Dal Verme
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I Dal Verme sono un'illustre famiglia di condottieri e feudatari dell'Italia settentrionale, originaria di Verona e stabilitasi poi a Milano, Piacenza, Bobbio e Voghera.
Se ne hanno notizie fin dal XIII secolo con Nicola. A Verona e in altre città ebbero importanti cariche (podestà, capitano del popolo, governatore), fino al XIV secolo con Pietro e a partire da Luchino (+ 1372 in Siria) figlio di Pietro, cominciarono anche l'attività di condottieri al servizio inizialmente di Venezia e Verona. Jacopo (Verona 1350 - + Venezia 1409) figlio di Luchino, passò nel 1379 al servizio dei Visconti, cui la famiglia fu in seguito fedelissima. Cominciò ad acquisire feudi nel territorio di Bobbio (Zavattarello, Trebecco, Romagnese, Ruino), nucleo della futura grande signoria della casata e nel 1387 è nominato dai Visconti vassallo di Bobbio. Suo figlio Luigi (+ 1449), al servizio di Filippo Maria Visconti, nel 1436 divenne signore di Voghera, Bobbio, Castel San Giovanni e della Valsassina. Il figlio di Luigi, Pietro, fu anch'egli generale dell'esercito milanese sotto gli Sforza, ma nel 1485 fu assassinato, nell'ambito dei torbidi che portarono al potere Ludovico il Moro, il quale, avversario della famiglia per la sua fedeltà ai precedenti Duchi, confiscò tutti i feudi, nonostante le proteste di Taddeo, fratello superstite di Pietro. Non meglio andò sotto i francesi che sostituirono gli Sforza; solo i figli di Taddeo, Marcantonio e Federico, rientrati nelle grazie degli Sforza, ebbero la conferma dei feudi (tranne Castel San Giovanni passato nel frattempo ai Duchi di Parma e Piacenza). Nel 1516 si formò il Marchesato di Bobbio che univa i feudi con le contee di Tortona e le terre della signoria del Malaspina (mandamenti di Varzi, Ottone, Torriglia e Santo Stefano d'Aveto). Nel 1530 i feudi di Bobbio e Voghera furono divisi tra i due fratelli, ma sempre sotto il Marchesato di Bobbio, e la famiglia si divise in tre linee:
- Linea di Voghera e Milano, discesa da Marcantonio, ebbe la contea di Voghera e i feudi di Zavattarello, Trebecco, Ruino con Torre degli Alberi (compresi nella Contea di Bobbio) e la Valsassina (persa nel 1647). Nel 1593 il governo spagnolo, col pretesto di un'antica nascita illegittima, confiscò il feudo di Voghera, dove tuttavia i Dal Verme continuarono a risiedere e a essere i maggiori possidenti. Mantennero tuttavia il feudo di Zavattarello e Trebecco fino all'abolizione del feudalesimo. La famiglia, residente a Milano, è tuttora molto fiorente in molte linee.
- Linea di Bobbio, discesa da Federico, ebbe la contea di Bobbio con Romagnese e Corte Brugnatella, Pecorara e Rocca d'Olgisio; si estinsero nel XIX secolo poco dopo l'abolizione del feudalesimo, l'ultimo della casata fu Carlo (Bobbio 1673-1759).
- Linea di Bobbio e Piacenza subentrarono nel 1759 alla linea di Bobbio prendendone i feudi, essi erano discendenti della linea di Castel San Giovanni.
Nel 1743 si formarono le province di Voghera, Bobbio e Tortona che passarono sotto i Savoia. La Provincia di Bobbio comprendeva i mandamenti di Bobbio, Varzi, Zavattarello, Ottone, Torriglia e Santo Stefano d'Aveto (cioè buona parte dell'Oltrepò l'alta Val Trebbia e la Val d'Aveto). Nel 1770 il Marchesato ormai superato venne abolito. Nel periodo napoleonico i mandamenti di Torriglia e Santo Stefano d'Aveto passarono a Genova e Bobbio è circondario data l'abolizione delle province. Nel 1805 i Dal Verme vendono il castello a Paolo Della Cella assieme al titolo di Marchese.L'immobile passerà poi ai marchesi Piccinini, e dal 1956 allo Stato Italiano. Nel 1815 Bobbio ritorna ad essere provincia fino al 1861 quando con l'unità d'Italia vi è un ordinamento amministrativo e torna ad essere circondario, fino al 1923 quando viene smembrato tra le province di Genova, Piacenza e Pavia.
