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Associazione Calcio ChievoVerona - Wikipedia

Associazione Calcio ChievoVerona

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bussola Nota disambigua – Se stai cercando la frazione del comune di Verona da cui la squadra proviene, vedi Chievo (Verona)
AC ChievoVerona
Calcio
Badge of Honour FIFA
Badge of Honour UEFA
Attuale campione d’Italia Campione d’Italia in carica
Detentore della Coppa Italia Detentore della Coppa Italia
Detentore della Coppa Italia di C
Detentore della Coppa Italia di D Detentore della Coppa Italia di D
Detentore della Supercoppa Detentore della Supercoppa Italiana
Attuale campione d’Europa Campione d’Europa in carica
Attuale campione del Sudamerica Campione del Sud America in carica
Campione d’Inghilterra in carica Campione d’Inghilterra in carica
Campione in carica MLS Campione in carica Major League Soccer
Detentore della U.S. Open Cup
Attuale campione del mondo Campione del mondo in carica
Detentore della Supercoppa europea Detentore della Supercoppa d’Europa
Detentore della Coppa UEFA Detentore della Coppa UEFA
Campione di Germania Campione di Germania in carica
Campione di Spagna Campione di Spagna in carica
Attuale detentore della Coppa Intertoto Detentore della Coppa Intertoto
FA Cup Detentore della FA Cup
Mussi volanti, Clivensi
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Trasferta
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Terza divisa
Colori sociali: giallo-blu
Simboli: Cangrande, Diga, Somaro
Inno: Un mondo in giallo e blu
Ivana Spagna
Dati societari
Città: Verona
Paese: bandiera Italia
Confederazione: UEFA
Federazione: FIGC
Campionato: Serie A
Fondazione: 1929
Presidente: Luca Campedelli
Allenatore: Giuseppe Iachini
Palmarès
Trofei nazionali: 0
Trofei internazionali: 0
Stadio
Marcantonio Bentegodi
(39.371 posti)
Contatti
A.C. ChievoVerona S.r.l.

Via Galvani, 3
37138 Verona
tel 045 575779 - 045 575789
fax 045 562298

www.chievoverona.it
« Per me è come se fosse un sogno,
quando mi sveglierò, vi saprò dire.[1] »
(Luca Campedelli, dopo la promozione in Serie A del 2001)
« Vuol dire che il Chievo è forte,
ce ne faremo una ragione.[2] »
(Massimo Moratti, presidente dell'Inter)

L'Associazione Calcio ChievoVerona è una società calcistica di Chievo, piccola frazione di Verona. Dalla stagione 2008-2009 militerà in Serie A, dopo avervi giocato già dal 2001 al 2007.

In lingua veneta la squadra è chiamata Céo, il nome dialettale di Chievo, anche se il soprannome più noto nel resto d'Italia è quello de "I mussi" o "I mussi che vola", vale a dire "I somari volanti", ironicamente attribuitosi dagli stessi clivensi in risposta ad uno sfottò della tifoseria del Verona. Nel 2001, in occasione della promozione in Serie A, un "musso alato" comparve anche nel sito web ufficiale della società.
La stampa veronese, spesso, fa riferimento alla formazione clivense definendola "la squadra della diga". Ciò è dovuto alla presenza, in Chievo, di una diga sul fiume Adige. Disputa le gare interne di campionato allo Stadio “Bentegodi” di Verona dal 1986, mentre gli allenamenti si svolgono al centro sportivo Veronello, nel comune di Bardolino.

Il Chievo costituisce un unicum nel panorama calcistico italiano, essendo l'unica società proveniente dalle categorie regionali minori ad aver scalato l'intera piramide calcistica nazionale fino a giungere in Serie A[3]: il sodalizio clivense è stato protagonista, nel tempo, di una notevole risalita dalle serie dilettantistiche, fino ad arrivare al vertice del calcio professionistico. Infatti, conquistata la promozione in Serie C2 nel 1986, il club ha conosciuto una rapida ascesa: nel 1989 ottenne la promozione in C1 e nel 1994 quella in B. Grazie alla storica promozione in Serie A, nel 2001, fu al centro di una grande attenzione mediatica e divenne conosciuto in ogni parte del mondo. L’arrivo al vertice del calcio italiano di una formazione di quartiere veniva visto come una grande impresa e l’oculata gestione societaria del Chievo venne, da più parti, presa a modello. Nel 2002 debuttò anche nel calcio europeo, disputando la Coppa UEFA, mentre nel 2006 prese parte ai preliminari della UEFA Champions League. Retrocesso in Serie B nel 2007, l'anno seguente ha subito riconquistato la massima serie.

