Dagmar di Danimarca

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Marija Fёdorovna (1912)

La principessa Maria Sofia Federica Dagmar (Marie Sophie Frederikke Dagmar) (26 novembre 1847 – Hvidøre, 13 ottobre 1928) è stata una sovrana russa.

È conosciuta anche come Marija Fёdorovna (in Lingua russa Мария Фёдоровна) dopo il matrimonio con lo zar Alessandro III. Era madre dell'ultimo zar Nicola II dei Romanov.

[modifica] Biografia

Era figlia di Cristiano IX, re di Danimarca (1863-1906) della dinastia dei Glücksburg, che, per la sua brillante politica di matrimoni dinastici dei suoi figli, era conosciuto come "Padre di fatto dell'Europa".

Era anche sorella minore di Alessandra, Regina Consorte del re Edoardo VII e madre di Giorgio V d'Inghilterra. Ciò aiuta a capire perché ci fosse una forte rassomiglianza tra Nicola II e Giorgio V.

Dopo aver sposato Alessandro III di Russia, divenne popolare presso il suo impero perché si impegnava poco nella politica e preferiva soprattutto dedicare le proprie energie alla famiglia, alle opere caritatevoli e di interesse sociale. L'unica eccezione era la sua militante avversione verso la Germania.

Malgrado la rovina della monarchia (1917), l'imperatrice rifiutò di lasciare la Russia: lo fece solo nel 1919, sotto le pressioni della sorella Alessandra. Dopo una rapida visita a Londra, ritornò nella nativa Danimarca, scegliendo come dimora Hvidøre, la sua precedente villa di vacanze presso Copenaghen. Rimase qui fino alla sua morte, seguendo le cerimonie sacre nella chiesa ortodossa di Copenaghen. Fu sepolta nella cattedrale di Roskilde.

Di recente (maggio 2005), dopo diversi anni di negoziazione tra governo danese e russo, è stato concesso il permesso di trasportare i resti dell'Imperatrice a San Pietroburgo, dove 76 anni dopo la sua morte, è stata sepolta presso il suo amato coniuge.

Marija e Alessandro III durante un soggiorno in Danimarca nel 1893

A differenza di quanto lasciano intendere televisione, cinema e teatro, Marija Fёdorovna non ha mai incontrato una presunta Anastasia; infatti, alla fine della sua vita, ha rifiuato di riconoscere che vi fosse stato il massacro di Ekaterinburg di suo figlio, sua nuora e dei suoi nipoti.