Ergisto Bezzi
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Ergisto (o Egisto) Bezzi (Cusiano di Ossana, 6 gennaio 1835 – Torino, 3 agosto 1920) è stato un patriota italiano, un personaggio di primo piano del risorgimento italiano, intermediario patriottico fra il Mazzini e Garibaldi, volontario nell'impresa deI Mille e garibaldino.
[modifica] Biografia
Dopo aver frequentato il Liceo nella città di Rovereto si trasferì a Milano ove si impiegò in una azienda commerciale. Alla vigilia della seconda guerra di indipendenza del 1859 dovette fuggire alla polizia austriaca riparando in Piemonte e si arruolò volontario a Torino nelle Guide del Simonetta.
Nel 1860 partecipò alla spedizione dei Mille, ancora tra le fila del corpo delle Guide, e attorno a lui si riunivano tutti i trentini dell’esercito. Fu dei primissimi con Francesco Nullo a penetrare nelle difese di Palermo: primo fu a mettere il piede in Calabria con Alberto Mario.
Conquistò i galloni di ufficiale sul campo: sottotenente a Palermo, luogotenente dopo la presa di Milazzo, capitano dopo Reggio Calabria, aiutante di campo del generale Stefano Türr, del quale però non approvava la facile transigenza politica, ritornò a Milano inflessibile repubblicano rifiutando la croce di cavaliere di Savoia. Il 13 novembre del 1864 tentò l’insurrezione del Trentino, difatti mosse con 150 uomini per la Val Trompia, ma fu arrestato dai carabinieri a Sarnico e rinchiuso nel carcere di Brescia.
Nella terza guerra di indipendenza del 1866, di nuovo arruolato volontario come capitano nelle Guide, partecipò da valoroso a tutti gli scontri di quella campagna: alla battaglia di Ponte Caffaro, Monte Suello e alla battaglia di Bezzecca ove fu ferito alla gamba. Fu il promotore degli indirizzi che i comuni trentini liberati e il clero spedirono a Vittorio Emanuele II e a Garibaldi per essere uniti al Regno d'Italia.
A guerra finita rifiutò un’altra volta la croce di Savoia. Nel 1867, nella battaglia di Mentana, fu ferito ad ambo le cosce. I soldati francesi lo derubarono poi resero il denaro al ferito conducendolo a Roma ove fu poi rilasciato. A causa delle ferite portò le stampelle per tre anni e non poté accorrere nel 1870 in Francia al seguito di Garibaldi. Nel 1890 rifiutò il mandato di Ravenna che lo aveva eletto deputato scomparendo dalla scena politica italiana. Mantenne relazione con i patrioti trentini tra i quali Cesare Battisti e morì a Torino nel 1920.
[modifica] Bibliografia
- E. Battisti, La guerra in alcune lettere di Ergisto Bezzi, Trento, 1933.
- B. Rizzi, Ergisto Bezzi e Cesare Battisti nella corrispondenza di guerra del 1915, in "Trentino", 1937.
- G. Castellini, Eroi Garibaldini, Fratelli Treves Editori, Milano 1931.
- V. Candiani, Lettere inedite del cospiratore Ergisto Bezzi, in "Atesia Augusta", 1942, 4.
- G. Zeni, La guerra delle Sette Settimane. La campagna garibaldina del 1866 sul fronte di Magasa e Val Vestino, Comune e Biblioteca di Magasa, 2006.
- A. Bezzi, La guerra e la vittoria nelle lettere di Ergisto Bezzi, in "Bollettino del Museo trentino del Risorgimento", 1958.
- E. Bezzi. lrredentismo e interventismo nelle lettere agli amici 1903-1920, a cura di T. Grandi e B. Rizzi, Trento, 1963.
- Q. Bezzi, (a cura di), Ergisto Bezzi nel 50° della morte. Scritti di vari autori scelti da Q.B. Trento, Temi 1970 (ed. a cura del Centro Studi per la Valle di Sole).
- Corpo dei Volontari Italiani (Garibaldi), Fatti d’armi di Valsabbia e Tirolo, 1867.