Rocca d'Olgisio
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La Rocca d'Olgisio è un imponente complesso fortificato posto su di una rupe scoscesa a cavallo tra la val Tidone e la val Chiarone nel comune di Pianello Val Tidone, in provincia di Piacenza. Posto su un ripido crinale a 564 m. s.l.m. di altezza che, pur non essendo in sè una gran altitudine, in questa zona appenninica di non elevati rilievi permette una vista panoramica sulla pianura Padana e le valli circostanti.
Indice |
[modifica] Storia
La tradizione vuole che il castello fosse all'inizio del V secolo di un nobile di nome Giovannato. Le prime notizie certe che ci sono pervenute risalgono al 1037 quando Giovanni (canonico nella cattedrale di Piacenza) cedette la proprietà ai monaci di San Savino, che la mantennero fino al 1296. Per un centinaio d'anni, periodo storicamente turbolento, si succedettero vari proprietari fino al 1378 quando Galeazzo Visconti assegnò la rocca e il feudo a Jacopo Dal Verme, famoso capitano di ventura di origine veronese. I Dal Verme la mantennero, con vari periodi di interruzione, fino all'estinzione della famiglia nel XIX secolo. Con vari passaggi di mano, durante i quali venne completamente depredata degli arredi, arrivò nel 1979 alla famiglia Bengalli che ha provveduto alla ristrutturazione e al ripristino dell'antico splendore.
Durante la Seconda Guerra Mondiale fu sede del comando della II divisione partigiana di Piacenza e per questo motivo venne fatta oggetto di tiri di artiglieria e attacchi da parte delle truppe tedesche presenti nella zona.
[modifica] La rocca
Tre cinte murarie, di cui l'ultima costruita nell'ottocento, circondano il complesso di fabbricati di epoche diverse a cui si accede attraverso due ingressi. Sullo stipite del portone che permette l'ingresso dalla terza cinta muraria nel cortile è scolpito il motto Arx impavida, questo accesso era dotato fino all'inizio dell'ottocento di ponte levatoio e protetto da un'inferriata a saracinesca. All'interno del cortile è situato il pozzo, profondo una cinquantina di metri su cui insistono leggende di passaggi segreti e vie di fuga dal castello. Nel complesso, che è molto articolato, possiamo vedere: l'oratorio, la torre della campana, il mastio con saloni affrescati e un loggiato di vedetta cinquecentesco.
All'esterno poco oltre le cinte di mura, vi sono alcune grotte, che ospitavano una necropoli preistorica, sono legate ad avvenimenti leggendari e sacri: la grotta delle sante (Faustina e Liberata), dei coscritti e del cipresso.
[modifica] Le Sante
Santa Liberata da Como e santa Faustina di Como sono nate qui, figlie del nobile Giovannato proprietario della rocca. Fuggirono dal castello per evitare il matrimonio imposto dal padre e si rifugiarono a Como dove fondarono un monastero. Entrambe monache benedettine sono legate ad alcune leggende locali e hanno dato il nome a una delle grotte poste sul crinale.
[modifica] Oggi
La rocca fa parte del circuto dei Castelli del ducato Parma e Piacenza ed è visitabile da aprile a ottobre nei giorni festivi, in altre date è aperta per visite guidate su prenotazione.
[modifica] Bibliografia
- Carmen Artocchini Castelli piacentini - Edizioni TEP Piacenza 1967
- Daniela Guerrieri Castelli del Ducato di Parma e Piacenza - NLF 2006
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
- Portale Emilia: accedi alle voci di Wikipedia che parlano di Emilia