Indice

[modifica] Storia

[modifica] Le origini (1929-1936)

Una delle prime formazioni del Chievo
Una delle prime formazioni del Chievo

La squadra fu fondata nel 1929 da un piccolo gruppo di appassionati di calcio del quartiere veronese di Chievo. I colori sociali originari erano l'azzurro e il bianco. All'inizio la società non fu ufficialmente affiliata alla FIGC, ma disputò diverse amichevoli e tornei amatoriali sotto la denominazione di Opera Nazionale Dopolavoro Chievo. Il terreno di gioco su cui venivano disputate le partite si chiamava “Stefani”, ed era all’interno della villa omonima che ospitava anche la sede dell’ “Opera Nazionale”. Nell’autunno 1931 la squadra venne iscritta al Campionato Liberi, organizzato dalla FIDAL. L’ 8 novembre 1931, in occasione dell’inaugurazione del campo di gioco, il Chievo giocò la sua prima partita ufficiale, contro il Domegliara, vincendola. Tuttavia, su reclamo degli avversari, la partita venne annullata (il recupero fu vinto dal Domegliara per 2-1). Nel’33 la squadra vinse il Campionato Provinciale Liberi, accedendo alle finali venete, dove arrivò seconda. Il trascinatore di quest’epoca fu Umberto Busani, che negli anni successivi disputò svariati campionati di Serie A con le maglie di Lazio e Napoli. Nel 1935 si replicò il successo nel Campionato Provinciale Liberi. Nonostante le vittorie e il crescente entusiasmo attorno alla formazione, il Chievo non riuscì a risolvere i problemi finanziari che si erano palesati già da qualche anno: il sodalizio si sciolse nel 1936.

[modifica] Il periodo dilettantistico (1948-1986)

[modifica] La rifondazione e gli anni ‘50

La squadra fu ricostituita dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale come A.C. Chievo e tornò a giocare nel 1948 in Seconda Divisione. Inizialmente (solo nel ’48) le maglie non erano più biancocelesti ma rossoblù. Anche il campo era cambiato: le partite interne vennero disputate sul campo “Cardi e Biondani”, bonificato con l’aiuto e la partecipazione di decine di appassionati. I primi anni ‘50 segnarono il ritorno del Chievo alle vittorie. La stagione 1950-1951 vide i biancocelesti imporsi sia nel Campionato Provinciale che in quello Regionale di Seconda Divisione con una squadra composta da soli giocatori di Chievo. L’annata successiva vide la formazione arrancare nel campionato di Prima Divisione e concludere lo stesso all’ultimo posto (ma quell’anno non erano previste retrocessioni).

Il campo "Carlantonio Bottagisio"
Il campo "Carlantonio Bottagisio"

Nell’aprile 1952 fece il suo debutto in squadra Bruno Vantini, che giocò con la maglia del Chievo fino al 1971, diventandone bandiera e, allo stesso tempo, bomber (detiene tuttora il record di 159 marcature con la maglia clivense). Al termine della stagione 1955-1956 i dirigenti decisero di abbandonare la storica divisa biancoceleste per adottarne una gialloblù. Nel 1957 la squadra si spostò nel campo parrocchiale "Carlantonio Bottagisio", dove furono giocate le partite interne fino al 1986.