[modifica] Marc'Aurelio Dal Verme
Dal Verme Marc'Aurelio succeduto al padre conte Pierantonio nel 1580, restò signore di Voghera e di tutto lo stato vermesco per tredici anni, infatti nel 1593 a seguito di un ricorso sulla leggitimità dei requisiti di detenzione del feudo presentato alla corte spagnola da un pretendente, la famiglia Dal Verme venne espropriata di tutto il feudo. Gli spagnoli all'atto dell'espropriazione materiale del feudo concessero al conte Marc'Aurelio di ritirarsi con tutta la corte presso un castello da scegliersi all'interno dei suoi ex possedimenti, e la scelta di quest'ultimo ricadde sul Castrum de Durobecho, in quanto l'antico castello di Trebecco, racchiudeva tutti quelli elementi di regalità indispensabili per accogliere il discendente della casata dei Dal Verme. All'interno del borgo di Trebecco, il conte Marc'Aurelio avviò varie opere di restauro dell'antico maniero e ordinò la riqualificazione di vari immobili siti a ridosso delle mura del castello, con l'edificazione di una nuova chiesa maggiormente capiente al di fuori delle mura dello stesso. L'edificio religioso che venne intitolato San Giacomo Maggiore Apostolo, in memoria della vittoria ottenuta dai suoi avi nella famosa battaglia di Nizza. Il Conte Marc'Aurelio Dal Verme rimase in esilio a Trebecco celibe, fino alla morte e alla successiva sepoltura avvenuta all'interno del suo castello nell'anno 1601
[modifica] Carlo Dal Verme
Carlo Dal Verme (Bobbio 1673-1759), fu l'ultimo della linea di Bobbio che passò a quella di Bobbio-Piacenza; scrisse le memorie più antiche della famiglia.
[modifica] Eleuterio Dal Verme
[modifica] Federico Dal Verme
Dal Verme Federico, nipote di Pietro, fu comandante delle milizie ducali al servizio degli Sforza e combatté contro il re di Francia, contribuendo validamente alla cacciata degli stranieri. Francesco II Sforza gli concesse l'uso di tutti i suoi beni e perciò egli fu signore di Voghera, Castel San Giovanni, Bobbio, Zavattarello, Trebecco, Romagnese e Ruino.
[modifica] Ferdinando Dal Verme (esploratore)
Dal Verme Ferdinando (Milano 1846 - Bagamoyo in Tanganica 1873), esploratore, gli furono intitolete le cascate Dal Verme sul Giuba.
[modifica] Filippino Dal Verme
Dal Verme Filippino, nel 1387 militava contro i bolognesi al comando di una squadra di mille cavalli nella compagnia del conte Lucio Lando. Fu in seguito al servizio di Antonio della Scala, signore di Verona, quando i Visconti e i Carraresi gli mossero guerra. Conquistata Verona dal Visconti, passò agli stipendi del vincitore. Andò quindi a servire Ladislao e Giovanna II nelle loro guerre contro gli Angioni.
[modifica] Francesco Dal Verme
Dal Verme Francesco (Milano 1823 - 1899), fece costruire a Milano nel 1872 il teatro Dal Verme (architetto Pestagalli).
[modifica] Genesio Dal Verme
Dal Verme Genesio, non esistono notizie biografiche attendibili, tuttavia il suo nome si trova negli scritti dell'assedio di Verona messo dal Gattamelata e dal Colleoni nel 1439. Il duca di Milano concesse al Genesio il diritto di rappresaglia, perché appunto in Verona era stato spogliato delle armature e dei beni.
[modifica] Giacomo I Dal Verme
Dal Verme Giacomo I, militò nelle file spedite dal duca di Milano in soccorso di Piero de Medici contro i fuorusciti fiorentini, guidati da Bartolomeo Colleoni e fu ucciso nel 1467 nel combattimento della Ricciardina, o Molinella, nel bolognese.
[modifica] Giacomo II Dal Verme
Dal Verme Giacomo II, nel 1512, quando Papa Giulio II riformò la Lega Santa per scacciare i francesi dall'Italia, fu il primo che con le armi alla mano, penetrò nel Piacentino. Quando i francesi recuperarono lo stato di Milano, nel 1515, malgrado le forze superiori del nemico, si presentò sempre tra i primi a combattere. Nel 1517 alla difesa di Rocca d'Olcese si comportò con valore; ma obbligato da un traditore, che aveva promossa tra le milizie una grave defezione, ad arrendersi, poté salvarsi con la fuga. Si annidò nelle campagne del Piacentino e molestò continuamente i francesi, fino al 1521, anno in cui furono cacciati dall'Italia.
