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Franco Freda - Wikipedia

Franco Freda

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Franco Freda, chiamato familiarmente Giorgio Freda[1] (Padova11 febbraio 1941), è un editore italiano. Esponente della destra radicale neofascista italiana, coinvolto e poi assolto nel processo per la strage di piazza Fontana e condannato a 15 anni di reclusione per associazione sovversiva. Ha vissuto a Padova.

Indice

[modifica] Biografia

Appassionatosi alla politica fin dal liceo, ha presieduto il Fuan-Caravella (FUAN: Fronte universitario di azione nazionale) di Padova, l'organismo universitario del Movimento Sociale Italiano, ma da esso considerato autonomo. Laureato in giurisprudenza, nel 1963 abbandona l'MSI per dar vita, con al sodalizio tradizionalista Gruppo di Ar, le Edizioni di Ar, casa editrice militante nella destra radicale sulla scia del pensiero di Julius Evola.

E proprio nel 1963, fortemente influenzato dal pensiero evoliano, scrive per il periodico Tradizione una recensione di Cavalcare la tigre[2].

Secondo Freda la linea dell'apolitia deve essere seguita come modello esistenziale e spirituale, senza per questo, se si è fra i pochi eletti, rinunciare all'attività politica.

[modifica] Manifesto del gruppo di AR

Nello stesso anno Freda scrive il Manifesto del gruppo di Ar, che fissa le coordinate del suo pensiero: «Noi siamo: contro i partiti politici. Dagli attuali partiti politici appaiono solo posizioni politiche al crepuscolo, che possono costituire il supporto per il successo di gruppi oligarchici, non certo inserite nel nostro modo generale d'essere. Noi siamo antidemocratici: sui feticci delle democrazie capitalistiche e bolsceviche ricade la responsabilità del crollo dei valori politici e del trauma morale che ha disintegrato degli individui alienandoli dalla vita organica dello Stato. Noi siamo contro certe esasperazioni del nazionalismo, che riteniamo aver frantumato nelle loro implicazioni storiche il substrato unitario della civiltà d'Occidente. Noi siamo antiborghesi: la borghesia, intesa come stato d'animo e prospettiva economicistica del mondo è la prima responsabile di questo clima dissolvente [...] Noi siamo per uno stile di vita che nessun partito può darci; ma solo un Ordine di idee, una Unità differenziata di istanze, il Cameratismo nella lotta contro un sistema sfaldato. Noi siamo per una Aristocrazia che è radicale rifiuto del modello egualitario. Noi assumiamo una prospettiva gerarchica e organica [...] Noi siamo per le civiltà d'Europa e d'Occidente, con i loro Miti e le loro Tradizioni, aldilà degli egoismi e dei provincialismi sterili in cui si chiude l'odierna mentalità nazionalistica. Noi siamo per una concezione tradizionale dell'esistenza in cui le suggestioni esasperate ed anormali della società e dell'economia cedano il posto ai valori eroici dello spirito intesi come Onore, Gerarchia, Fedeltà».

[modifica] La disintegrazione del sistema

Nel 1969 pubblicò La disintegrazione del sistema (intervento di Freda nella riunione del comitato di reggenza del Fronte Europeo Rivoluzionario, avvenuto a Regensburg il 17.08.1969), vero e proprio "libro-guida" per i nazimaoisti. Si tratta di un manifesto che avrà una grande importanza nell'ambiente neofascista degli anni a venire, costituendo un elemento di rottura con le ideologie ispirate al Ventennio, ai nazionalismi europei ed ordinovisti.

Freda giungerà addirittura a teorizzare un comunismo aristocratico, una via di mezzo tra la repubblica di Platone, il Terzo Reich e la Cina di Mao.

Il sistema del quale Freda predicava e intendeva perseguire la distruzione era il sistema borghese. Si trattava di un progetto talmente ambizioso che l'autore non esitò a divulgarlo in forma di percorribile progetto operativo, ma che all'epoca destò ben pochi consensi e, semmai, rimediò invece qualche sarcasmo. Secondo quel progetto, veniva avanzata, nei confronti di certi settori della sinistra "rivoluzionaria", un'esplicita richiesta di alleanza tattica, al fine di creare un unico fronte comune antiborghese.

Freda, richiamandosi ad una 'aristocrazia ariana' e sostenitore di teorie nazionalsocialiste, sino dagli anni '60 iniziò a contestare da destra la direzione dell'Msi, accusandola di 'tortuosità' e di compromesso con «la democrazia moribonda della Repubblica». Nella sua casa editrice ha pubblicato, insieme ai classici del pensiero antimoderno, da de Gobineau a Spengler, a Nietzsche, a Evola. Definitosi uno 'studioso dell'etnicità', propose i principi di un "razzismo morfologico".