[modifica] Il “Cardi Chievo”, l’avvento di Luigi Campedelli e gli anni’60

Nel 1959, in seguito alla ristrutturazione dei campionati nazionali, il Chievo fu ammesso a giocare in Seconda Categoria. Sempre in quell'anno, la squadra cambiò la denominazione, diventando Cardi Chievo (dal nome del nuovo sponsor), ed ottene rapidamente la promozione in Prima Categoria. Il Chievo restò in questa serie fino al 1963, quando ottenne la prima retrocessione della sua storia in seguito a un campionato deludente. Nel 1964 Luigi Campedelli, uomo d'affari e proprietario della Paluani, divenne presidente del Chievo. Nel corso degli anni successivi, egli cedette la carica presidenziale, pur rimanendo patron della società. Solo nel 1990 riassunse anche la carica di presidente. Sotto la gestione Campedelli il Chievo raggiunse il mondo professionistico, scalando poco a poco la piramide calcistica italiana. Nel 1965 i clivensi vinsero il campionato di Seconda Categoria ed ottennero la promozione. Dopo due stagioni in Prima Categoria, la squadra retrocesse nuovamente nel 1967. Nella stagione 1967-1968 il Chievo vinse ancora una volta il campionato di Seconda Categoria, trascinato dalle 19 reti dell’attaccante Bruno Vantini. Tuttavia la squadra decise forzatamente di rinunciare alla promozione per problemi economici. Militò ancora nella Seconda Categoria, vincendola anche nel 1969. Nel 1970 il Chievo concluse in ottava posizione il campionato di Prima Categoria; ciò gli consentì di poter partecipare alla Promozione nella stagione seguente.

[modifica] Gli anni ’70, l’abbandono dello sponsor Cardi e la promozione in D

Dopo cinque stagione in Promozione, nel 1975 i clivensi, guidati dal tecnico Nicola Ciccolo, vinsero il campionato, conquistando l’accesso alla Serie D. Nonostante il successo sul campo, il momento era delicato finanziariamente, in seguito all’abbandono dello sponsor Cardi. La squadra (che tornò a chiamarsi semplicemente A.C. Chievo), riuscì a superare le difficoltà e, nel 1976, concluse al decimo posto il suo primo campionato in D. Per la stagione 1978-1979 la formazione venne affidata a Carlo De Angelis. L’annata 1979-1980 fu particolarmente difficile per la compagine gialloblù. L’allenatore De Angelis venne esonerato, sostituito da Angelo Barbi e successivamente richiamato. I gialloblù ottennero la salvezza soltanto all’ultima giornata.

[modifica] I primi anni ’80, il “Paluani Chievo” e la promozione in C2

Nell’estate 1980 la squadra passò in consegna al tecnico Dario Baruffi, che la allenò fino al 1984. Nel 1981 il campionato di Serie D mutò nome in Campionato Interregionale e la squadra prese il nome di Paluani Chievo, dal nome dello sponsor Paluani. La prima stagione con la nuova denominazione (1981-1982) fu sofferta, ma la squadra ottenne comunque la salvezza. L’estate 1983 sancì l’ingresso nella società gialloblù di Saverio Garonzi, già presidente dell’Hellas Verona, con la carica di vice-presidente. Egli ebbe il merito di portare grande entusiasmo in tutto l’ambiente. Nel 1984 fu nominato nuovo allenatore Emilio Zanotti, che, però, rimase alla guida della squadra soltanto per la stagione 1984-1985. La squadra viene rinforzata con gli arrivi di Biancardi, Tommasi e Sartori, l’ultimo dei quali segnerà, anni dopo e in veste di dirigente, la storia della società. Successivamente venne richiamato alla guida della squadra Carlo De Angelis, che già in passato aveva allenato il Chievo. L’annata 1985-1986 vide il Chievo in testa al campionato fin dalle prime partite. In marzo la tragica notizia della morte di Saverio Garonzi sconvolse società ed appassionati. La squadra, tuttavia, riuscì a mantenersi nei primissimi posti della classifica. L’avversaria nella lotta per il primato fu il Bassano. Le due squadre arrivarono al termine della stagione con lo stesso numero di punti e fu necessario disputare lo spareggio promozione. Il 18 maggio 1986, allo Stadio "Rigamonti" di Brescia, davanti a tremila spettatori, il Bassano si aggiudicò ai rigori la promozione. Tuttavia sui vicentini gravava un’inchiesta federale per illecito sportivo. Il 13 giugno 1986 giunse la sentenza che condannò il Bassano e promosse il Chievo in Serie C2, nel calcio professionistico.

