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Protovangelo di Giacomo - Wikipedia

Protovangelo di Giacomo

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Il Vangelo di Giacomo è uno dei vangeli apocrifi scritto in greco probabilmente verso il 150 d.C, noto anche come Vangelo dell'Infanzia di Giacomo o soprattutto come Protovangelo di Giacomo. Tale titolo è stato coniato dall'umanista francese Guillaume Postel nel XVI secolo ed è particolarmente appropriato per alcuni motivi:

  • la primazia cronologica (proto = 'primo' in greco) del vangelo di Giacomo rispetto agli altri testi apocrifi;
  • l'antecedenza cronologica degli eventi in esso narrati rispetto al materiale contenuto nei 4 vangeli canonici;
  • la natura non propriamente evangelica del testo di Giacomo, che non descrive la vita e il ministero di Gesù.

La tradizione cristiana ha accettato alcuni dei dati storici in esso contenuti, in particolare relativamente alla vita di Maria e dei suoi genitori Anna e Gioacchino.

Indice

[modifica] Autore e data

Il testo si presenta come scritto da Giacomo a Gerusalemme (24,1), suggerendo come autore Giacomo il Giusto (m. 62 d.C.), fratello (o cugino) del Signore, primo vescovo di Gerusalemme, identificato dalla tradizione cattolica con Giacomo il Minore figlio di Alfeo (v. Fratelli di Gesù). Gli studiosi sono tuttavia concordi nel ritenere tale attribuzione pseudoepigrafa: stile e linguaggio del testo, come anche la carente conoscenza di usi civili e religiosi giudei, ne rendono impossibile la paternità a Giacomo, che la tradizione successiva ha descritto come cristiano e giudeo fervente.

Circa la data di composizione, c'è attualmente larghissimo consenso sulla metà del II secolo. La prima menzione del testo è da parte di Origene (185-254), che nel Commentario al Vangelo di Matteo (probabilmente 246-248), relativamente alla questione dei fratelli di Gesù, accenna a un Vangelo di Pietro e a un "Libro di Giacomo" ( cap. 17 en). Nel Decreto Gelasiano (databile 492-496) viene elencato tra le opere apocrife.

[modifica] Tradizione manoscritta

Del Protovangelo ci sono pervenuti circa 130 manoscritti in greco, che testimoniano la popolarità e diffusione che ha goduto nella tradizione cristiana orientale. Il frammento più antico è risalente al III secolo o inizio IV, conservato nella Bodmer Library di Ginevra (Papyrus Bodmer 5), trovato nel 1958. La maggior parte dei manoscritti greci sono databili a partire dal X secolo. I principali:

  • A - Veneto Marciano 42, X sec.
  • B - Veneto Marciano 363, XI sec.
  • C - Parigi, Bibl. Nazionale 1454, X sec.
  • D - Parigi, Bibl. Nazionale 1215, del 1068.
  • E - Parigi, Bibl. Nazionale 1468, XI sec.
  • Fa - edito da Neader nel 1564, l'originale è ora perduto.
  • Fb - Vaticano 455, XI (?) sec.
  • G - Vaticano 654, XII sec.
  • H - Veneto Marciano XI,200, XV sec.
  • I - Vienna, Bibl. Cesarea, cod. teol. gr. 123, XIV sec.
  • K - Parigi, Coislin 152, frammento del IX sec.
  • L - Parigi, Bibl. Nazionale 1190, del 1567.
  • M - Parigi, Bibl. Nazionale 1174, XII sec.
  • N - Parigi, Bibl. Nazionale 1176, XIII sec.
  • O - Milano, Bibl. Ambrosiana A63, XI (?) sec.
  • P - Milano, Bibl. Ambrosiana C92, X (?) sec.
  • Q - Veneto Marciano 40, XVI sec. (mutilo)
  • R - Dresda, A187, XVI (?) sec.

Il Protovangelo inoltre fu successivamente tradotto in Siriaco, Etiopico, Copto, Georgiano, Paleo-slavo, Armeno, Arabo, Irlandese. L'assenza di antichi manoscritti in latino mostra che l'accoglienza nell'occidente latino fu tiepida e comunque tarda.

[modifica] Genere

Il Vangelo di Giacomo appartiene al genere dei cosiddetti vangeli dell'infanzia. Questi presentano un carattere abbondantemente e gratuitamente miracolistico, che contrasta con la sobrietà dei 4 vangeli canonici, col fine di illustrare i dettagli relativi alla vita pre-ministeriale di Gesù altrimenti ignoti. Tale letteratura è caratterizzata da una assente o imprecisa conoscenza degli usi e costumi giudaici o da altre imprecisioni di natura storica o geografica, che ne inficiano il valore storico degli eventi narrati. Inoltre, nessuna di tali opere compare in qualche manoscritto biblico o in antichi elenchi dei testi canonici ritenuti ispirati.

