Ebreo orientale
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Con la locuzione ebreo orientale (Ostjuden nell'originale tedesco) si voleva indicare nel mondo ebraico assimilato di cultura tedesca, con senso dispregiativo, l'ebreo dei territori dell'Europa centro-orientale.
Un'irriverente descrizione di tale popolo è stata fatta dal grande Joseph Roth, lui stesso appartenente a questa genìa. Egli ce ne parla
« con amore, invece che con quella "obiettività scientifica" che è anche detta noia, con la speranza che esistano ancora lettori davanti ai quali non sia necessario difendere gli ebrei "orientali". » | |
(Ebrei erranti 1927)
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L'affresco che ci regala Roth è ancora vivo grazie ai numerosi artisti (tra cui il sefardita Moni Ovadia) che si son giovati, nelle loro opere, dell'amorevole disamina, mai sorpassata, del giornalista mitteleuropeo sul "problema dell'ebreo orientale".
La differenza tra ebreo ashkenazita tedesco ed ebreo ashkenazita "orientale" (dal primo, comunque, originato) in Germania poteva sembrare addirittura fondamentale: l'ebreo tedesco era già relativamente ben assimilato, quasi non parlava più il yiddish (a cui capitava di riferirsi con disprezzo col vocabolo di jargon). In Europa orientale invece ancora esistevano i pogrom: se in occidente l'emancipazione dell'ebreo fu un dono del XVIII secolo e del XIX secolo , in Russia l'antisemitismo ufficiale si manifestó con molta violenza negli anni '80 del XIX secolo.
L'ebreo ashkenazita orientale, quindi, non poteva che guardare agli altri popoli con ammirazione: l'esempio dei movimenti nazionali in tutta l'Europa, l'unificazione della Germania, il Risorgimento degli italiani, la lotta per l'emancipazione dei popoli dell'Impero Austro-Ungherese, dei popoli del Balcano, le rivoluzioni dei polacchi. Ma se ogni nazione europea poteva reclamare i propri diritti sulla terra che da secoli occupava, l'ebreo non poteva appellarsi a nessuna propria nazione o terra.
È solo in questo tessuto sociale che poteva nascere il sentimento sionista. Dal mondo dell'Ostjude si sviluppò, dopo esperienze come il caso Dreyfus o la nascita dell'antisemitismo moderno nella Vienna di Karl Lueger, anche in seno agli ashkenazi.
Molti Ostjuden sono poi emigrati in occidente soprattutto in seguito ai pogrom antisemiti della fine dell'800, dopo la Rivoluzione d'Ottobre e dopo la dissoluzione della monarchia austriaca.
[modifica] Dopo l'olocausto
La maggioranza degli askhenaziti nati in Polonia, Russia, Ucraina, gli Ostjuden, da lungo tempo non è più, e la differenza con gli ebrei tedeschi autoctoni non ha più alcun senso: gli ebrei assimilati di Germania e dei loro fratelli "orientali" si sono persi e dispersi a causa dell'olocausto.
Lo Stato d'Israele fu oggetto, negli anni trenta, ti un'importante ondata migratoria di queste due compagini ebraiche.
Attualmente pare che la storia si stia ripetendo: gli ebrei russi (ma così anche gli immigrati russofoni in generale) che si spostano in Germania vengono visti con circospezione anche da quegli stessi Ashkenazi di origine Ostjuden.
[modifica] Voci correlate
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