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Decimo Giunio Bruto Albino - Wikipedia

Decimo Giunio Bruto Albino

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Questa voce è parte della serie

Storia di Roma


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Decimo Giunio Bruto Albino (latino: Decimus Junius Brutus Albinus; morto nel 43 a.C.) fu un uomo politico e generale romano, ma è ricordato soprattutto per essere stato uno dei congiurati che assassinarono Cesare nelle idi di Marzo del 44 a.C..

Indice

[modifica] Biografia

[modifica] Giovinezza

Era figlio del Decimo Bruto che era stato console nel 77 a.C. ed era forse stato adottato da un Postumio Albino. Decimo Bruto sarebbe nato tra l'85 e l'80 a.C. ca., dato che nel De bello gallico Cesare lo definisce adulescens, termine che indicava che egli non aveva ancora raggiunto l'età per diventare questore.

Decimo Bruto era un lontano cugino di Giulio Cesare, sebbene alcuni ritengono che possa essere stato suo figlio. In gioventù fu amico, tra gli altri, di Publio Clodio Pulcro e di Marco Antonio.

[modifica] Guerre in Gallia

Per approfondire, vedi la voce Conquista della Gallia.

Decimo fu uno dei legati di Cesare durante le guerre in Gallia e nel 56 a.C. comandò la flotta durante la guerra contro i veneti. Fu lui a comandare la flotta romana durante gli scontri decisivi che causarono la distruzione della flotta dei veneti, anche grazie all'utilizzo delle passarelle uncinate che permettevano ai romani di trasformare una battaglia navale in un corpo a corpo tra i soldati. Nel 52 a.C., nel corso della sollevazione generale guidata da Vercingetorige, dapprima comandò la cavalleria e poi due coorti.

[modifica] Guerra civile

Durante la guerra civile tra ottimati e popolari, Decimo si schierò con i popolari di Cesare, e ancora una volta gli furono affidate operazioni navali.

Fu Decimo a comandare alla vittoria la flotta romana nelle due battaglie navali di Marsiglia e di Tauroento, vittorie che permisero ai casariani di mantenere il blocco sulla città di Marsiglia e di ottenerne la rese.

Per approfondire, vedi le voci Assedio di Marsiglia, Battaglia di Marsiglia e Battaglia di Tauroento.

È probabile che nel 47 e nel 46 a.C. sia stato governatore della Gallia Transalpina. Fu pretore nel 45 a.C.

[modifica] Idi di Marzo

Quando Cesare, vincitore della guerra civile, tornò a Roma e divenne dictator, Decimo Bruto si unì alla cospirazione contro Cesare, convinto da Marco Giunio Bruto, senza che Cesare lo sospettasse di alcunché, tanto che Decimo Bruto fu dal lui menzionato nel suo testamento.

Nel 44 a.C. fu nominato pretore peregrino da Cesare, per essere destinato ad essere governatore romano della Gallia Cisalpina nell'anno successivo.

Alle Idi di Marzo, quando Cesare sembrava deciso di non recarsi al Senato su pressione di Calpurnia, fu Decimo Bruto a convicere il dittatore ad andare in Senato, allontanando le preoccupazioni della moglie. Quando Cesare arrivò all'incontro, fu attaccato e assinato dai cospiratori. Secondo Nicolaus di Damasco, Decimo Bruto fu il terzo a colpire Cesare, pugnalandolo di lato.

[modifica] Conseguenze

Gli assassini, il giorno successivo, usufruirono di un'amnistia concessa dal Senato su proposta di Marco Antonio, console con Cesare. Ma la situazione non si pacificò in città, poiché la popolazione di Roma e i suoi legionari chiedevano la punizione per i cospiratori.

I cospiratori decisero di mantenere un profilo basso e Decimo sfruttò il suo incarico di pretore peregrino per stare lontano da Roma. Ma la situazione per i cospiratori non migliorava, per cui all'inizio del 43 a.C. Decio si recò nella provincia assegnataglia della Gallia Cisalpina e iniziò ad arruolare un proprio esercito.

Allora il Senato romano gli ordinò di cedere la provincia a Marco Antonio, ma rifiutò; questo rifiuto offri a Marco Antonio il motivo per dichiarare Decimo nemico pubblico, riconquistando così (almeno in parte) il favore dei romani che chiedevano la punizione per i cesaricidi e la possibilità di ottenere il controllo della Gallia.

Nel 43 a.C. Decio occupò Mutina (l'odierna Modena), nella previsone di dover combattere una lunga guerra. Antonio blocco in città le truppe di Decimo, con l'intenzione di prenderle per fame.

Ma i consoli di quell'anno, Aulo Irzio e Gaio Vibio Pansa, marciarono verso nord per raggiungere il teatro di guerra. Intanto in senato, anche su istigazione di Cicerone, si stava formando una fazione contraria a Marco Antonio. Ottaviano, il futuro imperatore Augusto, dicianovenne erede di Cesare, nominato alla carica di propraetor, accompagnò Pansa.

La prima battaglia si ebbe il 14 aprile (battaglia di Forum Gallorum) dove Antonio sconfisse le forze del console Pansa, che è ferito gravemente (morirà alcuni giorni dopo a Modena), ma è poi immediatamente sconfitto da l'esercito dell'altro console, Irzio.

La settima successiva, il 21 aprile, si svolse una seconda battaglia, a Mutina, dove Antonio fu nuovamente sconfitto, ma dove anche il secondo console, Irzio, trovò la morte. A questo punto Antonio si ritirò, temendo di essere a sua volta posto sotto assedio dalle forze nemiche.

A questo punto, Decimo Bruto prudentemente ringraziò Ottaviano, diventato comandante delle legioni che avevano sconfitto Antonio e lo avevano liberato dall'assedio; Ottaviano, freddamente rispose che era venuto per opporsi ad Antonio, non per salvare uno degli assassini di Cesare. Decimo diede allora l'ordine di ingaggiare guerra contro Antonio, ma molti soldati disertarono per unirsi ad Ottaviano.

La sua posizione peggiorava giorno dopo giorno, per cui Decimo fuggì dalla città con l'intenzione di raggiungere Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino che si trovavano nella provincia romana della Macedonia. Ma durante la sua fuga, fu catturato ed ucciso da un capo Gallo fedele ad Antonio, diventando così il primo cesaricida ad essere ucciso.

[modifica] Curiosità

Nel Giulio Cesare di William Shakespeare, Decimo Bruto è erroneamente chiamato Decio Bruto.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni


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