Emilio Mola
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Emilio Mola Vidal (Placetas di Villa Clara, 9 luglio 1887 – Alcocero, 3 giugno 1937) è stato un generale spagnolo. Fu uno dei capi della ribellione che avrebbe dato l'avvio alla guerra civile spagnola e che avrebbe condotto alla dittatura di Francisco Franco.
Indice |
[modifica] Biografia
Mola nasce a Cuba che a quel tempo era una colonia spagnola, dove suo padre, un ufficiale dell'esercito era di servizio. Si iscrive all'accademia di fanteria di Toledo nel 1907. Partecipa quindi alla guerra coloniale in Marocco dove si distinse meritandosi l’importante onorificenza militare spagnola della Medalla Militar Individual, che gli schiuse il successo nella carriera militare. Nel 1927 egli diviene generale di brigata. Capo carismatico, capace e molto amato dai suoi uomini. Messo a capo del dipartimento di sicurezza nel 1930, egli divenne subito inviso alle fazioni politiche liberali e socialiste e quando queste vinsero le elezioni ed andarono al governo, relegarono il sospettato militare nella carica di governatore militare di Pamplona, considerata un’area molto tranquilla. Così però non stavano le cose, la Navarra era da sempre una terra reattiva, sin dallo scoppio della prima guerra carlista.
[modifica] La guerra civile
Nel 1936 Mola si associa al movimento insurrezionale guidato dal generale José Sanjurjo col preciso scopo di cacciare il governo del Fronte Popolare di Madrid. Dotato di grande capacità organizzativa di visione tattica e strategica, Mola diviene in breve il principale referente del tentativo di golpe militare sopravanzando lo stesso Sanjurjo. Con il nome in codice “direttore”, Mola inviò le prime direttive per la sollevazione militare decidendo il 19 luglio 1936 come data di inizio della guerra civile spagnola. Già il giorno successivo il presidente del consiglio spagnolo Manuel Azaña convoca Diego Martinez il Barrio affidandogli l’incarico di convincere Mola a passare dalla parte governativa, offrendogli il posto di ministro della guerra, offerta che Mola sdegnosamente rifiutò.
Fra le altre cose questo fatto provocò alcuni problemi anche alla sua famiglia. A Barcellona infatti venne catturato un suo fratello, anch’egli militare, con la minaccia (poi eseguita) di fucilarlo per convincere Emilio Mola a desistere dall’insurrezione. Per rappresaglia lo stesso Mola diede successivamente il via a numerose esecuzioni sommarie in campo avverso a testimonianza del clima di terrore che si sviluppò soprattutto nei primi mesi della guerra civile. Tuttavia il golpe non riesce in gran parte della Spagna, specialmente fallisce nelle grandi città. In questo inizio di conflitto trova la morte in un incidente aereo il generale Sanjurjo lasciando il comando delle forze nazionaliste allo stesso Mola che divenne comandante dell’armata nazionalista nel nord, e a Francisco Franco che divenne comandante nel sud. In settembre grazie ad una audace manovra offensiva le forze di Mola prendono Irun e chiudono il confine francese, iniziando così l’isolamento delle forze governative. Lo stato maggiore nazionalista riunito in Burgos decide quindi in una riunione segreta di nominare Francisco Franco quale comandante generale il 21 settembre. Mola continuò intanto a dirigere le operazioni militari al Nord tentando, senza successo di prendere la capitale Madrid in ottobre. In un indirizzo alla radio, invitò i simpatizzanti nazionalisti presenti in città a sollevarsi coniando la celebre frase che l’avrebbe poi reso famoso di "quinta colonna" che avrebbe così completato le sue quattro colonne militari.
Mola morì , come il generale Sanjurjo, in un incidente aereo il 3 giugno del 1937, si disse causato dal maltempo. Le morti di Sanjurjo e Mola lasciarono Franco come unico titolare della causa Nazionalista. Questa curiosa serie di eventi portò al sospetto, mai dimostrato, che fu lo stesso Franco l’artefice che aveva contribuito in qualche modo alle morti dei suoi due concorrenti.
[modifica] Fonti
- Molina Franco, Lucas, "Emilio Mola", in Historia de Iberia Vieja.
- Paul Preston "From Rebel to Caudillo: Franco's path to power", History Today, July 1986