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Limite di una funzione - Wikipedia

Limite di una funzione

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il limite di una funzione è uno dei concetti fondamentali dell'analisi matematica.

Tramite questo concetto viene formalizzata la nozione di funzione continua e di punto di discontinuità. Serve inoltre a definire la derivata ed è quindi basilare per tutto il calcolo differenziale.

Il limite di una funzione f in un punto x0 indica il valore "a cui si avvicinano sempre di più" i valori della funzione quando viene calcolata in punti sempre più vicini ad x0. Viene indicato con il simbolo

\lim_{x\to x_0} f(x).

Un concetto analogo, ma differente, è quello di limite di una successione. In entrambi i casi si analizza il comportamento di un oggetto matematico che "si avvicina" ad un dato valore: mentre in una successione l'oggetto matematico è un insieme discreto di punti, in una funzione questo è un insieme continuo.

Indice

[modifica] Definizione

[modifica] Limite di una funzione

Immagine:Limite1.png
Limite di una funzione in x0

Siano dati una funzione

f: X \rightarrow \R

definita su un sottoinsieme X della retta reale \R ed un punto di accumulazione x0 di X.

Un numero reale l è il limite di f(x) per x tendente a x0 se la distanza fra f(x) ed l è arbitrariamente piccola quando x si avvicina a x0.

La distanza fra i punti è misurata usando il valore assoluto della differenza: quindi | xx0 | è la distanza fra x e x0 e | f(x) − l | è la distanza fra f(x) ed l. Il concetto di "arbitrariamente piccolo" è espresso formalmente con i quantificatori "per ogni" (quantificatore universale) ed "esiste" (quantificatore esistenziale).

Formalmente, l è limite se

per ogni numero reale ε > 0 esiste un altro numero reale positivo δ tale che

| f(x) − l | < ε per ogni x in X con 0 < | xx0 | < δ.

In questo caso si scrive

\lim_{x \to x_0}f(x) = l.

Una definizione equivalente che usa gli intorni è la seguente: l è limite se

per ogni intorno U di l in  \R esiste un intorno V di x0 in  \R tale che

f(x) appartiene a U per ogni  x \neq x_0 in V \cap X.

Il valore x0 non è necessariamente contenuto nel dominio di f. Il valore è comunque escluso nella definizione di limite, poiché il limite deve dipendere soltanto dai valori di f in punti arbitrariamente vicini ad x0 ma non dal valore che f assume in x0.

[modifica] Estensione al caso infinito

La definizione di limite viene normalmente estesa per considerare anche i casi in cui x0 e/o l sono infiniti.

La funzione f ha limite infinito  l =+\infty in un punto finito x0 se

per ogni numero reale N > 0 esiste un altro numero reale δ > 0 tale che

f(x) > N per ogni x in X con 0 < | xx0 | < δ.

In questo caso si scrive

\lim_{x \to x_0}f(x) = +\infty.

Analogamente si definisce il limite  -\infty sostituendo f(x) > N con f(x) < − N.

Il limite per  è L.
Il limite per  x\to +\infty è L.

Per definire il limite per  x_0 = +\infty , è ancora necessario che  x_0=+\infty sia "punto di accumulazione" per il dominio X: questo si traduce nella richiesta che X contenga valori arbitrariamente grandi, cioè che il suo estremo superiore sia infinito:

\sup X = +\infty.

In questo caso, un numero finito l è limite di f per  x\to +\infty se:

Per ogni numero reale ε > 0 esiste un altro numero reale S > 0 tale che

| f(x) − l | < ε per ogni x in X con x > S.

In questo caso si scrive

\lim_{x\to+\infty}f(x) = l.

Analogamente si definisce il limite per  x \to -\infty , sostituendo x > S con x < − S.

Resta quindi da esaminare il caso in cui entrambi x0 ed l sono infiniti. La funzione f ha limite  + \infty per x\to+\infty se

Per ogni numero reale N > 0 esiste un altro numero reale S > 0 tale che

f(x) > N per ogni x in X con x > S.

