Cape coloured
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L'espressione cape coloured ("persona di colore del Capo") viene usata per designare i discendenti moderni, spesso di sangue misto, degli schiavi importati in Sudafrica fra il XVI e il XVII secolo dai coloni olandesi (boeri). Si tratta del gruppo predominante nella Provincia del Capo Occidentale (che corrisponde alla zona da cui si sviluppò l'insediamento europeo nel Sudafrica), e conta circa 4.000.000 di persone. Nella maggior parte dei casi, i cape coloured parlano afrikaans come lingua madre.
Le origini etniche dei cape coloured sono piuttoste varie. I boeri importarono schiavi dalla Malesia, dal Madagascar e dal Mozambico, e i corrispondenti gruppi etnici si mischiarono nel tempo sia con i bianchi che con le popolazioni indigene locali khoisan. Questa popolazione decisamente eterogenea fu impropriamente identificata con un "gruppo etnico" per la prima volta dal regime dell'apartheid nella prima metà del XX secolo, che stabilì anche alcuni principi (non meno discutibili da un punto di vista antropologico) per distinguere altri sottogruppi di coloured (come i cape malays, "malesi del Capo"). Oggi l'espressione "cape coloured" viene usata solo in senso informale per indicare quelle popolazioni di sangue misto dotate di una pelle di colore più chiaro rispetto alle popolazioni indigene dell'Africa meridionale.