Drang nach Osten

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Drang nach Osten ("spinta verso l'est") fu un termine usato da intellettuali tedeschi e più tardi dai Nazisti per giustificare l'espansione verso l'Europa orientale. Dopo la seconda guerra mondiale, la propaganda nella Polonia e nell'Unione Sovietica lo utilizzava per rafforzare sentimenti antitedeschi. Alcuni autori utilizzano il termine per la colonizzazione tedesca dell'Europa orientale medioevale (Ostsiedlung).

Il cosiddetto "Drang nach Osten" si riferisce all'ambito della storia tedesca che indica l'espansione verso l'Europa orientale degli stati germanici che portò alla conquista di aree slave e baltiche, dal Medio Evo sino alla fine della seconda guerra mondiale quando i nazisti furono sconfitti dagli Alleati.

Nel XVIII secolo il nazionalismo tedesco indicò nella spinta verso l'est la prova della vitalità delle genti germaniche. L'idea di Drang nach Osten si esaurì con la seconda guerra mondiale, dopo l'invasione dell'Unione Sovietica da parte della Germania nazista cominciata il 22 giugno 1941.

Gli ufficiali nazisti usarono tale idea per giustificare la deportazione di 800.000 polacchi nei campi di concentramento, dopo il fallimento della rivolta di Varsavia nel 1944, che causò 200.000 morti. Hitler diede personalmente l'ordine di radere al suolo la città di Varsavia e di sterminare i suoi milioni di abitanti. Himmler asserì che i polacchi, nel corso degli ultimi 700 anni, avevano costituito un ostacolo all'espansione tedesca verso est, e che era giunto il momento di rimuovere questo ostacolo in modo definitivo.

Le decisioni prese nella conferenza di Potsdam nel 1945, specialmente quelle relative alla linea Oder-Neisse, fecero svanire tutte le conquiste territoriali dell'ultimo corso di Drang nach Osten e la Germania fu ridimensionata entro i confini territoriali che aveva nel XIII secolo. D'altra parte, i territori dove storicamente avevano abitato le popolazioni dei Sorbi e dei Polabi, tra la linea Oder-Neisse ed il fiume Elba, rimasero sotto il controllo tedesco.