Commissione internazionale per la caccia alle balene
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Dal 1946 i rappresentanti dei governi di tutto il mondo si incontrano ogni anno, sotto gli auspici della IWC, per regolare la caccia alla balena.
La IWC (International Whaling Commission) fu istituita per favorire uno sviluppo coordinato dell'industria baleniera. Incoraggiava attivamente la caccia e, come risultato, più di due milioni di balene sono state uccise nei primi trent'anni di vita dell'organizzazione, nonostante i pareri contrari dei membri della Commissione Scientifica. In tempi più recenti la IWC si è mossa nel senso di una maggiore protezione dei cetacei, anche se alcuni dei 39 Paesi membri sono ancora favorevoli alla caccia.
[modifica] Trattato di pace
Nel 1982 è stato compiuto un grande passo avanti, quando i membri della IWC hanno votato per una blanda moratoria della caccia commerciale. Ma questo "trattato di pace" a livello mondiale ha lasciato troppe scappatoie per poter essere veramente efficace. Da allora sono state uccise 57.391 balene, tra cui balenottere minori, balenottere comuni, balenottere boreali, balenottere di Bryde, megattere, balene grigie, capodogli e balene della Groenlandia. Perfino dal 1986, anno di entrata in vigore del divieto della caccia alla balena, Giappone, Norvegia, Islanda, Russia, Corea e balenieri locali di diversi altri Paesi hanno continuato la loro attività, uccidendo complessivamente circa 21.760 balene.
Nel 1994 i membri della IWC hanno approvato l'istituzione del Southern Ocean Whale Sanctuary, che copre un'area di 50 milioni di chilometri quadrati intorno all'Antartide. La riserva è stata progettata per proteggere un'area di alimentazione particolarmente critica per sette specie di grandi balene. Ma perfino questa zona non è inviolabile, dato che il Giappone continua a uccidere balenottere minori al suo interno.
Due Paesi, Norvegia e Giappone, continuano a cacciare le balene sfidando sfacciatamente l'opinione mondiale e le disposizioni della IWC. Lungi dal cessare l'attività baleniera, la stanno anzi costantemente incrementando.
La Norvegia si è opposta alla moratoria e così, sotto le regole dalla IWC, è legalmente autorizzata a continuare la caccia alle balene. Nei primi 11 anni dopo il divieto, la sua flotta ha ucciso 2011 balenottere minori. Nel frattempo la sua quota annuale, stabilita dallo stesso governo norvegese, aumenta costantemente e la sua flotta baleniera, costituita di diverse decine di imbarcazioni, solca costantemente l'Atlantico nordorientale.
Inizialmente il Giappone ha preso la stessa strada, poi ha fatto marcia indietro e ha denominato la sua attività "ricerca scientifica". Questo per approfittare di una grossa scappatoia: la IWC infatti consente la caccia alle balene in qualsiasi numero di esemplari "a scopo di ricerca scientifica". In realtà il numero delle ricerche avviate è veramente esiguo; alla fine nessuna nuova conoscenza è stata acquisita. Dall'entrata in vigore della moratoria, il Giappone ha ucciso 6083 balenottere minori, 634 balenottere di Bryde e 400 capodogli.
[modifica] Storia di abusi
Molte nazioni dedite alle attività baleniere hanno ingaggiato una specie di "partita a scacchi" con falsi ravvedimenti, finzioni e raggiri delle regole internazionali. Ad esempio, all'inizio degli anni novanta si è scoperto che la Russia aveva falsificato i suoi dati sulle balene cacciate per più di trent'anni; oltre a uccidere specie protette, aveva fortemente ecceduto rispetto alle quote stabilite dall'IWC per altre specie. Nell'aprile del 1996 sono state confiscate da funzionari delle dogane giapponesi 6,5 tonnellate di carne di balena proveniente dalla Norvegia, che, camuffate come sgombri, costituivano il primo lotto di una spedizione di 66 tonnellate da importare di contrabbando in Giappone.
Queste attività illegali dimostrano che, quando vi è possibilità di guadagno, la scienza, la conservazione e la legislazione internazionale contano poco di fronte agli interessi dell'industria baleniera.