San Giuseppe (Santa Maria di Licodia)
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il venerato simulacro di San Giuseppe, è un opera di grande pregio artistico e di immenso valore affettivo e devozionale per gli abitanti di Santa Maria di Licodia. La statua del Santo Patrono dei licodiesi, è gelosamente custodita presso la Chiesa Madre ed accresce il patrimonio artistico della stessa.
Patriarca San Giuseppe |
ignoto, secolo XVI-XVII |
legno e stucco, altezza 157 cm |
Santa Maria di Licodia, Chiesa Madre |
Indice |
[modifica] La Storia
Le origini del culto al Santo Patriarca sono molto remote, probabilmente esso crebbe nella comunità licodiese intorno al secolo XVI, alimentato dal fervente zelo dei Padri Benedettini. Il simulacro del santo, nelle sue attuali forme, è frutto di maestranze locali del secolo XVII. In effetti l’origine della statua risalirebbe al secolo precedente, ma essa raffigurava un altro santo, probabilmente Sant’Elia. Con l’affermarsi della devozione verso lo Sposo della Vergine, il vetusto simulacro venne adattato per conformarsi all’iconografia tipica del Patriarca. L’opera ha trovato sempre degna collocazione all’interno della Chiesa Madre, ma in diversi luoghi a secondo delle trasformazioni dell’edificio. Attualmente è collocato all’interno del sacello, magnificamente celato da una elaborata porta lignea del secolo XVIII, sulla parete sinistra della Cappella del Santissimo Sacramento.
[modifica] L’Opera
Il simulacro presenta connotazione tipicamente barocche. L’ignoto artista ha conferito alla statua lignea, ottimamente proporzionata, uno spiccato senso del movimento, e una leggerezza nelle forme particolarmente efficace nella resa degli elaborati panneggi. I colori delle vesti rimarcano l’iconografia, allegoria di Cristo, il manto marrone, infatti significa l’incarnazione umana e la veste blu per raffigurare la divinità. L’accostamento di tali colori richiama quindi un fondamentale mistero della Cristianità, ossia l’incarnazione del Verbo di Dio, avvenuta anche mediante l’ausilio di San Giuseppe. Questi presenta un volto raggiante, benché rappresentato molto avanti nell’età, con un espressione serena e sorridente, ombrata da una leggera malinconia, dovuta alla consapevolezza della Passione di Cristo. L’ampia fronte stempiata è recinta da morbidi capelli canuti.
L’usanza di raffigurare il Patriarca San Giuseppe molto avanzata nell’età, deriva dalla sua descrizione evangelica, dove viene menzionato come uomo giusto. Per meglio istruire i fedeli sulla saggezza del Santo, si preferì attribuirgli una aspetto molto avanzato negli anni, l’uomo anziano è infatti per antonomasia simbolo di saggezza. Ma l’iconografia ha tratto ispirazione anche dai vangeli apocrifi, che vogliono Giuseppe molto invecchiato al momento del matrimonio con Maria, in modo da difendere ancora meglio il dogma della verginità perpetua di lei. Il bastone fiorito, elemento iconografico fondamentale, anch’esso desunto da un racconto apocrifo, è adagiato sulla spalla, sostenuto dal braccio sinistro.
Le nodose mani protese tipiche del lavoratore, san Giuseppe era infatti falegname, reggono il Figlio di Dio, che viene donato ai fedeli disteso su un panno bianco, preludio al sudario. Il corpo di questi è nudo perché con l’incarnazione Dio si svela e si rende comprensibile anche agli uomini. Il Bambino dal volto sorridente, contornato da ondulati capelli aurei, volge lo sguardo verso il fedele, ruotando il suo corpicino tra le braccia del padre che indica come modello di saggezza. La gamba di Giuseppe è sporgente in avanti a guisa di moto camminante. L’ampio manto avvolge morbidamente il corpo, formando delicate volute e molteplici pieghe, lasciando scorgere altresì la veste legata alla vite con una fascia dorata, ed aperta all’altezza del collo per distinguere il sottostante camice bianco. La corta veste lascia scoperte le caviglie alterate da ingrossamenti e i piedi con i calzari dai lacci dorati. Una elaborato poliedro, con articolati decori, fa da base alla statua.
[modifica] Note e curiosità
Il simulacro è visibile ai fedeli solamente durante le festività patronali, il 18 e 19 marzo e l’ultima domenica di Agosto. Solitamente viene arricchito da elementi in argento quali due corone finemente cesellate del secolo XVI, da una raggiera posta sul capo del santo, opera di cesello catanese del 1810, e dal bastone e dai gigli realizzati nel 1975, al posto dei precedenti settecenteschi, sottratti insieme agli antichi ex voto nel 1974. Durante i solenni festeggiamenti che si tengono in agosto, è uso rivestire il simulacro di tanti preziosi monili donati dal popolo devoto. In tale occasione il simulacro del Patrono viene condotto in processione per le vie del paese, su un prezioso Fercolo ligneo, magistrale opera del settecento, che durante le lunghe processioni viene tirato da molti devoti.
[modifica] Voci correlate
- Santa Maria di Licodia
- Chiesa del Santissimo Crocifisso (Santa Maria di Licodia)
- San Giuseppe
- Festa di San Giuseppe a Santa Maria di Licodia