Battaglia della Montagna Bianca
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Battaglia della Montagna Bianca | |||||||
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Parte della fase boema della guerra dei trent'anni | |||||||
Battaglia della Montagna Bianca |
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Schieramenti | |||||||
Boemia | Lega Cattolica | ||||||
Comandanti | |||||||
Cristiano I - Principe di Anhalt-Bernburg | Karel Bonaventura Buquoy; Johann Tserclaes, conte di Tilly | ||||||
Effettivi | |||||||
10.000 fanteria e 11.000 cavalleria | 18.500 fanteria e 6.500 cavalleria |
Guerra dei trent'anni |
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Fase boema (1618-1625) – Fase danese (1625-1630) – Fase svedese (1630-1635) – Fase francese (1635-1648) |
Fase boema della guerra dei trent'anni (1618 al 1625) |
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Plzeň – Záblati – Věstonice – Montagna Bianca – Wiesloch – Wimpfen – Höchst – Fleurus – Stadtlohn |
La Battaglia della Montagna Bianca (8 novembre 1620) fu un decisivo scontro della Guerra dei Trent'anni avvenuto su una collina vicino a Praga, tra le forze cattoliche dell'Imperatore e della lega cattolica e le truppe dei Boemi insorti. Fu la prima importante sconfitta protestante nella guerra e mise fine per secoli alla lotta per l'indipendenza della Boemia, intrecciata a quella per la libertà di culto protestante.
[modifica] Eventi che condussero alla battaglia
Dopo la defenestrazione di Praga gli insorti ottennero alcuni limitati successi, ed elessero a Re di Boemia l'elettore del Palatinato Federico V. Un tentativo di assedio di Vienna da parte dei Boemi venne tuttavia sventato con la battaglia di Záblatí, che costrinse il comandante dei ribelli, il conte Thurn, a levare l'assedio. Dopo questo episodio le sorti del conflitto volsero a totale sfavore degli insorti, che vennero attaccati da più direzioni: le forze imperiali e le forze della Lega Cattolica sotto il comando del conte di Tilly avanzavano rispettivamente nella Bassa e Alta Austria, mentre da nord Giovanni Giorgio I di Sassonia invadeva la Lusazia. Le forze della Lega e dell'Imperatore si riunirono in Boemia, e si prepararono ad affrontare le truppe boeme al comando di Cristiano di Anhalt.
[modifica] Svolgimento della battaglia
Cristiano di Anhalt, al comando di circa 21.000 uomini, si era attestato su una solida posizione difensiva sulle pendici di una collina (la cosiddetta Montagna Bianca, Bílá Hora in ceco, Weißer Berg in tedesco) che bloccava la strada per Praga; le sue forze erano protette sul fianco destro da una dimora di caccia, sulla sinistra e sul fronte da due ruscelli. Le truppe cattoliche, formate dal congiungimento delle truppe imperiali del conte di Buquoy e dell'esercito della lega, erano tuttavia numericamente superiori (circa 29.000 uomini), oltre che meglio armate e addestrate.
Una volta osservata la posizione nemica, il conte di Tilly decise di lanciare un attacco attraverso un piccolo ponte che attraversava il ruscello direttamente al centro delle forze boeme. La superiorità tattica e nel morale delle truppe cattoliche ebbe un peso determinante, e in sole due ore di aspri combattimenti, le posizioni protestanti furono sfondate e l'esercito di Cristiano messo in fuga.
[modifica] Conseguenze
Le truppe cattoliche avevano conseguito una vittoria decisiva a prezzo di pochissime perdite. Tilly entrò a Praga e la rivolta dei protestanti boemi fu sedata, con l'uccisione di molti nobili che l'avevano supportata. Federico V fu costretto a fuggire assieme a sua moglie Elisabetta (per questo Federico è anche conosciuto come Re d'inverno) e le residue forze protestanti furono sconfitte e disperse negli anni successivi in una serie di scontri in Germania occidentale. La Boemia venne annessa ai domini ereditari asburgici e conobbe un periodo di dura repressione, nel tentativo attuato dall'Imperatore di ripristinare il cattolicesimo e di germanizzare l'area, provocando la fuga di quasi 36.000 famiglie. Il conflitto, apparentemente risolto con una schiacciante vittoria cattolica, si sarebbe progressivamente allargato fino a trasformarsi in una guerra per l'egemonia europea.