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San Giuseppe (padre putativo di Gesù) - Wikipedia

San Giuseppe (padre putativo di Gesù)

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San Giuseppe (padre putativo di Gesù)

Quadro di san Giuseppe con il bambino Gesù
Quadro di san Giuseppe con il bambino Gesù
Festa religiosa
Data 19 Marzo; 1º maggio (san Giuseppe lavoratore)
Periodo
Data nel 2008 {{{data nel 2008}}}
Celebrata in
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Religione Cristianesimo
Avvenimento celebrato
Festività correlate
Tradizioni Varianti di luogo in luogo
Tradizioni religiose
Tradizioni profane festa del papà
Tradizioni culinarie
Data d'istituzione
Chiamata anche

Giuseppe, secondo il Nuovo Testamento, è lo sposo di Maria e il padre putativo di Gesù. Il nome Giuseppe è la versione italiana dell'ebraico Yosef, attraverso il latino Ioseph.

Giuseppe, Maria e Gesù bambino sono anche collettivamente chiamati Sacra famiglia.

Indice

[modifica] Padre putativo

I Vangeli e la dottrina cristiana affermano che il vero padre di Gesù fu Dio stesso: Maria lo concepì miracolosamente senza aver avuto rapporti sessuali con alcuno, per intervento dello Spirito Santo. Giuseppe, messo al corrente di quanto era accaduto da una visione avuta in sogno, accettò di sposarla e di riconoscere legalmente Gesù come proprio figlio. Perciò la tradizione lo chiama padre putativo di Gesù (dal latino puto, "credo"), cioè colui "che era creduto" suo padre (vedi l'esplicito Lc3,23).

[modifica] Vita

Le notizie dei Vangeli su san Giuseppe sono molto scarne. Parlano di lui Matteo e Luca: essi ci dicono che Giuseppe era un discendente del re Davide ed abitava nella piccola città di Nazaret[1]. Riguardo alla sua professione, egli è definito in greco tèkton: secondo l'interpretazione tradizionale significa falegname, altre possibili traduzioni sono: carpentiere, carradore, fabbricatore di oggetti in legno, oppure muratore o manovale. Non è quindi chiaro se avesse una bottega propria, o se fosse dipendente, o addirittura lavorante a giornata.

Insieme a Maria, Giuseppe si spostò a Betlemme a causa di un censimento (vedi Censimento di Quirinio), e qui nacque Gesù; essi rimasero a Betlemme per un periodo non ben determinato, sembra da un minimo di 40 giorni (Luca 2,22;2,39) a un massimo di due anni (Matteo 2,16), dopo di che secondo Matteo fuggirono in Egitto fino alla morte del re Erode (nel 4 a.C.), quindi ritornarono a Nazaret. Luca non menziona il soggiorno in Egitto, ma concorda sul ritorno a Nazaret, dove Gesù visse fino all'inizio della sua vita pubblica.

San Giuseppe, simulacro ligneo di autore ignoto del 1738, titolare della Chiesa Parrocchiale di Catenanuova (En)
San Giuseppe, simulacro ligneo di autore ignoto del 1738, titolare della Chiesa Parrocchiale di Catenanuova (En)

Certamente Giuseppe era ancora vivo quando Gesù aveva dodici anni (vedi Luca 2,41-52); quando invece Gesù iniziò la sua vita pubblica, molto probabilmente era già morto. Infatti non è mai più menzionato dai Vangeli dopo il passo di Luca sopra citato (talvolta Gesù è chiamato "figlio di Giuseppe", ma questo non implica che fosse ancora vivente), e quando Gesù è in croce, affida Maria al suo discepolo Giovanni, il quale "da quel momento la prese nella sua casa", il che non sarebbe stato necessario se Giuseppe fosse stato in vita.

I Vangeli apocrifi forniscono altre notizie, che tuttavia vengono generalmente ritenute leggendarie. Secondo il Protovangelo di Giacomo (II secolo) Giuseppe era molto anziano e con altri figli (i 'fratelli di Gesù') quando sposò Maria, e fu scelto tra gli altri pretendenti perché il suo bastone, posto fra gli altri sull'altare, fiorì miracolosamente. Per questo motivo san Giuseppe è tradizionalmente raffigurato con Gesù bambino in braccio e con in mano un bastone dal quale sbocciano dei fiori (generalmente un giglio bianco). L'apocrifo Storia di Giuseppe il falegname (V-IX secolo?) descrive dettagliatamente la sua morte (cc. 12-32).

Poiché i Vangeli menzionano a volte dei "fratelli di Gesù", alcuni ipotizzano che Giuseppe avesse avuto altri figli da Maria o da un matrimonio precedente. La Chiesa cattolica rifiuta questa interpretazione, e sostiene che si trattasse di cugini o altri parenti stretti (in greco antico vi sono due termini distinti: adelfòi, fratelli, e sìnghnetoi, cugini, ma in ebraico una sola parola è usata per indicare sia fratelli sia cugini) oppure collaboratori.