In questo caso si scrive

\lim_{x\to+\infty}f(x) = +\infty.

Si definiscono analogamente i casi in cui  x_0=-\infty e/o  l=-\infty .

[modifica] Retta estesa e definizione generale

Tutte queste definizioni possono essere raggruppate elegantemente in una sola proposizione: per questo scopo, è sufficiente estendere la retta reale  \R alla retta reale estesa

\reals^* = \reals \cup \lbrace -\infty, +\infty \rbrace

ottenuta aggiungendo due punti -\infty e +\infty . La retta reale estesa è un insieme ordinato ed uno spazio topologico. Il concetto di intorno si estende quindi alla retta reale estesa: gli intorni di  +\infty sono tutti gli insiemi che contengono una semiretta  (a,+\infty ) , per qualche a.

In questo modo, si possono riunire tutte le definizioni precedenti in una sola proposizione, ottenuta sostituendo  \R con  \R^* nella definizione che usa gli intorni. Sia quindi

f: X \to \R^*

una funzione definita su un insieme X di  \R^* , e sia x0 un punto di accumulazione per X. Un valore l in  \R^* è limite di f in x0 se

Per ogni intorno U di l in  \R^* esiste un intorno V di x0 in  \R^* tale che

f(x) appartiene a U per ogni  x \neq x_0 in V \cap X.

Per il teorema di unicità del limite, una funzione può avere un limite (finito o infinito) in x0 oppure nessuno (non può quindi averne più di uno).

[modifica] Terminologia

Se una funzione ha limite zero in x0, questa si dice infinitesima in x0. D'altro canto, se ha limite \pm\infty è detta divergente.

Se x0 è contenuto nel dominio X di f, e se vale

 \lim_{x\to x_0} f(x) = f(x_0)

allora la funzione è continua in x0. La nozione di continuità è molto importante in matematica: intuitivamente, una funzione continua in x0 ha il grafico che "non fa salti" intorno al punto, ma può essere disegnato manualmente senza staccare mai la penna dal foglio. Altrimenti, la funzione ha in x0 un punto di discontinuità.

[modifica] Esempi

Ecco alcuni esempi dell'utilità dei limiti: lo studio delle funzioni per punti particolari (non continui, oppure la tendenza verso gli estremi del grafico).

  • La funzione f(x) = x2 è continua in x0 = 3, perché il suo valore f(3) = 32 = 9 coincide con il valore ottenuto come limite:
    \lim_{x \to 3}x^2=9.
  • Quanto x diventa molto grande, il valore 1 / x diventa arbitrariamente piccolo, e tende quindi a zero:
    \lim_{x\to\infty}\frac 1x = 0.
  • Quando x diventa molto grande, il valore x3 diventa arbitrariamente grande, e tende quindi a  +\infty :
    \lim_{x\to +\infty} x^3 = +\infty.
  • La funzione seno oscilla indefinitivamente fra − 1 e + 1, e quindi non tende a nessun limite preciso per x\to\infty . Quest'affermazione si dimostra formalmente grazie al primo teorema delle restrizioni: siccome la restrizione del seno ai valori {\pi \over 2} + 2k\pi è costantemente 1 e la restrizione a -{\pi \over 2} + 2k\pi è costantemente -1, la funzione seno non può ammettere limite globale. Quindi:
     \lim_{x\to+\infty} \sin x = {\rm indefinito},
    o più rigorosamente:
    \nexists \lim_{x\to+\infty} \sin x.

[modifica] Limite destro, sinistro, per eccesso, per difetto

Per avere informazioni più precise è a volte utile utilizzare i concetti di limite destro e limite sinistro, definiti tramite la nozione di intorno destro e sinistro.