[modifica] Il professionismo (dal 1986)

[modifica] Il ritorno alla denominazione “A.C.Chievo” e gli anni in C2 (’86-’89)

Con l’ingresso nel mondo professionistico il Chievo fu costretto ad abbandonare il campo "Carlantonio Bottagisio", inadeguato ad ospitare partite di Serie C2; allo stesso modo la società dovette rinunciare alla denominazione Paluani Chievo, poiché, tra i professionisti, la ditta poteva comparire solo come sponsor. La squadra tornò a chiamarsi semplicemente A.C.Chievo. I gialloblù iniziarono a disputare le loro gare interne nello Stadio "Bentegodi" di Verona. Già al primo anno di C2 il Chievo ottenne un ottimo piazzamento, chiudendo al quarto posto la stagione 1986-1987. Nell’estate 1987 l’allenatore Carlo De Angelis decise di dimettersi. Al suo posto venne chiamato Luigi Busatta. Ancora una volta la squadra lottò per la promozione, ma una serie di partite negative al termine della stagione le impedì di centrare l’obbiettivo (chiuse nuovamente al quarto posto). Nella stagione 1988-1989 fu l’ex centravanti di Serie A Gianni Bui a sedere sulla panchina dei clivensi. L’ottimo campionato dei gialloblù si concluse con il primo posto e la promozione in C1. Negli anni in C2 fu fondamentale per la squadra l’apporto, in termine di reti, della coppia d’attacco Fiorio-Folli.

[modifica] La C1 (’89-’94), la presidenza Luca Campedelli e la promozione in B

Formazione iniziale del Chievo nella partita Carrarese - Chievo del 29 maggio 1994, che valse ai veronesi la promozione in B
Formazione iniziale del Chievo nella partita Carrarese - Chievo del 29 maggio 1994, che valse ai veronesi la promozione in B

Ancora una volta il Chievo sembrò non avvertire il salto di categoria, chiudendo al sesto posto il suo primo campionato in C1. Nel 1990 Luigi Campedelli tornò presidente della società. La sua prima decisione fu quella di cambiare il nome della squadra in A.C. Chievo Verona, allo scopo di identificare maggiormente la formazione con la città. Il secondo anno in C1 fu, differentemente dal primo, molto sofferto. Il Chievo ottenne la salvezza all’ultima giornata battendo il Pavia. La stagione 1991-1992 vide la terza chiamata di Carlo De Angelis come allenatore della squadra. I gialloblù chiusero il campionato al settimo posto. Il centravanti clivense Riccardo Gori vinse la classifica marcatori con 13 realizzazioni. La stagione 1992-1993 si aprì con un lutto per la società veronese: il 15 settembre 1992 il presidente Luigi Campedelli morì improvvisamente per un attacco cardiaco. Il figlio di Campedelli, Luca, che allora aveva 23 anni, ne prese il testimone. La squadra chiuse il campionato con un altro settimo posto. Per la stagione successiva, il nuovo presidente nominò l’ex calciatore Giovanni Sartori direttore sportivo del club e Alberto Malesani nuovo allenatore. Dopo un inizio molto stentato (la squadra si trovò persino in zona play-out), il Chievo iniziò a risalire la classifica. Il 6 marzo 1994 si svolse una gara molto importante per il campionato. Allo Stadio "Bentegodi", di fronte a tredicimila spettatori, la compagine gialloblù si impose sul blasonato Bologna e ottenne la testa della classifica. Successivamente perse il primo posto, ma lo riottenne a tre gare dal termine. Il rendimento della squadra portò allo stadio un numero sempre maggiore di appassionati. Il 22 maggio 1994 accorsero in ventimila per la gara contro lo Spezia che poteva valere la promozione. Tuttavia, la vittoria per 3-1 in quella partita venne vanificata dal concomitante successo del Mantova. Una settimana dopo, il 29 maggio 1994, il Chievo, con quattromila tifosi al seguito (cifra incredibile, se si pensa alle dimensioni di Chievo) si impose per 2-1 a Carrara. La rete che valse la promozione in B fu del centrocampista Giuliano Gentilini. Nell’ottima stagione, chiusa al primo posto, fu fondamentale ancora una volta l’apporto del centravanti Riccardo Gori, ma anche quello dei vari Michele Cossato, Mauro Antonioli, Rolando Maran, Walter Curti, Maurizio D'Angelo e dello stesso Gentilini.