[modifica] Gian Maria Dal Verme
[modifica] Giano Dal Verme
Dal Verme Giano fu costantemente al servizio di Carlo V. Impegnato in tutte le guerre dei suoi tempi contro i francesi, comandava un reggimento. Si segnalò in un fatto d'arme accaduto a Pianelle, qui, benché ferito tre volte, continuò a combattere tenacemente. Obbligò con il suo slancio i francesi a togliere l'assedio a Fossato. Morì a Bobbio, il 10 giugno 1582.
[modifica] Jacopo Dal Verme
Dal Verme Jacopo (Verona 1350 - Venezia 1409), figlio di Luchino, condottiero, servì Gian Galeazzo Visconti e Venezia. Nel 1387 fu nominato vassallo di Bobbio e vinse nel 1391 in una battaglia presso Alessandria l'esercito francese di Giovanni d'Armagnac con milizie esclusivamente italiane.
[modifica] Luchino I Dal Verme
Dal Verme Luchino, condottiero lombardo figlio di Pietro, nacque intorno al 1320. Uno dei suo avi, Nicola, era stato il capo della fazione guelfa della sua città e nel 1228 la aveva degnamente rappresentata al congresso di San Zenone nel rinnovamento della Lega Lombarda contro Federico II. Nella prima giovinezza fu alla corte e al servizio degli Scaligeri, ma subito dopo lo troviamo in Lombardia, nelle file dei Visconti contro Firenze; in seguito al governo del genovesato e a quello di Alba. Combatté contro Giovanni Acuto nel 1336 come comandante delle Milizie ducali. Un lungo periodo della sua vita la trascorse senza imprese di notevole importanza, ma certamente al servizio dei signori di Milano, per i quali nel 1356 prese parte all'assedio di Pavia contro i Beccaria e i marchesi del Monferrato, vincendo definitivamente il rivale Giovanni Acuto. Nel 1363 con travolgenti azioni militari occupò molte terre di Tortona, di Pavia e di Novara, già sottomesse al Monferrato. Fatta la pace tra i Visconti e la parte dei Guelfi, Luchino passò al servizio dei veneziani, per vivo interessamento del Petrarca, che lo ebbe come amico. Prese parte alla spedizione di Candia nel 1364 e in soli tre giorni sottomise l'isola. Dopo un lungo soggiorno in Oriente tornò al servizio dei Visconti contro i Monferrato. Infine, tornato in Siria per combattere i Turchi, morì nel 1372. Fu cavaliere nel vero senso della parola, generoso con i vinti, non avido di bottino, non sanguinario. Le sue relazioni con il Petrarca ne attestano non solo la cultura, rara a quei tempi per gli uomini d'arme, ma animo buono e gentile.
[modifica] Luchino II Dal Verme
Dal Verme Luchino II, nel 1545 giurò fedeltà a Pier Luigi Farnese, fatto duca di Parma e Piacenza. Militò al servizio della Spagna, con cinquecento fanti a sue spese, e chiamato a Roma da Papa Pio V, suo parente, nel 1562 fu eletto capitano della guardia dei cavalleggeri e quindi generale delle galere. Morì a trentadue anni a Genova, sicuramente avvelenato.
[modifica] Luchino Dal Verme (generale e politico)
Dal Verme Luchino (Milano 1838 - Roma 1911), militare e uomo politico italiano. Capitano di SM durante la terza guerra d'indipendenza, raggiunse il grado di tenente generale. Deputato al Parlamento dal 1896, fu sottosegretario alla Guerra e poi ministro nel gabinetto Di Rudinì. Lasciò il servizio militare nel 1898 continuando la vita politica. Raccolse ed ampliò le memorie della famiglia ereditate da Carlo Dal Verme.
[modifica] Ludovico Dal Verme
Dal Verme Ludovico, fu condottiero di non scarsa rinomanza che troviamo nella quarta guerra tra Venezia e Filippo Maria Visconti, contro i veneti nella infausta ritirata da Brescia. Il personaggio apparve sulle rive del Sarca e circondò i nemici da ogni parte. La vittoria di quella giornata fu dovuta al coraggio dei capi e in particolar modo dal Colleoni. Lo troviamo sull'Oglio durante la pace di Cremona. Venne sconfitto, appena ricominciata la guerra, il 4 giugno del 1444 a Soncino. Nell'agosto del 1446, si trovava a Cremona contro il duca di Milano, e pochi mesi dopo a Pontremoli. L'ultimo fatto d'arme di cui si ha notizia nella biografie di questo capitano, è l'assedio di Monza nel quale morì.