Altri vangeli apocrifi dell'infanzia sono il Vangelo dell'infanzia di Tommaso, il Vangelo dello pseudo-Matteo (basato su quelli di Giacomo e Tommaso), il cosiddetto Vangelo Arabo dell'infanzia. Le caratteristiche stilistiche di tali opere suggeriscono datazioni a partire dal II secolo.

[modifica] Contenuto

Storie di Gioacchino ed Anna, affresco staccato e riportato su tela, 1544-45, Brera, Milano. Particolare dell'annunciazione ai genitori di Maria.
Storie di Gioacchino ed Anna, affresco staccato e riportato su tela, 1544-45, Brera, Milano. Particolare dell'annunciazione ai genitori di Maria.

I 25 capitoletti (molto più brevi degli omologhi canonici) possono essere suddivisi in base al contenuto in 3 parti di 8 capitoli ciascuno, più la conclusione:

[modifica] 1-8: nascita di Maria e presentazione al tempio

  • 1. Dolorosa sterilità di Gioacchino, sacerdote presso il tempio di Gerusalemme.
  • 2. Dolore di Anna, moglie di Gioacchino.
  • 3. Lamentazione di Anna con preghiera al Signore.
  • 4. Un angelo annuncia separatamente ad Anna e Gioacchino l'esaudimento della preghiera.
  • 5. Nascita di Maria.
  • 6. All'età di un anno Maria viene presentata al tempio.
  • 7. All'età di tre anni decidono di portarla al tempio come dono al Signore.
  • 8. Maria cresce nel tempio, "allevata come una colomba, e riceveva il cibo dalla mano di un angelo". A 12 anni il sommo sacerdote chiede indicazioni a Dio circa il futuro di Maria e gli risponde di radunare tutti i vedovi della Giudea. Un segno miracoloso mostrerà a chi dovrà andare in sposa.

[modifica] 9-16: scelta di Giuseppe come sposo verginale

  • 9. I vedovi, tra cui Giuseppe, si presentano al tempio e danno i loro bastoni al sommo sacerdote. Questi entra nel tempio, li depone, prega, esce li restituisce ai proprietari. Giuseppe prese l'ultimo bastone e uscì da esso una colomba che si posa sul suo capo.
« Allora il sacerdote disse a Giuseppe: "Tu sei stato prescelto a ricevere la vergine del Signore in tua custodia! Giuseppe si schermì dicendo: "Ho già figli e sono vecchio, mentre essa è una fanciulla! Che io non abbia a diventare oggetto di scherno per i figli di Israele!" »
Ma su insistenza del sommo sacerdote Giuseppe prese in custodia Maria e tornarono alla casa di lui, ma lui parte per lavoro.
  • 10. Maria inizia a filare dei tessuti per il tempio.
  • 11. Annunciazione dell'angelo a Maria (v. Lc1,26-38).
  • 12. Maria riporta i tessuti al sacerdote. Visitazione alla parente Elisabetta (v. Lc1,39-56). Maria aveva 16 anni.
  • 13. Ritorno di Giuseppe. Trova Maria incinta e si dispera pensandola infedele.
  • 14. Un angelo annuncia in sogni a Giuseppe che la gravidanza è opera dello Spirito Santo (v. Mt1,21-25).
  • 15. Lo scriba Anna da Giuseppe scopre la gravidanza di Maria. Sono condotti dal sommo sacerdote che li accusa di aver violato la promessa verginale di Maria.
  • 16. Il sommo sacerdote fa bere loro l'acqua amara per scoprire l'adulterio (v. Nm5,17-28) ma superano la prova.

[modifica] 17-24: nascita di Gesù

  • 17. Decreto del censimento dell'imperatore Augusto (v. Lc2,1-3). Giuseppe parte con Maria.
  • 18. Si fermano in una grotta presso Betlemme. Giuseppe va a cercare una levatrice. Il tempo si ferma.
  • 19. Giuseppe torna con una levatrice alla grotta che è pervasa di una grande luce. La levatrice crede alla nascita verginale.
  • 20. Una seconda levatrice incredula, Salomè, introduce un dito nella natura di Maria per verificarne la verginità ma si ustiona la mano. Pentita, un angelo la guarisce.
  • 21. Arrivano i re magi a Betlemme portando i loro doni (v. Mt2,1-12).
  • 22. Erode ordina l'uccisione dei bambini (v. Mt2,16). Elisabetta, parente di Maria, viene miracolosamente nascosta da un angelo con Giovanni dentro una montagna.
  • 23. Zaccaria, padre di Giovanni, ucciso segretamente da Erode.
  • 24. Una voce nel tempio miracolosamente annuncia ai sacerdoti l'uccisione di Zaccaria.
  • 25. Conclusione pseudoepigrafica di Giacomo.

