Forte Dossobuono
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Forte Dossobuono, chiamato originariamente Werk Erzherzogin Gisela, è stato costruito tra il 1860 ed il 1861 su progetto della Genie Direction austriaca di Verona.
Il forte è intitolato alla arciduchessa Gisella d'Asburgo-Lorena (1856-1933), secondogenita dell'imperatore Francesco Giuseppe, sorella maggiore dell'arciduca Rodolfo.
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[modifica] Struttura
Si tratta di un grande forte a tracciato poligonale con ridotto centrale. Il forte è situato in aperta campagna, a circa 1400 metri davanti al borgo di Santa Lucia. Collocato sulla strada per Mantova, la obbliga ad aggirarlo, verso nord-ovest, e la prendeva d'infilata con le sue artiglierie, anche sul rovescio verso Santa Lucia, dalle postazioni sul paradorso. Nello stesso tempo batteva di fronte e di fianco la ferrovia proveniente da Mantova e quella proveniente da Milano. Il forte incrociava il fuoco d'artiglieria con i forti collaterali Lugagnano e Azzano, esercitando una potente azione di combattimento sulla pianura campestre antistante, fino quasi al piede del crinale morenico di Sona e Sommacampagna. Verso la pianura di Villafranca si opponeva alle operazioni nemiche provenienti dal medio Mincio. Il Forte Dossobuono è quasi del tutto eguale, per tracciato, dimensioni, caratteri architettonici, al Forte Lugagnano.
Al centro del forte si eleva, su due piani e con copertura casamattata, il ridotto a corpo lineare, piegato sul tracciato a lunetta, con raccordi d'angolo arrotondati. Sull'angolo interno del ridotto, nel mezzo, sporge verso il cortile il corpo su pianta trapezia che contiene la scala e i servizi igienici. Sui due piani, nei locali a volta, sono disposti i ricoveri per la numerosa guarnigione e le varie funzioni logistiche, che rendevano l'opera autosufficiente.
Il fronte principale del ridotto è ordinato per la difesa, su ogni piano, con galleria perimetrale a feritoie per fucilieri. Sul fronte secondario, concavo, il cortile è chiuso da un muro rettilineo di sicurezza. Nel mezzo, ai lati del passaggio, altri due muri paralleli si collegano alle casamatte del fronte di gola, delimitando un ulteriore compartimento di sicurezza. Il tutto forma un doppio recinto a feritoie che, assieme alle gallerie per fucilieri del fronte principale, assicurava la difesa progressiva dell'opera. Attorno al ridotto, il grande terrapieno si eleva sull'impianto a lunetta pentagonale, e copre in aderenza anche l'intero fronte di gola. Le postazioni di combattimento per l'artiglieria da fortezza, a cielo aperto, sono protette da numerose traverse, in parte casamattate.
All'esterno, completavano l'opera la scarpa a pendenza naturale, rivestita dal muro aderente solo in corrispondenza delle tre caponiere.
[modifica] Ingresso
L'ingresso del forte è risolto dal progettista con una disposizione complessa, coordinata al doppio recinto di sicurezza interno. Nel terrapieno del fronte di gola rettilineo è inserita un'opera casamattata, alla quale è innestata la caponiera di gola, per artiglieria e fucileria. La strada di accesso si sdoppia davanti alla caponiera arrotondata, verso i due portali laterali, simmetrici, preceduti dal ponte levatoio. Dai portali ad arco si accede al piazzale, sotto il tiro dei fucilieri. Tre pozzi per le riserve d'acqua erano collocati agli angoli del piazzale interno in nicchie casamattate.
[modifica] Architettura
Dall'esterno, verso il fronte principale, si percepisce l'architettura di terra, con masse dai profili ben modellati dalla geometria del defilamento; le opere murarie sono completamente sottratte alla vista. Nel fronte di gola, secondo un modello classico, spiccano i portali monumentali, inseriti nelle severe membrature murarie. Nel nucleo del forte il ridotto assume duplice fisionomia:
- fortificatoria, nel prospetto esterno, convesso, con la serrata sequenza di feritoie su due ordini;
- quasi civile, nel prospetto concavo, sulla corte, con la successione di bifore a sesto ribassato.
Una rarità costruttiva la si incontra nelle poterne principali, coperte da volte di laterizio, a gradoni discendenti; e con il tratto terminale a volta gotica. Ciottoli, listati di laterizio (come nella tradizione costruttiva del medioevo veronese) rivestono i muri di controscarpa; mentre il tufo di Verona riveste ogni altro edificio del forte, conferendogli un aspetto di straordinaria saldezza.
[modifica] Stato di conservazione
Il forte è quasi integralmente conservato. Le coperture terrapienate del ridotto, del paradorso e della caponiera di gola sono state sostitute da tetti a lastre di lamiera ondulata. Sono stati completamente demoliti i muri dei recinti di sicurezza, tra il ridotto e il paradorso. Le opere murarie presentano piccoli ma diffusi distacchi del paramento; un distacco più esteso interessa il paramento della caponiera destra. Nel piazzale interno, accanto al ridotto, l'Esercito Italiano ha costruito due grandi capannoni. In tempi più recenti è stato parzialmente spianato lo spalto esterno, modificandone il profilo e distruggendo particolari disposizioni fortificatorie.
[modifica] Armamento
- 6 cannoni ad anima rigata da 12 cm a retrocarica
- 2 cannoni ad anima rigata da 15 cm a retrocarica
- 24 cannoni di diverso calibro ad anima liscia
Riserve di munizioni: 52.500 kg di polveri
[modifica] Presidio di guerra
- 375 fanti
- 72 artiglieri
Presidio di emergenza: 616 uomini
[modifica] Bibliografia
- AA. VV. Il Quadrilatero: nella storia militare, politica, economica e sociale dell'Italia risorgimentale. Verona, Comune di Verona, 1967.
- G. Barbetta. Le mura e le fortificazioni di Verona. Verona, Vita veronese, 1970.
- G. Beltramini. Le strade di Verona entro la cinta muraria. Verona, 1983.
- A. Sandrini e P. Brugnoli. Architettura a Verona nell'età della Serenissima. Verona, Banca popolare di Verona, 1988.
- A. Sandrini e P. Brugnoli. Architettura a Verona dal periodo napoleonico all'età contemporanea. Verona, Banca popolare di Verona, 1994.
- AA. VV. Verona. La città e le fortificazioni. Roma, 2005.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
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