Gennaro di Borbone-Due Sicilie
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Gennaro di Borbone (1857 – 1867) Principe della Casa delle Due Sicilie e conte di Caltagirone, era l'ultimogenito di Ferdinando II delle Due Sicilie e della sua seconda moglie Maria Teresa Isabella d'Asburgo-Lorena.
Ferdinando si era dimostrato coi figli un padre affettuoso e giocoso. Non era raro vederlo circondato dai bambini che giocavano mentre lui sedeva sulla scrivania intento al suo lavoro. Nè era raro per ambasciatori e politici parlare con il re mentre questi contemporaneamente teneva in braccio qualche figlio.
La madre Maria Teresa, se con gli estranei era scontrosa e arrogante, coi figli era una madre tenerissima e protettiva.
Ciò che caratterizzò l'infanzia di Gennaro fu solo la sfortuna di nascere per ultimo e due anni prima della morte del padre, quando il re era già ammalato e ridotto a spostarsi su una lettiga. Era troppo debole quindi per poter giocare e coccolare il figlioletto.
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[modifica] La fuga da Napoli
Il principe, inoltre, visse poco o nulla di quella vita di corte fastosa e agiata che ad un membro di sangue reale era riservata per nascita fino agli ultimi giorni terreni. Nel 1860 infatti, i Borbone vennero cacciati via da Napoli e dal loro regno dalle truppe garibaldine, privati dei loro beni e diritti, costretti ad una esistenza vagabonda e umiliante per tutta la loro vita e per quella dei loro discendenti.
Fu solo grazie al papa, che gli ospitò nel palazzo del Quirinale a Roma come riconoscenza della loro fedeltà, se i Borbone poterono avere un tetto sotto cui continuare a vivere tutti insieme.
[modifica] Morte
Un'epidemia di colera costrinse la popolazione, o almeno chi poteva, ad abbandonare la capitale. Maria Teresa prese i figli che abitavano ancora con lei e scappò sui colli Albani. Neanche qui però la famiglia reale riuscì a trarsi in salvo: il piccolo Gennaro si ammalò e Maria Teresa, fatti scappare gli altri figli, si rifiutò di abbandonare l'ultimogenito al suo destino. Il bambino morì quasi subito; la regina rimase contagiata e morì anch'essa tra atroci sofferenza, avendo rifiutato le cure di un medico perché da lei considerato "liberale".
[modifica] Voci correlate
[modifica] Bibliografia
- Arrigo Petacco, La regina del sud, Milano, Mondadori, 1992. ISBN 88-04-43391-4