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Getúlio Vargas - Wikipedia

Getúlio Vargas

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Getúlio Dornelles Vargas

Getúlio Dornelles Vargas (São Borja19 aprile 1882 – Rio de Janeiro24 agosto 1954) è stato un avvocato e politico brasiliano, presidente del Brasile per due periodi, dal 3 novembre 1930 al 29 ottobre 1945 e dal 31 gennaio 1951 al 24 agosto 1954..

Indice

[modifica] La rivoluzione del 1930

Presidente dello Stato del Rio Grande do Sul (1928-1930), Vargas si candidò alle elezioni presidenziali del 1930 per l’Alleanza Nazionale Liberale (ANL), coalizione progressista appoggiata dal Rio Grande do Sul, Minas Gerais e Paraíba, nonché dai militari tenentisti. Sconfitto dal paulista Júlio Prestes, che poteva contare sull'appoggio del presidente uscente Washington Luís Pereira de Sousa, Vargas insorse dopo l’assassinio del suo candidato vicepresidente João Pessoa (26 luglio 1930) e, con l’appoggio dei militari, rovesciò il presidente Pereira de Sousa e affidò provvisoriamente il governo a una Giunta Governativa composta da tre militari (i generali João de Deus Menna Barreto e Augusto Tasso Fragoso, e l'ammiraglio José Isaías de Noronha).

[modifica] Il primo mandato presidenziale

Nominato presidente provvisorio il 3 novembre 1930, Vargas sciolse il Congresso Nazionale e le assemblee statali, sospese la Costituzione del 1891 e sostituì i presidenti statali con interventores federali (scelti specialmente tra le file del Movimento Tenentista). Nel 1932 soffocò la Rivoluzione Paulista, guidata dal vecchio Partito Repubblicano Pauilista e dal Partito Democratico, riuniti nella Frente Única Paulista, ultimo tentativo di riscossa della vecchia oligarchia.

Nel 1933 indisse le elezioni per l’Assemblea Costituente (per la prima volta con voto femminile) che nel 1934 approvò una nuova Costituzione e lo elesse presidente costituzionale per un quadriennio. La Costituzione della II Repubblica prevedeva un sistema federale presidenziale, con un presidente eletto per quattro anni e un Congresso Nazionale bicamerale (Camera dei Deputati, eletta dal popolo ogni quattro anni, e Senato Federale, con due senatori per stato eletti per otto anni), una legislazione laburista e la rappresentanza per classi.

[modifica] Il colpo di Stato del 1937 e la "Costituzione polacca"

La radicalizzazione dello scontro politico portò alla formazione dell’Ação Integralista Brasileira (estrema destra) e dell’Aliança Nacional Libertadora, mentre nel 1935 ci fu una sollevazione militare comunista (Intentona Comunista). Deciso a rimanere al potere, ma ostacolato da queste due formazioni politiche nelle elezioni presidenziali del 1937, il 10 novembre, col pretesto di sventare un golpe comunista, sciolse il Congresso Nazionale, le assemblee statali e tutti i partiti e promulgò una nuova Costituzione autoritaria (detta dai contemporanei "Costituzione polacca", per analogia con quella del "regime dei colonnelli" di Józef Piłsudski), che istituiva l’Estado Nôvo, presidenziale (non era previsto un termine per il mandato presidenziale), centralista (furono nominati interventores in tutti gli Stati e prefetti in tutti i municipi), conservatore e corporativo (sul modello del regime portoghese di António de Oliveira Salazar), in cui il rigore poliziesco (controllo su giustizia, stampa e propaganda) si accompagnava alle riforme sociali (salario minimo, legislazione sul lavoro) e allo sviluppo economico e industriale (con l’intervento dello Stato: istituzione del Conselho Nacional do Petróleo, del Conselho Nacional de Águas e Energia Elétrica, della Companhia Siderúrgica Nacional).

Nel 1938 stroncò un golpe di estrema destra e nel 1942, vincendo le opposizioni dei filonazisti del suo governo, entrò in guerra contro l’Asse. Nel 1945, di fronte al crescere del malcontento popolare, permise la ricostituzione dei partiti politici (compreso quello comunista) e indisse le elezioni, ma il 29 ottobre 1945 fu deposto da un pronunciamento di militari conservatori (il generale Eurico Gaspar Dutra, suo candidato alle elezioni, e il generale Góis Monteiro).

[modifica] Il periodo all'opposizione

Posto a capo del Partito Laburista Brasiliano (Partido Trabalhista Brasileiro, PTB), da lui fondato, Vargas fu eletto senatore federale per il Rio Grande do Sul, ma nel 1948 si dimise per protesta contro le leggi anticomuniste.

[modifica] Il secondo mandato

Rieletto presidente nazionale nel 1950 con l’appoggio del Partito Social Progressista (PSP), Vargas promosse il commercio e l'industria e diede impulso all'istruzione, imprimendo una nuova svolta nazionalista e radicale alla politica brasiliana. Nel 1953 creò la Petrobrás, l’agenzia nazionale per lo sfruttamento del petrolio, e nominò il laburista João Goulart al Ministero del Lavoro (ma dovette poi allontanarlo per le proteste dei conservatori), mentre si costituiva la principale centrale sindacale brasiliana, il Comando Geneale dei Lavoratori (Comando Geral dos Trabalhadores, CGT).

Privo di una solida maggioranza parlamentare, e perciò costretto a continui equilibrismi, attaccato dal giornalista conservatore Carlos Lacerda, Vargas non riuscì a risollevare l'economia brasiliana e la corruzione del suo governo (il 5 agosto 1954 il capo della guardia presidenziale organizzò, pare in piena autonomia, un attentato a danno di Lacerda) provocò infine un pronunciamento militare in seguito al quale egli si uccise (24 agosto 1954). Lasciò un testamento politico, in cui attaccava i gruppi antinazionalisti brasiliani ed esteri, accusandoli di essere la causa del suo insuccesso.

[modifica] Onorificenze

Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria

Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone Ordine al Merito della Repubblica Italiana

— Roma, 11 marzo 1953.[1]


[modifica] Note

  1. ^ Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone Ordine al Merito della Repubblica Italiana S.E. Getulio Dornelles Vargas Presidente della Repubblica degli Stati Uniti del Brasile
Predecessore: Presidente del Brasile Successore:
Augusto Tasso Fragoso 1930 - 1945 José Linhares I
Eurico Gaspar Dutra 1951 - 1954 João Café Filho II
III
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