Gianduja
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Gianduja (in piemontese Giandoja, IPA [ʤan'dʊja]) è una maschera popolare torinese di origini astigiane. Il suo nome deriva dalla locuzione Gioann dla doja ovvero Giovanni del boccale.
La tradizione vuole inoltre che in provincia di Asti, per la precisione a Callianetto, una frazione di Castell'Alfero, vi sia la casa natale di Gianduja, denominata il ciabòt.
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[modifica] L'origine del personaggio
La maschera venne inventata ad Asti circa 300 anni fa dai burattinai Sales e Bellone. Deve il suo nome ad una precauzione politica: fino al 1802, il suo nome era Gerolamo, ma con l'avvento al potere di Napoleone Bonaparte, per timore che si potessero scorgere allusioni al fratello dell'imperatore, il nome venne mutato. Dato che il personaggio aveva sempre con sé la doja (un boccale di terracotta per bere il vino), il nome venne mutato in Gioann dla doja, poi condensato in Gianduja.
[modifica] Il carattere
Allegro e godereccio, incarna lo stereotipo piemontese del "galantuomo" coraggioso, assennato, incline al bene e fedele alla sua inseparabile compagna Giacometta (che lo affianca ancora oggi nelle feste di paese).
La simpatia, l'astuzia e l'ironia del personaggio lo fecero ben presto divenire famoso in tutto il Piemonte, sino a farlo divenire la più importante maschera della regione.
[modifica] Ispirazioni
Dal suo nome deriva quello della cioccolata di tipo gianduia e del relativo cioccolatino gianduiotto con la quale è confezionato, entrambi specialità torinesi. I cioccolatini venivano distribuiti dalla maschera durante la festa del carnevale; probabilmente per lo stesso motivo il nome Gianduja è stato dato alle grosse caramelle a forma di cialda incartate in caratteristici involucri esagonali.