Un intorno destro di un punto x0 della retta estesa \R^* è un intervallo del tipo [x0,x0 + r[ con r > 0. Analogamente, un intorno sinistro è un intervallo del tipo ]x0r,x0]. In particolare, gli intorni di +\infty sono tutti sinistri e quelli di -\infty sono destri.

A questo punto, sia

 f:X\to\R

con x0 punto di accumulazione per X. Un valore l della retta estesa è limite destro per f in x0 se

Per ogni intorno U di l esiste un intorno destro V + di x0 tale che

f(x) appartiene a U per ogni x in  V^+ \cap X .

Il limite sinistro è definito in modo analogo. I limiti sinistro e destro (se esistono) vengono descritti rispettivamente come

\lim_{x \to x_0^+} f(x), \quad \lim_{x \to x_0^-} f(x).

Vale il risultato seguente:

Una funzione ha limite in x0 se e soltanto se ha limite destro e sinistro, e questi due limiti coincidono.

La funzione gradino di Heaviside ha un salto in x0 = 0, poiché i limiti sinistro e destro non coincidono.
La funzione gradino di Heaviside ha un salto in x0 = 0, poiché i limiti sinistro e destro non coincidono.

Ad esempio, la funzione gradino f mostrata in figura ha limite sinistro e destro in x0 = 0, ma questi non coincidono: quindi non ha limite in x0 = 0:

 \lim_{x\to 0^-} f(x) = 0, \quad \lim_{x\to 0^+} f(x) = 1.

Le nozioni di limite per difetto e per eccesso vengono definite in modo analogo, sostituendo l'intorno U di l con intorni destri e sinistri. I limiti per difetto e per eccesso (se esistono) possono essere indicati con un piccolo abuso di linguaggio nel modo seguente:

l^+ = \lim_{x \to x_0} f(x), \quad l^- = \lim_{x \to x_0} f(x) .

[modifica] Proprietà di base

[modifica] Limitatezza locale

Per il teorema di limitatezza locale, una funzione che ha limite finito in x0 è limitata in un intorno di x0, ovvero esistono un numero K > 0 ed un intorno V di x0 tale che | f(x) | < K per ogni x del dominio contenuto in V.

D'altra parte, una successione limitata in un intorno di x0 non ha necessariamente limite in x0: ad esempio la funzione gradino è ovunque limitata, ma non ha limite in zero.

[modifica] Permanenza del segno

Per il teorema di permanenza del segno, se una funzione ha limite l > 0 strettamente positivo in x0, allora assume valori strettamente positivi per ogni x sufficientemente vicino a x0. In altre parole, esiste un intorno V di x0 tale che f(x) > 0 per ogni x del dominio in V diversa da x0.

Analogamente, una funzione che ha limite l < 0 strettamente negativo ha valori strettamente negativi per tutti gli x sufficientemente vicini a x0. Una funzione che ha limite l = 0 può assumere vicino a x0 valori di entrambi i segni (ad esempio la funzione f(x) = x con x0 = 0).

[modifica] Confronto fra funzioni

[modifica] Confronto fra due funzioni

Siano f e g due funzioni definite su un dominio X, con x0 punto di accumulazione per X. Se  f(x) \geq g(x) per ogni x del dominio in un intorno V di x0, e se entrambe le funzioni hanno limite in x0, allora vale

\lim_{x\to x_0} f(x)\geq \lim_{x\to x_0} g(x).

Questo risultato è ottenuto applicando il teorema di permanenza del segno alla differenza fg.

[modifica] Teorema del confronto (o dei carabinieri)

Il teorema del confronto (o dei carabinieri) asserisce che una funzione "stretta fra due successioni" convergenti allo stesso limite converge anch'essa a questo limite. Formalmente, se f,g e h sono tre funzioni definite su un dominio X con punto di accumulazione x0, tali che

f(x)\leqslant g(x) \leqslant h(x)

per ogni x\neq x_0 del dominio in un intorno di x0, e tali che

 \lim_{x\to x_0} f(x) = \lim_{x\to x_0} h(x) = l

allora anche

 \lim_{x\to x_0} g(x) = l.