[modifica] Le qualità

Nei Vangeli non viene riportata alcuna parola di Giuseppe; vengono riportate solamente le sue azioni dalle quali traspaiono le sue qualità.

  • "Uomo obbediente". Conosciuto il volere di Dio attraverso un sogno, Giuseppe si appresta ad eseguirlo. E così sposa Maria anche se lei aspetta un figlio che non è suo; fugge in Egitto con Maria ed il bambino Gesù per sfuggire alla persecuzione di Erode; torna a Nazaret alla morte di Erode.
  • "Uomo giusto". L'evangelista Matteo parla di Giuseppe come uomo «giusto». Il termine non significa soltanto correttezza, fare ciò che è dovuto e che noi diciamo giusto. In senso biblico, «giusto» è il timorato di Dio, l'obbediente ai suoi progetti. Giuseppe è giusto in quanto cerca di adeguarsi al piano di Dio nella vita di Maria. Non rinuncia al suo amore per Maria, glielo dichiara anzi, «prendendola con sé».

[modifica] Culto

San Giuseppe Patrono di Santa Maria di Licodia (CT) opera lignea di autore ignoto del XVI-XVII sec. venerato nella Chiesa Madre - festa ultima domenica di agosto
San Giuseppe Patrono di Santa Maria di Licodia (CT) opera lignea di autore ignoto del XVI-XVII sec. venerato nella Chiesa Madre - festa ultima domenica di agosto

La Chiesa cattolica ricorda san Giuseppe il 19 marzo con una solennità a lui intitolata. Lo ricorda il 1° maggio col titolo di Lavoratore. Inoltre la Domenica tra il Natale ed il 1 gennaio (in caso che non ricorra la domenica il 30 dicembre) lo si festeggia insieme alla sua famiglia: la Sacra famiglia (Giuseppe, Maria e Gesù).

Il culto di san Giuseppe, padre putativo di Gesù e simbolo di umiltà e dedizione, nella Chiesa d’Oriente era praticato già attorno al IV secolo: intorno al VII secolo la chiesa Copta ricordava la sua morte il 20 luglio. In Occidente il culto ha avuto una marcata risonanza solo attorno all'anno Mille, come attestato dai martirologi, primo fra tutti quello del monastero di Richenau, ricordandolo al 19 marzo, data diventata festa universale nella Chiesa con Gregorio XV nel 1621.
La prima chiesa dedicata a san Giuseppe sembra essere quella di Bologna eretta nel 1130.
Nel 1621 i Carmelitani posero l'intero ordine sotto il suo protettorato.
L'8 dicembre 1870 Pio IX lo proclamò patrono della Chiesa universale, dichiarando esplicitamente la sua superiorità su tutti i santi, seconda solo a quella della Madonna.
Papa Leone XIII scrisse la prima enciclica interamente riguardante il santo: la Quamquam pluries, del 15 agosto 1889.
Il 26 ottobre 1921, Benedetto XV estese la festa della Sacra Famiglia a tutta la Chiesa.
La festa di Giuseppe artigiano fu istituita nel 1955 da Pio XII e fissata il 1° maggio: la festa dei lavoratori fino a quel momento era appannaggio della cultura social-comunista.
Nel 1962 Giovanni XXIII introdusse il suo nome nel canone della Messa, oltre ad affidargli lo svolgimento del Concilio Vaticano II. Fino al 1977 il giorno in cui la Chiesa cattolica celebra San Giuseppe era considerato in Italia festivo anche agli effetti civili ma con legge 5 marzo 1977 n. 54, questo riconoscimento fu abolito e da allora il 19 marzo divenne un giorno feriale come tutti gli altri. [2]

[modifica] Note

  1. ^ Di Giuseppe parla anche Giovanni, limitandosi però a citarlo appena come padre riconosciuto di Gesù senza attribuirgli altro (Vangelo secondo Giovanni, 1, 45 e 6, 41 – 42).
  2. ^ Con la medesima legge cessarono di essere considerati festivi in Italia, agli effetti civili, oltre al giorno di San Giuseppe, quello dell'Epifania (6 gennaio), il giorno dell'Ascensione (40 gg. dopo la Pasqua), il giorno del Corpus Domini (il primo giovedì dopo la domenica di Pentecoste), il giorno dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (29 giugno) e furono spostate rispettivamente alla prima domenica di giugno ed alla prima di novembre le celebrazioni della Festa della Repubblica (giorno 2 giugno) e dell'Unità Nazionale (ex Festa della Vittoria della prima guerra mondiale, 4 novembre). Otto anni dopo, con il D.P.R. 792/1985, veniva ripristinata, sempre agli effetti civili, la festività dell'Epifania e, limitatamente al Comune di Roma, quella dei S.A. Pietro e Paolo. Nel 2001 ridivenne festivo anche il giorno 2 giugno, al quale fu riportata la celebrazione della Festa della Repubblica.

[modifica] Società ed Istituti religiosi intitolati a san Giuseppe

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni



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