[modifica] Gli anni in Serie B e la storica promozione in Serie A (2001)

[modifica] 1994-1995: debutto in Serie B
Michele Cossato
Michele Cossato

La squadra venne rinforzata per affrontare al meglio la serie cadetta e centrare l’obbiettivo salvezza. Tra gli altri, giunsero in riva all’Adige il centrocampista Giuliano Melosi e il difensore Lorenzo D'Anna, destinato a diventare, successivamente, capitano e bandiera della squadra. Nel settembre 1994 i clivensi incontrarono per la prima volta nella loro storia una delle big del calcio italiano, la Juventus, in occasione del secondo turno di Coppa Italia. Dopo lo 0-0 di Torino, i gialloblù cedettero 3-1 in casa e vennero eliminati dalla “Vecchia Signora”. Il debutto in B, contro l’Atalanta, terminò 1-1. Il primo goal in cadetteria della storia clivense fu siglato dall’attaccante Giordano. Il 10 dicembre 1994 fu il giorno del primo Derby della storia contro l’Hellas Verona. La gara, svoltasi di fronte a trentamila spettatori, terminò 1-1. La rete clivense fu segnata, di testa, da Riccardo Gori. Il match di ritorno vide imporsi il Chievo, bisognoso di punti, per 3 reti a 1. La squadra clivense centrò l’obbiettivo salvezza alla terz’ultima giornata. A fine stagione lasciarono il club giocatori storici, come il portiere Zanin, il capitano Rolando Maran, il fantasista Walter Curti e l’attaccante Riccardo Gori.

[modifica] 1995-1996: salvezza all'ultima giornata
L'allenatore Alberto Malesani nell'estate 1995
L'allenatore Alberto Malesani nell'estate 1995

Per la stagione 1995-1996 la squadra venne ringiovanita: arrivarono Luiso, Carparelli, Grabbi e, nel mese di novembre, il centrocampista Martino Melis. Tuttavia, solo quest’ultimo incise in modo significativo nel campionato dei giallobù; Luiso ripartì quasi subito, in direzione Avellino, dopo alcune incomprensioni con l’allenatore Alberto Malesani, Carparelli scese in campo 13 volte senza mai andare a segno, mentre Grabbi, probabilmente perché ancora troppo giovane, deluse le aspettative, andando in goal 2 volte in 18 partite. L’annata clivense fu molto sofferta. La squadra era sempre in bilico in classifica tra zona salvezza e zona retrocessione. Entrambi i Derby vennero persi (2 a 1 il primo, 1 a 0 il secondo). A tre giornate dal termine vi fu lo scontro decisivo in casa con il Brescia, anch’esso alla ricerca di punti per non retrocedere. Vincendo quella gara per 2-0, i gialloblù si riportarono in zona tranquillità. Tuttavia, la successiva sconfitta a Bologna rese l’ultima gara di campionato un vero e proprio spareggio per non retrocedere. Opposto al Chievo c’era, infatti, l’Avellino. Per salvarsi, entrambe le squadre dovevano vincere. In un ”Bentegodi” gremito da quindicimila spettatori, a prevalere furono i gialloblù. A fine gara, durante i festeggiamenti, ci fu un bel gesto di pace tra Malesani e Luiso, che aveva disputato la partita con la maglia dei campani.

[modifica] 1996-1997: sesto posto e addio di Malesani

La stagione 1996-1997 vide il Chievo partire con l’obbiettivo di centrare una salvezza tranquilla. Tuttavia, i diversi innesti in squadra, soprattutto quelli dell’attaccante Cerbone, di Fiore (in prestito dal Parma), di Lanna, di Giusti e di Marazzina, consentirono al club di disputare un campionato oltre alle aspettative, persino cullando a lungo il sogno della promozione in Serie A. A lasciare i clivensi furono, tra gli altri, Gentilini e Antonioli, che erano stati protagonisti della salita nella serie cadetta. L’organico a disposizione di Malesani non tardò a dimostrare il suo grande valore. Alla settima giornata, il Chievo era secondo a soli tre punti dal Lecce capolista. La squadra, trascinata dalla coppia Cerbone - Michele Cossato (che a fine stagione segneranno 30 reti totali in due), rimase nelle posizioni di vertice, ma, successivamente, subì una flessione. Il girone d’andata si chiuse con i gialloblù a metà classifica. Il Chievo riprese un buon ritmo, fino a trovarsi, alla ventiseiesima giornata, a soli due punti dal quarto posto. I sogni di gloria di società e tifosi subirono un brutto colpo in occasione della sconfitta interna contro l’Empoli, avversario diretto nella lotta promozione. La società veronese chiuse la stagione al sesto posto. Il piazzamento finale, pur ottimo, lasciò qualche rimpianto, rammarico per aver perso una grande (e forse irripetibile) occasione. A fine campionato, il tecnico della promozione in B e delle prime tre stagioni in cadetteria, Alberto Malesani, tentò l’avventura in Serie A, chiamato a guidare la Fiorentina dall’allora presidente Vittorio Cecchi Gori.

