virtù del talento di coloro che vi dettero vita.
[modifica] I giornali di trincea
Giornali di trincea pubblicati in Italia durante la prima guerra mondiale | |||||
Testata | Reparti | Articoli e illustrazioni | Note | ||
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Il 13 | XIII Corpo d'Armata | ||||
L'Astico | IX Divisione | Piero Jahier Emilio Cecchi Giuseppe Lombardo Radice |
Il fondatore Piero Jahier usava firmare i suoi articoli con lo pseudonimo di barba Piero, in dialetto genovese Zio Piero. Alla fine della guerra, la rivista cambiò il proprio nome in Il Nuovo Contadino ma ebbe vita breve: chiuse i battenti dopo undici numeri per una crisi finanziaria | ||
La Baionetta | Brigata Emilia | ||||
Bianco Rosso Verde | Rivista italiana quindicinale | ||||
Il Fifaus | XIII Corpo d'Armata | ||||
Il Ghibli | Reparti di stanza in Libia | ||||
Il Montello | Fanti del Medio Piave | Mario Sironi Massimo Bontempelli |
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La Ghirba | V Armata | Ardengo Soffici (direttore) Giorgio De Chirico Carlo Carrà |
La rivista fu in un secondo tempo destinata ai soldati della IX Armata | ||
Il Razzo | VII Armata | ||||
Resistere | Brigata Volturno | ||||
Il Respiratore | 94.mo Reggimento | ||||
San Marco | VIII Corpo d'Armata | trimestrale | |||
Sempre Avanti | II Corpo d'Armata | Giuseppe Ungaretti Curzio Malaparte |
Questo Corpo d'Armata era operativo in Francia | ||
La Tradotta | III Armata comandata da Emanuele Filiberto, Secondo Duca d'Aosta | Renato Simoni (1875-1952, fondatore), scrittore, commediografo e critico Arnaldo Fraccaroli Antonio Rubino |
Tirata in 42.000 copie, ne vennero pubblicati 25 numeri | ||
La Trincea - Quotidiana | IV Armata | ||||
La Voiussa | Contingente di stanza in Albania | ||||
Volontà | |||||
[modifica] Note
- ^ Fonte: Massimo Zamorani, I giornali del fronte, Il Secolo XIX, 28-10-07, pag. 29