[modifica] L'Esperienza del Fronte Nazionale

Nel 1990 Franco Freda promuove la costituzione del Fronte Nazionale. Oltre che fondatore, sarà anche il Reggente del movimento stesso.

Freda e il suo movimento sottolineeranno l'esigenza di difendere l'omogeneità etnica italiana ed europea, individuando nei crescenti flussi migratori un pericoloso attacco alla stessa. I principi del razzismo morfologico prima citato, tendono ad escludere, sia una visione meramente biologica, che una esclusivamente spirituale e culturale che non tenga conto della prima. Nelle parole dello stesso Freda, in una delle relazioni da Reggente del Fronte Nazionale: Se denominiamo cultura la sintesi delle configurazioni politiche, estetiche, scientifiche, giuridiche, economiche in cui si manifesta un gruppo umano nel tempo, allora ciascuna cultura è simbolo di quel gruppo, espressione del suo radicale sentimento razziale ed etnico .[3]

Sempre nella parole di Freda, razzismo significa non disprezzo della altre razze ma fedeltà alla propria razza, riconoscimento della specifica forma di vita che la segna, rispetto a tutti i nessi, interiori ed esteriori, superiori ed inferiori che la ordinano[4]. Nell'analisi di Giovanni Damiano, sodale del Gruppo di Ar, questa impostazione segnerebbe la nascita una tipologia eminentemente "pagana" di sodalizio politico, proteso al superamento del razzismo suprematista, inteso come superiorità e sopraffazione di una razza rispetto all'altra, per affermare invece il rispetto della propria e delle altrui razze. [5]

[modifica] Vicende giudiziare: Piazza Fontana e Fronte Nazionale

Dal 1971 è coinvolto in diversi processi, tra cui il più famoso è quello per la strage di Piazza Fontana. Freda venne assolto dall’accusa di strage dalla Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro e dalla Corte d’Assise d’Appello di Bari, sentenza confermate, nel 1987, dalla Corte di Cassazione.

Il Fronte Nazionale di Franco Freda, che si muoveva contro la una società multietnica e contro la globalizzazione , è stato sciolto dal Consiglio dei Ministri nel 2000, sulla base della legge Mancino.

I 49 membri del questo movimento, tra i quali Freda, seguendo le tesi della Procura di Verona, con la consulenza dello storico progressista Enzo Santarelli, sono stati processati e condannati (6 anni di carcere a Freda) per "delitto di costituzione di associazione avente lo scopo di incitare alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali" (sentenza della Corte di Cassazione, 7 maggio 1999).


[modifica] Note

  1. ^ Il vero nome, poiché quello ufficiale fu il frutto di un'errore nella dichiarazione di nascita compiuto dalla levatrice
  2. ^ Il nuovo slogan di Evola, Cavalcare la tigre, riprende un vecchio detto cinese, secondo il quale l'unico modo per sconfiggere la tigre è montarle in groppa e domarla, guidando a proprio piacimento gli istinti omicidi del felino. Si tratta ovviamente di una allegoria che identifica la tigre con il mondo borghese che secondo Evola è sempre più dominato dall'economia e del materialismo allontanandosi dalla tradizione
  3. ^ I Lupi Azzurri, Documenti del Fronte Nazionale, pag.47
  4. ^ I Lupi Azzurri, Documenti del Fronte Nazionale, pag.50
  5. ^ I Lupi Azzurri, Documenti del Fronte Nazionale, pag.12

[modifica] Bibliografia

  • AA.VV., Piazza Fontana:una vendetta ideologica, Edizioni di Ar, Padova 2005.
  • Chiara Stellati, Una ideologia dell'Origine. Franco Freda e la controdecadenza, Edizioni di Ar, Padova 2001.
  • Fabrizio Calvi e Frédéric Laurent, Piazza Fontana - La verità su una strage, Mondadori, Milano 1997 (ISBN 8804406984).
  • Franco Ferraresi, Minacce alla democrazia, Feltrinelli, Milano 1995.
  • AA.VV (a cura di F. Ferraresi), La destra radicale, Feltrinelli, Milano 1984.
  • Gianluca Semprini, Mario Caprara, Destra estrema e criminale, Newton Compton, Roma 2007.
  • Franco G. Freda, Monologhi a due voci. Interviste 1974 - 2007, Edizioni di Ar, Padova 2007.
  • Franco G. Freda, La disintegrazione del sistema, Edizioni di Ar, Padova 2000.
  • Franco G. Freda, Platone. Lo Stato secondo giustizia, Edizioni di Ar, Padova 1996.
  • Franco G. Freda, Il Fronte Nazionale, Edizioni di Ar, Padova 1994.
  • Franco G. Freda, I lupi azzurri. Documenti del Fronte Nazionale, Edizioni di Ar, Padova 2000.
  • Franco G. Freda, L'albero e le radici, Edizioni di Ar, Padova 1996.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni

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