Viene detto "dei carabinieri" perché f(x)\, ed h(x)\, vengono immaginati come i due carabinieri che portano in cella g(x)\,

[modifica] Operazioni con i limiti

Per approfondire, vedi la voce operazioni con i limiti.

Funzioni aventi lo stesso dominio possono essere sommate o moltiplicate. In molti casi è possibile determinare il limite della funzione risultante dai limiti delle singole funzioni.

Siano f e g due funzioni con lo stesso dominio X, e x0 un punto di accumulazione per X. Se esistono i limiti

\lim_{x \to x_0}f(x) = l_1, \quad \lim_{x \to x_0}g(x) = l_2

allora

  1. \lim_{x \to x_0}(c \cdot f(x)) = c \cdot l_1 \qquad \forall c \in \R
  2. \lim_{x \to x_0}(f(x) \pm g(x)) = l_1 \pm l_2
  3. \lim_{x \to x_0}(f(x) \cdot g(x)) = l_1 \cdot l_2
  4. \lim_{x \to x_0}{1 \over f(x)} = {1 \over l_1} \qquad \mbox{se }l_1 \ne 0
  5. \lim_{x \to x_0}{f(x) \over g(x)} = {l_1 \over l_2} \qquad \mbox{se }l_2 \ne 0

Alcune delle uguaglianze elencate sono estendibili ai casi in cui l1 e/o l2 sia infinito, facendo uso delle operazioni seguenti:

  • l + \infty = + \infty\,\!
  • l -\infty = -\infty\,\!
  • + \infty + \infty = + \infty\,\!
  • - \infty - \infty = - \infty\,\!

e se  l \neq 0 , anche

  • l \cdot \infty =  \infty
  • {l \over 0} =  \infty
  • {l \over \infty} =  0

con i segni opportuni calcolati con la usuale regola del prodotto.

[modifica] Generalizzazioni

[modifica] Spazi metrici

Il concetto di limite è generalizzato ad ogni funzione

 f:X\to Y \,\!

fra spazi metrici X e Y nel modo seguente. Se x0 è un punto di X, un valore y0 di Y è limite di f(x) per  x\to x_0 se f(x) si avvicina arbitrariamente a y0 quando x si avvicina a x0. Formalmente, se

Per ogni ε > 0 esiste δ > 0 tale che

d(f(x),y0) < ε per ogni x con 0 < d(x,x0) < δ

In questo caso si scrive

\lim_{x\to x_0} f(x) = y_0.

Continua a valere il teorema di unicità del limite: una funzione non può tendere a due limiti diversi in un punto.

[modifica] Spazi topologici

La definizione si estende anche ad una funzione

 f:X\to Y \!\,

fra spazi topologici X e Y. Se x0 è un punto di X, un valore y0 di Y è limite di f(x) per  x\to x_0 se

Per ogni aperto U contenente y0 esiste un aperto V contenente x0 tale che

f(x) appartiene a U per ogni  x \neq x_0 in V.

L'unicità del limite qui può cadere se il codominio non è uno spazio di Hausdorff.

[modifica] Funzioni reali a più variabili

Per approfondire, vedi la voce Limite di funzioni a più variabili.

Lo spazio euclideo  \R^n è uno spazio metrico, con la metrica euclidea. Quindi la definizione di limite per spazi metrici si applica a qualsiasi funzione

 f:X\to\R^m

dove X è un qualsiasi sottoinsieme di  \R^n .

[modifica] Funzioni complesse

Una funzione complessa

f:\Complex  \rightarrow \Complex

può essere interpretata come funzione

f:\reals^2 \rightarrow \reals^2.

In questo modo è quindi anche definito il limite per funzioni fra insiemi di numeri complessi.

[modifica] Bibliografia

  • (EN) Miller, N. Limits Waltham, MA: Blaisdell, 1964

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni


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