[modifica] Luigi Dal Verme
Dal Verme Luigi (+ 1449), condottiero e figlio di Jacopo. È ignota la data della sua nascita. Seguendo la carriera del padre fu al soldo dei veneziani per interessamento del padre e poi nella compagnia di Muzio Attendolo Sforza contro la regina Giovanna di Napoli. Durante un intervallo di servizio agli ordini dei bolognesi fu sconfitto da Braccio da Montone. Tornò subito dopo con la Serenissima. Sposò Luchina Bussone, figlia del conte di Carmagnola, dal quale ebbe in eredità il palazzo che ancora oggi è nella via Broletto di Milano. Passo poi sotto Filippo Maria Visconti, infatti nel 1436 scoppiarono tra il duca di Milano e i fiorentini collegati ai veneziani le prime ostilità e il Visconti nominò Luigi Dal Verme Conte, dandogli i feudi di Bobbio, Voghera, Castel San Giovanni e la Valsassina. A Voghera i Dal Verme presero stanza, perpetuando le magnificenze dei signori italiani. Vinti i fiorentini a Pietrasanta, Luigi tornò in Lombardia nel 1437 e prese parte con Niccolò Piccinino alla difesa di Bellinzona e all'infelice scontro tra Orzinuovi e Soncino. Nel 1446, al soldo di Filippo Maria Visconti, accerchiò Cremona, insieme a Francesco Piccinino, ma intervenne, inviato dalla repubblica di Venezia, Scaramuccia da Forlì, che, in soccorso di Cremona, riuscì a superare l'accerchiamento. Fu poi a capo delle milizie estensi, quando fu conclusa la pace di Cavriana (1446), e con Francesco Piccinino e Carlo Gonzaga contro Attendolo a Monte Brianza, subendo perdite notevoli. Proclamata la Repubblica Ambrosiana nel 1447 e prescelto a capo delle forze armate dello stato di Milano il conte Francesco Sforza, Luigi si unì al conte e si trovò ai fatti d'armi di Piacenza e di Caravaggio, contribuendo alla sue elevazione a signore del Ducato di Milano. Ottenne quindi la conferma dei suoi feudi quando lo Sforza si fece signore di Milano. All'assedio di Monza e Melzo fu ferito e morì poco dopo, probabilmente di peste, il 4 settembre 1449.
[modifica] Marc'Antonio Dal Verme
Dal Verme Marc'Antonio, nel 1499 accorse in difesa di Ludovico il Moro, ma la sorte essendo stata avversa agli Sforza, un terribile bando fu emanato contro il Marc'Antonio, rifugiatosi nelle sue terre, vi si fortificò e non si arrese. Con sentenza del 2 aprile 1501 fu dichiarato ribelle e reo di lesa maestà, e quindi condannato a morte. Ma si salvò con la fuga, girovagò come fuggiasco fino al 1521, anno in cui i francesi furono scacciati dall'Italia. Morì nel 1538.
[modifica] Nicola Dal Verme
Dal Verme Nicola (XIII secolo), condottiero, fu uno dei capi guelfi lombardi in lotta con Federico II, e capeggiò i fuoriusciti guelfi di Verona, e fu uno dei principali artefici della difesa contro Federico II.
[modifica] Peterlino Dal Verme
Dal Verme Peterlino nel 1432 fu tra i condottieri scelti dal duca di Milano per accompagnare a Roma l'imperatore Sigismondo ed assisterne l'incoronazione. Nel 1443, seguendo Luigi, suo fratello, fu fatto prigioniero dai bolognesi, alla battaglia di San Giorgio.
[modifica] Pierantonio Dal Verme
[modifica] Pietro I Dal Verme
Dal Verme Pietro I, nel 1323 militò per Cangrande della Scala nelle guerre contro i carraresi. Fu capitano e podestà in molte città (Parma, Lucca, Treviso, ecc.). Nel 1328 fu uno dei trentotto personaggi decorato dal cintolo militare, in occasione delle feste celebrate a Verona per l'acquisto di Padova. Venezia lo annoverò tra i nobili nel 1364.
