Effetti sull'ambiente del traffico aereo
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Negli ultimi trent'anni l'aviazione civile ha subito una crescita esponenziale del traffico e delle persone trasportate, analogo a quello della motorizzazione civile. L'alimentazione degli aeroplani avviene ancora a cherosene, combustibile poco raffinato e quindi meno costoso, ma molto inquinante.
L'impatto ambientale del traffico aereo non è soggetto alle quote-limite imposte dal protocollo di Kyōto che disciplina soltanto l'inquinamento creato sul suolo nazionale, mentre trascura quello via mare ed aereo, che non sono competenza di uno specifico Paese (in un certo senso sono "terra di nessuno").
Tuttavia, l'impatto ambientale è comunque rilevante. Un aereo consuma 80 litri di carburante al minuto. Il limite varia molto con il modello; l'A380 riesce a consumare appena 3 litri per ogni passeggero trasportato per 100 chilometri.
Inoltre le scie di condensazione, scaricata solitamente a 9.000 metri d'altezza, amplificano l'effetto serra, facendo si che le emissioni in quota siano più dannose rispetto al rilascio a terra di un analogo carico inquinante.
Per i prossimi trent'anni almeno si prevede che non esistano alternative al cherosene. Al limite un cherosene derivato dal carbone, che non presenta alcun vantaggio per l'impatto ambientale, oppure il "cherosene sintetico", derivato da metano, leggermente meno inquinante.
Le tecnologie principali dei trasporti aerei (propulsione, studio aerodinamico) sono ferme circa agli anni settanta (come pure per gli aerei militari), da quando l'innovazione nel settore civile si è soffermata su risparmio di carburante, comfort per il passeggero, basso inquinamento e materiali leggeri.
[modifica] Collegamenti esterni
- Traffico aereo e clima, autore: Elmar Uherek (Istituto di chimica Max Planck, Mainz), coautore e revisore: Volker Grewe - Centro Aerospaziale Tedesco