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Bandiera dei quattro mori - Wikipedia

Bandiera dei quattro mori

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bussola Nota disambigua – "quattro mori" punta qui; se cercavi il monumento di Livorno vedi Monumento dei Quattro mori

La Bandiera dei quattro mori (nome informale) è la Bandiera ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna.

« campo bianco crociato di rosso con in ciascun quarto una testa di moro bendata sulla fronte rivolta in direzione opposta all'inferitura. »
(LEGGE REGIONALE 15 APRILE 1999, N. 10; Art.1)
La bandiera della Sardegna
La bandiera della Sardegna
La bandiera della Corsica
La bandiera della Corsica
Stemma di Papa Benedetto XVI
Lo stemma di Aragona
Lo stemma di Aragona

Indice

[modifica] Origine

Nei secoli molti studiosi si sono mossi in un complesso pieno di leggenda e realtà storica, tra Spagna e Sardegna, ma tutt'oggi la sua origine rimane un mistero.

[modifica] La tradizione iberica

La tradizione spagnola la considera una creazione di Re Pietro I di Aragona, quale celebrazione della vittoria di Alcoraz (1096), che sarebbe stata ottenuta con l'aiuto anche di San Giorgio (il cui stendardo era una croce rossa su sfondo bianco), il quale avrebbe lasciato sul campo le quattro teste dei re saraceni recise (quattro mori).

[modifica] La tradizione sardo-pisana

La tradizione sarda lega lo stemma al leggendario gonfalone dato da papa Benedetto VIII ai Pisani in aiuto dei sardi contro i crudeli saraceni di Museto che cercavano di conquistare l'Italia e la Sardegna.

[modifica] Altre possibili origini

Secondo alcuni studiosi, la bandiera dei quattro mori potrebbe avere origine templare.

[modifica] Storia della bandiera

[modifica] Egemonia spagnola

La più antica attestazione dell'emblema risale al 1281, al sigillo della cancelleria reale di Pietro d'Aragona. Però solo dalla metà del XIV secolo la bandiera fu legata alla Sardegna per simbolizzarne il regno all'interno della Corona di Aragona. Durante i secoli i mori furono raffigurati in diverso modo: senza benda, con benda sugli occhi o sulla fronte, a destra o a sinistra, o coronati.

[modifica] Egemonia sabauda

Alla metà del settecento invece si stabilì l'iconografia che continuò a perdurare fino al 1999: bandiera di San Giorgio, con in ogni quarto una testa di moro, con benda negli occhi, in direzione dell'inferitura. Forse il significato di ciò potrebbe relazionarsi agli atteggiamenti del governo piemontese verso la popolazione isolana. Nel 1952 lo scudo dei quattro mori bendati negli occhi divenne bandiera ufficiale della Regione autonoma ed ornava in oltre il suo gonfalone (decreto del Presidente della Repubblica del 5 luglio 1952).

[modifica] Periodo Italiano

Una legge regionale apposita nel 1999 portò, dopo studi approfonditi, a cambiare la bandiera dei quattro mori dalla versione del Regno Sardo-Piemontese a quella che orna tuttora un quarto dello stemma d'Armi della Provincia spagnola di Aragona ma con i mori opposti all'inferitura (significato: I sardi non devono più guardare e piangere, senza dimenticare, il passato ma pensare a costruire un futuro migliore per la Sardegna).

[modifica] Presenza dei quattro mori in altre bandiere

[modifica] Aragona

Attualmente lo scudo d'armi della Comunità Autonoma spagnola di Aragona è uno stemma diviso in quattro parti in cui nel quarto in basso a sinistra è presente la versione originale della bandiera dei quattro mori, versione Pietro I d'Aragona.

[modifica] Politica

Il Partito Sardo d'Azione adotta la bandiera come proprio simbolo, secondo il modello Savoia su drappo quadrato. Sardigna Natzione riprende invece solo la croce, nera in campo bianco.

[modifica] Stemma papale di Benedetto XVI e...

La testa di moro non è solo ristretta alla Sardegna ma anche a bandiere antiche e locali di popoli di tutta l'Europa. Inoltre anche lo stemma papale contiene una testa di moro. Il sito del vaticano scrive: "...Nel cantone destro dello scudo (a sinistra di chi guarda) vi è una testa di moro al naturale (ovvero di colore bruno), con labbra, corona e collare di rosso. È l'antico simbolo della Diocesi di Frisinga, nata nell'VIII secolo, diventata Arcidiocesi Metropolitana col nome di Monaco e Frisinga nel 1818, dopo il Concordato tra Pio VII ed il Re Massimiliano Giuseppe di Baviera (5 giugno 1817). La testa di Moro non è rara nell'araldica europea. Essa appare tutt'oggi in molti stemmi della Sardegna e della Corsica, oltre a vari blasoni di famiglie nobili. Anche nello stemma del Papa Pio VII, Barnaba Niccolò Maria Luigi Chiaramonti (1742 - 1823), apparivano tre teste di Moro. Ma il Moro nell'araldica italica in generale porta intorno alla testa una banda bianca, che indica lo schiavo reso libero, e non è coronato, mentre lo è nell'araldica germanica. Nella tradizione bavarese la testa di moro appare infatti molto spesso, ed è denominata caput ethiopicum, o moro di Frisinga. ..."

[modifica] Corsica

[modifica] Significato

Il significato della bandiera dei quattro mori, però, ha poco a che vedere con le sue origini. È infatti più plausibile che l'effige del moro decapitato stia ad indicare la vittoria dei sardi sui saraceni. Gli arabi infatti erano il terrore del mondo occidentale e come un'onda inarrestabile conquistavano l'intero mediterraneo, sconfitti solo da Carlo Martello a Poitiers e dai sardi in Sardegna. Testimonianza di ciò è anche il fatto che, in versioni precedenti, ai mori venisse posta la benda sugli occhi, proprio a voler sottolineare il loro status di sconfitti.

Il numero dei mori, quattro, ricorda invece il numero dei giudicati, che vennero a formarsi a seguito della sconfitta degli arabi. I giudicati infatti rappresentavano una innovativa forma di governo di particolare successo, molto simile ai comuni, ma in notevole anticipo rispetto ad essi, rendendo di fatto la Sardegna in anticipo rispetto alla storia del mondo di ben cinque secoli. I quattro mori quindi contengono le pagine più splendide della storia sarda, fatta di eroismo e innovazione. Un simbolo che aveva, ha e avrà il compito di unire un popolo.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Bibliografia

  • Barbara Fois, Lo stemma dei quattro mori: breve storia dell'emblema dei sardi. Sassari, Carlo Delfino Editore, 1990
  • Franciscu Sedda, La vera storia della bandiera dei sardi. Cagliari, Edizioni Condaghes, 2007

[modifica] Collegamenti esterni


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