[modifica] Critica

Quanto al contenuto il testo può essere suddiviso nelle tre parti suddette. Quanto allo stile e al linguaggio, vi è una netta distinzione tra le prime due parti (cc. 1-16) e la terza (cc. 17-24), più attenta al materiale canonico e in parte ad essa sovrapposto. Verosimilmente si trattava di due (o tre, scindendo i cc.1-8 dai 9-16) tradizioni orali originariamente distinte accomunate dall'intento di dichiarare esplicitamente la purezza e la verginità di Maria, poi unite in fase redazionale.

Tutto il testo è impregnato di miracoli che appaiono spesso gratuiti e plateali. Questo è più conforme al genere mitico o fiabesco che al genere storico che traspare nei Vangeli canonici. In tale opere, quando in particolare Gesù compie miracoli lo fa con una certa ritrosia, imponendo a volte di non divulgare il fatto, e sempre con l'intento di suscitare la fede nel suo insegnamento.

Il particolare dei nomi dei genitori di Maria, Anna e Gioacchino è all'origine di un'ininterrotta devozione popolare che non può essere falsificata a partire da altre fonti storiche.

Il Protovangelo, similmente agli altri vangeli dell'infanzia, intende presentare alcuni personaggi che compariranno poi nelle opere canoniche. Lo scriba delatore Anna del c. 15 va probabilmente identificato con l'Anna (abbreviazione del nome maschile Anania) che ricoprì la carica di sommo sacerdote tra il 6 e il 15 d.C. e che in seguito affiancò e diresse il genero Caifa nella stessa carica tra il 18 e 36 d.C., giocando un ruolo chiave nella condanna di Gesù. La levatrice Salomè, dapprima incredula poi credente, va probabilmente identificata con la Salomè discepola di Gesù presente durante la passione, moglie di Zebedeo e madre degli apostoli Giacomo e Giovanni.

La crescita di Maria al tempio di Gerusalemme, nel quale sarebbe vissuta tra i 3 e i 12 anni (notare però l'incongruenza col c.12, che parla di 16 anni), implica un'usanza che non trova conferma in nessuna fonte storica ed appare inverosimile: la presenza di tale 'asilo' o 'collegio' all'interno dei locali del tempio, per quanto ristretto ed elitario, ne precluderebbe la somma ieraticità del luogo attribuitagli dagli Ebrei. Tale particolare, volto a sottolineare la santità di Maria dalla nascita, è accolto dalla tradizione ortodossa e può essere visto come il corrispettivo ortodosso del dogma cattolico della immacolata concezione.

La descrizione di Giuseppe come anziano vedovo con figli (c. 9) compare per la prima volta proprio nel Protovangelo. Tale elemento, che non trova riscontro nei Vangeli canonici, cerca di chiarire la natura dei fratelli di Gesù che compaiono nei vangeli, indicandoli come fratellastri. Questa interpretazione verrà poi ripresa da Origene nel passo summenzionato del Commentario al Vangelo di Matteo, e in seguito fatta propria fino ad oggi dalla tradizione della Chiesa Ortodossa (la tradizione della Chiesa Cattolica invece opta per l'interpretazione dei fratelli di Gesù come cugini di primo grado, figli di Alfeo-Cleofa e Maria di Cleofa). L'anzianità di Giuseppe risulta invece universalmente presente nella tradizione iconografica cristiana, come anche il particolare del bastone (usualmente appare fiorito sulla falsariga di Nm17,17-24).

Anche la descrizione del luogo della nascita come una grotta (c.18) compare per la prima volta nel Protovangelo. Questo particolare non è presente nei vangeli canonici e godette in seguito di un'ampia diffusione nelle raffigurazioni artistiche della natività, fino a molti degli attuali presepi. L'architettura della Chiesa della Natività di Betlemme, voluta dall'imperatore Costantino I, conferma questa tradizione. Tale particolare non deve essere necessariamente visto come in antitesi con l'altra diffusa tradizione popolare, quella della nascita in una stalla: l'orografia della Palestina è caratterizzata da numerose piccole grotte che venivano spesso usate come dispense o piccole stalle, sovente ampliate e incorporate in costruzioni in muratura.

[modifica] Bibliografia

  • I vangeli apocrifi. A cura di Marcello Craveri. Torino, Einaudi 1969.

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Voci correlate


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