[modifica] 1997-1998: il Chievo di Baldini

Per sostituire Malesani, fu chiamato a dirigere la squadra Silvio Baldini, che proveniva dalla Carrarese. La squadra perse un giocatore importante come Stefano Fiore, per la fine del prestito; se ne andò anche il giovane difensore Marco Zamboni, che era stato prelevato addirittura dalla Juventus (nella quale, però, non ebbe particolare fortuna). Un’altra partenza illustre fu quella dell’attaccante Michele Cossato, acquistato dal Venezia. Per sostituirlo, il Chievo prelevò dal Brescello suo fratello Federico. I principali arrivi furono quelli di Zauri, Zanchetta e dell’attaccante Tentoni. Quest’ultimo deluse le grandi aspettative di tifosi e società nei suoi confronti. La squadra partì bene, sembrava essere in grado di ripetere la stagione precedente. Tuttavia, il tecnico toscano si trovò a gestire situazioni difficili, come quella di Cerbone, che voleva andare a giocare in Serie A, forte delle 20 segnature dell’annata precedente, ma nessuna formazione della massima serie lo cercava. Per tutto il girone di andata l’attaccante si impegnò poco e segnò raramente. Il buon inizio di campionato fu macchiato dal primo Derby stagionale. La gara si chiuse con un pesante 4-0 in favore dell’Hellas, turbando non poco tifosi e società. Alla fine dell’andata il Chievo si trovò a centro classifica. Nel mercato di riparazione arrivò il difensore della Sierra Leone Kewullay Conteh e tornò, in prestito fino a giugno, Zamboni, che aveva incontrato difficoltà di ambientamento tanto a Torino quanto a Napoli. Il girone di ritorno segnò il risveglio realizzativo del bomber Cerbone. La squadra, imponendosi 2-0 sul Verona, rispose al risultato del Derby di andata. Ne seguì un periodo molto positivo, in cui il Chievo sognò nuovamente la promozione. Tuttavia, la squadra perse il passo delle prime e chiuse il campionato in decima posizione. A fine stagione ci fu l'addio dell'allenatore Baldini.

