Claudio Rutilio Namaziano
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Claudio Rutilio Namaziano (latino: Claudius Rutilius Namatianus; fl 414-415) fu un poeta latino di nobile famiglia gallo-romana.
Nato forse a Tolosa, fu praefectus urbi di Roma nel 414.
L'anno seguente o poco dopo fu costretto a lasciare Roma per far ritorno nei suoi possedimenti in Gallia devastata dall'invasione dei Vandali. Tale viaggio - condotto per mare e con numerose soste, dato che le strade consolari erano impraticabili ed insicure dopo l'invasione dei Goti - venne descritto nel De Reditu suo, un componimento in distici elegiaci, giunto all'epoca odierna incompleto; l'opera si interrompe al sessantottesimo verso del secondo libro con l'arrivo del protagonista a Luni, ma recentemente è stato ritrovato un nuovo, breve frammento che descrive la continuazione del viaggio fino ad Albenga. L'opera è ricca di osservazioni topografiche e citazioni di classici latini e greci.
Il poemetto (scoperto nel XV secolo) raggiunge i toni più commossi quando esprime il clima di decadenza e lo squallore dei tempi che l'autore attribuisce ai Barbari e al trionfante Cristianesimo.
Indice |
[modifica] Storia del De Reditu Suo e sue edizioni
La maggioranza dei manoscritti di Rutilio esistenti deriva dall'antico manoscritto trovato nel monastero di Bobbio da Giorgio Galbiato nel 1493, il quale non fu mai esaminato finché un generale francese non lo prese nel 1706. Per secoli, gli studiosi dovettero dipendere primariamente sulle tre migliori testimonianze di questo manoscritto perso: una copia fatta nel 1501 da Jacopo Sannazaro; un' altra copia fatta da Ioannes Andreas; l' "editio princeps" di JB Pius (Bologna, 1520). Ad ogni modo, nei primi anni del 1970 Mirella Ferrari trovo' un frammento del poema, scritto nel settimo od ottavo secolo, il quale preserva 39 versi ed ha forzato una rivalutazione non solo del testo ma della sua trasmissione.
Le principali edizioni da allora sono state quelle di Barth (1623), P Bunyan (1731, nella sua edizione dei poeti latini minori), Wernsdorf (1778, parte di una collezione simile) Zumpt (1840), l' edizione critica di Lucian Müller (Teubner, Leipzig, 1870), ed un' altra di Vessereau (1904); anche un' edizione annotata di Keene, con una traduzione di GF Savage-Armstrong (1906). Müller scrive il nome del poeta come "Claudius Rutilius Namatianus", invece del solito "Rutilius Claudius Namatianus"; ma se l'identificazione del padre del poeta col "Claudio" menzionato nel Codex Theodosianus (ii.4.5) è corretta, Müller è probabilmente in errore. L'ultima e più completa edizione di Namaziano è di E. Doblhofer (Heidelberg, i, 1972; ii, 1977). Harold Isbell include una traduzione nella sua antologia, The Last Poets of Imperial Rome (Harmondsworth, 1971 ISBN 0-14-044246-4). Nel 2007, a dimostrare un sempre maggiore interesse per l'opera, è uscita un'edizione a cura di Wolff per Les Belles Lettres che sostituisce quella classica di Vasserau.
[modifica] Brani di De Reditu suo
Famoso è il celebre saluto a Roma nella traduzione in lingua italiana di Giosuè Carducci:
(LA)
« Exaudi, regina tui pulcherrima mundi,
inter sidereos, Roma, recepta polos; exaudi, genetrix hominum genetrixque deorum: Non procul a caelo per tua templa sumus. Te canimus semperque, sinent dum fata, canemus: Sospes nemo potest immemor esse tui. Obruerint citius scelerata oblivia solem quam tuus e nostro corde recedat honos. Nam solis radiis aequalia munera tendis, qua circumfusus fluctuat Oceanus; volitur ipse tibi, qui continet omnia, Phoebus eque tuis ortos in tua condit equos. Te non flammigeris Libye tardavit arenis; non armata suo reppulit ursa gelu: Quantum vitalis natura tetendit in axes, tantum virtuti pervia terrae tuae. Fecisti patriam diversis gentibus unam; profuit iniustis te dominante capi; dumque offers victis proprii consortia iuris, Urbem fecisti, quod prius orbis erat. » |
(IT)
« Del tuo mondo bellissima
regina, o Roma, ascolta; o Roma, nell’empireo ciel accolta madre, non pur degli uomini ma d’ celesti. Noi siam presso al cielo per i templi tuoi. Ore te, quindi cantisi sempre, finché si viva; dimenticarti e vivere chi mai potrebbe, o diva? prima del sole negli uomini vanisca ogni memoria, che il ricordo, nel cuor, della tua gloria. Già, come il sol risplendere per tutto, ognor, tu sai. Dovunque il vasto Oceano ondeggia, ivi tu vai. Febo che tutto domina si volge a te: da sponde romane muove, e nel tuo mar s’asconde. Co’ suoi deserti Libia non t’arrestò la corsa; non ti respinse il gelido vallo che cinge l’Orsa; quanto paese agli uomini vital, Natura diede, tanta è la terra che pugnar ti vede. Desti una patria ai popoli dispersi in cento luoghi: furon ventura ai barbari le tue vittorie e i gioghi; ché del tuo diritto ai sudditi mentre il consorzio appresti, di tutto il mondo una città facesti. » |
(Claudio Rutilio Namaziano, DE REDITU SUO, libro primo)
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[modifica] Curiosità
- Un film basato su il lavoro di Namaziano è stato prodotto nel 2003 con il titolo di De Reditu (Il Ritorno).
[modifica] Bibliografia
- Rutilio Namaziano, Il ritorno, a cura di A. Fo, Einaudi, 1993, ISBN 8806125850