[modifica] Pietro II Dal Verme
Dal Verme Pietro II figlio di Luigi e ultimo dei fratelli Taddeo, Giovanni e Giacomo. Non si conosce esattamente la data della sua nascita. Francesco Sforza, per i meriti del padre lo insignì del Cintolo militare e lo reintegro in tutti i privilegi concessi alla sua Casa. Dall'anno 1467 la famiglia Dal Verme divenne una delle più cospicue e più doviziose d'Italia. Pietro fu mandato da Francesco Sforza contro Bartolomeo Colleoni che tentava di invadere la Toscana e prese parte allo scontro di Molinella. Il duca voleva darli in sposa la propria figlia naturale Chiara, ma egli prese in moglie Camilla del Maino e questo matrimonio fu causa di dissidio tra lui e il duca. Dissidio che fu rimarginato dopo poco tempo: tanto che per conto dei milanesi Pietro segui il duca in Piemonte nella guerra tra Filiberto di Savoia e Carlo I di Borgogna. Prese parte anche alla guerra contro i veneziani in aiuto del duca di Ferrara. Era suo destino, che rimasto vedovo, dovesse acconsentire alle nozze con Chiara Sforza, ma le nozze ebbero esito tragico, egli morì di veleno propinatogli da questa, il 17 ottobre 1485. I beni di Pietro furono confiscati da Ludovico il Moro, compreso il palazzo di Broletto, e donati da costui all'amante Cecilia Gallarati, moglie di Leopoldo Bergamini.
[modifica] Taddeo I Dal Verme
Dal Verme Taddeo I, comandò una squadra di cavalieri allo stipendio di Antonio della Scala, signore di Verona, che nel 1368, era stato chiamato in alleanza dai veneziani nella guerra contro i carraresi per gli affari del patriarcato di Aquileia. Rimase prigioniero a Catanzaro nel 1387, in una questione di guerra contro i carraresi. Nel 1389 seguì il cugino Jacopo nelle guerre di Toscana, ma a Poggio a Caiano fu ancora una volta prigioniero. Nella guerra tra il duca di Milano e i marchesi di Mantova dovette arrendersi a Carlo Malatesta, vincitore della battaglia di Governolo, nel 1397. Nel 1401 fu spedito alla difesa di Brescia. Nel 1404 fu di nuovo contro i carraresi nella difesa di Vicenza; venne respinto in ripetuti attacchi, ma riuscì a conservare la città. Nella guerra tra Mestre e Vicodarzere combattuta dai veneziani contro il marchese di Ferrara, dovette arrendersi a costui. Fu gravemente ferito alla battaglia di Mosca. L'ultima notizia è del 1413.
[modifica] Taddeo II Dal Verme
Dal Verme Taddeo II, fu uno dei condottieri di Francesco Sforza e nel 1485 doveva succedere al conte Pietro suo fratello, quando fu fatto avvelenare da Ludovico Sforza, che reggeva il ducato di Milano, per il nipote minorenne Galeazzo: ma invece fu spogliato con altri suoi fratelli della contea di Voghera e di altri feudi. Da qui terminò la sua vita in opere pie. Un'epigrafe sul suo monumento attesta che, esumato dal sepolcro tre anni dopo la morte, nel 1496, dal braccio asportatogli uscì sangue vivo.
[modifica] Ugolino Dal Verme
Dal Verme Ugolino nel 1368 militò nelle guerre degli Scaligeri contro i carraresi e cadde due volte nelle mani del nemico. Nel 1404 si pose allo stipendio dei veneziani.
[modifica] Bibliografia
- Crollalanza Goffredo Dizionario storico blasonico. Pisa, 1886;
- Candida Gonzaga B. Memorie delle famiglie nobili. Napoli, 1875;
- Ricotti E. Storia delle compagnie di ventura. Giuffrè Pompa&C. Torino, 1847;
- Litta Pompeo. Famiglie celebri italiane. Giusti Milano, 1834;
- Documenti diplomatici tratti dagli archivi milanesi. Osio, Milano, 1864-1865;
- Giuseppe Manfredi, Storia di Voghera, Voghera, 1908;
- I. Cusani, Storia compendiata di Milano dalle origini. Milano, 1861;
- Giulini GIULINI, Memorie spettanti alla storia, al governo, ed alla descrizione della città e campagna di Milano ne' secoli bassi. Edizione con note ed aggiunte (contiene le Memorie spettanti alla storia, al governo, ed alla descrizione della città e della Campagna di Milano ne' secoli bassi, Milano 1760-1765.
- Tabarrini Marco, Francesco Petrarca e Luchino dal Verme condottiero dei veneziani nella guerra di Candia, Voghera, Roma, 1893
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
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