[modifica] 1998-1999: esonero di Caso e salvezza con Balestro

Partito Baldini, la squadra venne affidata a Domenico Caso per la stagione 1998-1999. I principali acquisti furono rappresentati dal portiere Roma, dal centrocampista Daniele Franceschini. Ad ottobre ci furono gli importanti innesti di De Cesare, di Pivotto e soprattutto di Eugenio Corini, che successivamente divenne un giocatore fondamentale per la squadra e uno dei più rappresentativi. Egli arrivò dall’Hellas Verona in cambio di Martino Melis, che voleva da tempo cambiare squadra. Subito lo scambio parve essere stato più vantaggioso per il Verona; infatti, mentre Corini si infortunò alla prima presenza con i clivensi, Melis si rigenerò con la nuova maglia, disputando grandi partite. Tuttavia, gli anni successivi stravolsero queste prime considerazioni e Corini divenne trascinatore del Chievo. Nella lista dei partenti i nomi principali erano quelli di Melosi, Borghetto, Rinino e Zauri. La stagione iniziò malissimo. Il Chievo alla sesta giornata era penultimo e reduce da quattro sconfitte consecutive. La squadra stentava a risollevarsi, dopo tredici giornate era ancora nei bassifondi, al terzultimo posto. Tra le cause della crisi vi era una cronica mancanza di buon gioco e la sterilità realizzativa degli attaccanti. Nel mese di dicembre, dopo un pesante ko interno contro la Lucchese (1-4), il presidente Luca Campedelli prese la decisione di sollevare dall’incarico Caso e di affidare la squadra all’ex calciatore Lorenzo Balestro, uomo di fiducia della società e già osservatore per la stessa. L’esordio di Balestro coincise con il primo Derby di quella stagione. I clivensi riuscirono ad arginare bene l’Hellas Verona, quell’anno molto competitivo, e la partita terminò con un prezioso 0-0. Dopo due gare, al tecnico venne affiancato Lorenzo Miani. La nuova coppia di allenatori aveva il difficile compito di risollevare il Chievo dalle ultime posizioni della classifica. Nel mese di gennaio, l’attaccante Cerbone coronò il suo sogno di giocare in A trasferendosi all’Empoli. Alla ventunesima giornata, i gialloblù si portarono in una posizione tranquilla. Verso la fine della stagione la squadra si tolse la grande soddisfazione di sconfiggere 2-0 il Verona, lanciato verso la promozione, nel Derby di ritorno. Il Chievo, grazie al lavoro svolto dai due tecnici, ottenne la salvezza con tre giornate di anticipo, chiudendo all’undicesimo posto in classifica.

[modifica] 1999-2000: quindicesimo posto con la coppia Balestro-Miani

La coppia Balestro-Miani venne riconfermata e guidò i clivensi anche per tutta la stagione 1999-2000. La squadra non venne rivoluzionata. Partirono il portiere Roma, il difensore Pivotto e i centrocampisti Frezza, Giusti e Lombardini. Gli arrivi più significativi della stagione furono quelli del portiere Marcon, del difensore Longo e, a stagione in corso, di Moro, Aglietti, Fantini, Doga e Cimarelli. L’annata fu molto altalenante e, comunque, al di sotto delle aspettative. Massimo Marazzina si mise in evidenza durante tutto l’arco della stagione, arrivando a segnare 16 goal. Il momento migliore del campionato fu in dicembre, quando, espugnato il campo del Vicenza, il Chievo ritornò a sperare, seppur per poco, in qualcosa di più della semplice salvezza. La squadra poi soffrì un calo di risultati vertiginoso, fin quasi a ritrovarsi invischiata nei bassifondi della classifica. La stagione si concluse con il quindicesimo posto a soli due punti dalla zona retrocessione.

[modifica] 2000-2001: arrivo di Del Neri e promozione in Serie A

Dopo sei anni di Serie B il presidente Luca Campedelli, per la prima volta, uscì allo scoperto, dichiarando che l’obbiettivo per la stagione 2000-2001 non era più nè centrare la salvezza nè un campionato tranquillo, bensì conquistare la promozione nella massima serie. Il mercato della squadra, abilmente diretto dal ds Sartori, fu mirato al raggiungimento di questo obbiettivo. Vennero acquistati giocatori che in B facevano la differenza, quali Eriberto (oggi conosciuto come Luciano), proveniente dal Bologna e Christian Manfredini dal Genoa. Inoltre, si decise di puntare su giovani dal grande avvenire, come Simone Barone, proveniente dall’Alzano, su giocatori da rilanciare dopo fallimentari esperienze precedenti, come nel caso di Bernardo Corradi al Cagliari e su una già collaudata difesa. Tra le partenze, le più significative furono quelle di Marazzina e Zanchetta, i quali andarono a giocare in A con la maglia della Reggina. Il loro, comunque, non fu un addio definitivo. A guidare la squadra fu chiamato Luigi Del Neri, che si era messo in luce come tecnico della Ternana. La formazione tipo di quell’annata era solitamente questa: Marcon; Moro, D’Angelo, D’Anna, Lanna; Eriberto, Corini, Barone, Manfredini; De Cesare, Corradi.

