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Cesare Zavattini - Wikipedia

Cesare Zavattini

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Cesare Zavattini (Luzzara20 settembre 1902 – Roma13 ottobre 1989) è stato uno sceneggiatore, giornalista, commediografo e poeta, pittore italiano.

È universalmente noto soprattutto per essere stato uno dei maggiori esponenti del neorealismo cinematografico.

Indice

[modifica] Biografia

Nato a Luzzara, un comune rivierasco del Po, in provincia di Reggio Emilia, svolse gli studi elementari dapprima a Luzzara poi a Bergamo dove conseguì anche la licenza ginnasiale, quindi ad Alatri presso il celebre liceo classico "Conti Gentili". Trascorse nella cittadina laziale buona parte della sua adolescenza; in seguito studiò legge all'università di Parma. La sua più grande passione fu però la scrittura: nel 1928 intraprese a Parma la carriera giornalistica, che continuò a Milano, collaborando a vari giornali, fondandone altri, lavorando dapprima per la Rizzoli e poi assumendo l'incarico di direttore editoriale presso la Mondadori. Nel 1934 si avvicinò al mondo del cinema ed i meriti gli furono riconosciuti nel 1936. La sua attività di narratore, per lo più umoristico, satirico, ironico, aveva preso l'avvio nel '31 col volume Parliamo tanto di me, che riscosse uno straordinario successo. Scrittore non sempre facile da inquadrare nelle "correnti" che il Novecento riconobbe, autore singolarmente critico verso la società, osservata tanto nei suoi aspetti dolorosi quanto in quelli umoristici, Zavattini costituì un fenomeno particolarissimo nell'ambito della letteratura italiana del secolo scorso. Nelle sue prime opere, dal 1931 al '43, in un'epoca condizionata dal regime fascista, Zavattini (Za per gli amici) presentò, in forme e contenuti inconsueti, il rapporto tra realtà e fantasia, cercando di privilegiare la prima attraverso originali mediazioni con la seconda. Oltre al libro d'esordio (Parliamo tanto di me), i suoi primi e più noti "lavori letterari" sono stati I poveri sono matti, un'opera pubblicata nel 1937, Io sono il diavolo (del 1941) e Totò il buono (del 1943) dal quale trarrà poi il film Miracolo a Milano. Già dalla metà degli anni '30, oltre alla produzione letteraria (e a quella pubblicistica), si dedicò con assiduità al cinema come soggettista e sceneggiatore. Fu, anche, tra i primi autori di fumetti. A partire dal dicembre 1936 egli diede vita alla saga di "Saturno contro la terra", sceneggiato da Federico Pedrocchi e disegnato da Giovanni Scolari (uscito su “I tre porcellini” 1936/’37, poi su “Topolino”, 1937) e, pubblicate nei periodici per ragazzi delle edizioni Mondadori, a numerose altre "storie a quadretti". Nel 1939 incontrò Vittorio De Sica, con cui produsse una ventina di film, tra i quali capolavori del neorealismo come Sciuscià (1946), Ladri di biciclette (1948), Miracolo a Milano (1951), Umberto D. (1952), ecc.

Tra i registi del cinema italiano ed internazionale con i quali Zavattini lavorò nei suoi oltre 80 film troviamo: Michelangelo Antonioni, Alessandro Blasetti, Mauro Bolognini, Mario Camerini, René Clement, Giuseppe De Santis,Federico Fellini, Pietro Germi, Alberto Lattuada, Mario Monicelli, Elio Petri, Dino Risi, Roberto Rossellini, Mario Soldati,Luchino Visconti o Damiano Damiani in L'isola di Arturo 1962

Zavattini si distinse, dunque, per la produzione copiosissima di soggetti cinematografici e l'attività instancabile volta al rinnovamento del cinema, una forma d'arte che egli considerava duttile e popolare, che avrebbe voluto piegare al rinnovamento civile della società, sottraendola alle lusinghe del mercato. Non va dimenticata infatti la sua opera costante volta a svecchiare anche altre forme di espressione artistica. Sul piano letterario l'apogeo critico lo raggiunse nel 1970 grazie alla pubblicazione di NON LIBRO + disco, un volumetto estroso ed anticonformista, scritto appositamente per non essere letto, cui era allegato un disco di vinile. L'opera fu particolarmente cara all'Autore sebbene molto contestata, ma l'elemento di rottura in essa preminente finì poi per stemperarsi nel clima convulso dei primi anni settanta.

Nel 1971 fu tra i firmatari del documento pubblicato sul settimanale L'espresso contro il commissario Luigi Calabresi e di un altro pubblicato ad ottobre su Lotta Continua in cui esprimeva solidarietà verso alcuni militanti e direttori responsabili del giornale inquisiti per istigazione a delinquere a causa del contenuto violento di alcuni articoli, impegnandosi a «combattere un giorno con le armi in pugno contro lo Stato»[1][2].

Zavattini si cimentò inoltre e fruttuosamente nella poesia. Una citazione particolare va al poemetto Toni, sull'infelice pittore "naif" Antonio Ligabue e, alla serie di poesie scritte nel dialetto della sua terra, pubblicate col titolo Stricarm' in d'na parola (Stringermi in una parola), un libro che Pasolini definì "bello in assoluto", uscito a Milano, nel 1973.

Oltre che scrittore, sceneggiatore di fumetti e soprattutto sceneggiatore cinematografico, commediografo, poeta, animatore culturale in Italia e all'estero, promotore di cooperative culturali e di circoli del cinema, Zavattini fu anche pittore sensibilissimo.

Nel 1955, a coronamento di un impegno non certo effimero, gli venne assegnato il "Premio mondiale per la Pace". Nel 1982 diresse ed interpretò ormai ottantenne il suo unico film da regista: La Veritàaaa. Nel dicembre 1985 riceve la cittadinanza onoraria di Alatri. La morte lo colse ancora attivo, ottantasettenne, a Roma il 13 ottobre 1989 nella casa di Via Sant'Angela Merici 40.

Collezionista d'arte, si era in seguito specializzato in mini-quadri.

[modifica] Collaborazione Zavattini - Vittorio De Sica

[modifica] Nomination all'Oscar

  • Sciuscià
  • Ladri di biciclette
  • Umberto D.


[modifica] Premi del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani

  • Il tetto
  • Prima comunione
  • È primavera...
  • Ladri di biciclette

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni


Predecessore: vincitori Premio Brancati Successore: [[Immagine:{{{immagine}}}|30x30px]]
non assegnato 1981 Ida Magli I
II
III
IV
V
VI
VII
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