La maglia indossata da Corini nella stagione della promozione in A
La maglia indossata da Corini nella stagione della promozione in A

Il campionato vide il Chievo protagonista fin da subito. In particolare, colpì tifosi ed addetti ai lavori la qualità del gioco dei clivensi, che si rendevano pericolosissimi con gli esterni Eriberto e Manfredini, riforniti dai passaggi del rigenerato regista Corini. La certezza della matematica promozione in Serie A si ottenne il 3 giugno 2001, quando il Chievo, di fronte ai circa tredicimila spettatori del ”Bentegodi” sconfisse per 2 a 0 la Salernitana. I principali artefici di quell’impresa furono, oltre ai già citati esterni di centrocampo, Corini, il capitano D’Angelo, la punta Corradi e, soprattutto, il tecnico Del Neri, che aveva saputo creare un gruppo affiatato e aveva proposto uno stile di gioco offensivo e spumeggiante. Il piazzamento finale fu il terzo posto. La promozione clivense venne vista come un evento clamoroso e suscitò enorme stupore in tutta Italia, viste le dimensioni di Chievo (che conta circa 2500 abitanti); allo stesso tempo venne sconfessata la filastrocca denigratoria dei tifosi dell'Hellas Verona, i quali affermavano che il Chievo sarebbe salito in A solo quando gli asini avessero volato in cielo. La filastrocca recitava così:

« E quando i mussi i volarà faremo el derby in serie A,
e resterà sempre così: Verona in A e Chievo in B. »

[modifica] Il “miracolo” Chievo, i sei anni in A, l’Europa, l'anno in B e il ritorno in A

[modifica] 2001-2002: sorprendente esordio in A e qualificazione in UEFA
Lo Stadio “Franchi” di Firenze. Fu in questo impianto che il Chievo debuttò in A, il 26 agosto 2001
Lo Stadio “Franchi” di Firenze. Fu in questo impianto che il Chievo debuttò in A, il 26 agosto 2001

Il Chievo si apprestò a debuttare in Serie A, circondato dall’attenzione dei mass media. Tuttavia, essi vedevano nella società gialloblù una sorta di simpatica Cenerentola, destinata a non avere scampo nel calcio dei grandi e a ritornare rapidamente in B. In poco tempo, i clivensi fecero forzatamente ricredere tutti coloro che la pensavano così. Il presidente Campedelli cercò di costruire una squadra che potesse ottenere la salvezza. Il mercato proseguì sulla falsariga di quello della stagione precedente: si investì sui giovani. L’ambiente gialloblù, ritenuto particolarmente sereno, aveva già contribuito in passato a rigenerare alcuni giocatori in difficoltà, ad esempio Corini e Corradi. Così avvenne anche per Simone Perrotta, prelevato dal Bari, che in precedenza era stato scartato dalla Juventus. Egli si rilevò uno degli acquisti più azzeccati della stagione, diventando importante per il gioco della squadra. Oltre a Perrotta, giunse in riva all’Adige il portiere Lupatelli, che sostituì il partente Marcon. Inoltre, tornò dalla Reggina Marazzina. Gran parte dei giocatori dell’anno precedente vennero riconfermati. Il 26 agosto 2001 il Chievo debuttò in Serie A in trasferta contro la Fiorentina. I giocatori a scendere in campo furono i seguenti: Lupatelli; Moro, D’Angelo (C), D’Anna, Lanna; Eriberto (56' D.Franceschini), Corini, Perrotta, Manfredini; Corradi (89’ F.Cossato), Marazzina (62’ De Cesare). Dopo soltanto 5’ i gialloblù si portarono in vantaggio con Perrotta, che siglò il primo goal della squadra in massima serie.

Tifosi clivensi al seguito della squadra nella trasferta di Firenze
Tifosi clivensi al seguito della squadra nella trasferta di Firenze

Tra lo stupore generale, i clivensi riuscirono ad amministrare il vantaggio e, al 53’, a raddoppiare con Marazzina. Il sorprendente risultato finale di 2-0 valse ai giocatori l’applauso dell’intero Stadio “Franchi” di Firenze e, l’indomani, i titoli dei giornali. L’interesse mediatico nei confronti della squadra raggiunse i massimi livelli. L’ascesa dal mondo dilettantistico fino alla Serie A di un club di quartiere veniva visto come un qualcosa di prodigioso e la società venne presa spesso a modello per la serietà di lavoro e, soprattutto, per l’esser riuscita, spendendo assai meno dei grossi club, ad essere ugualmente competitiva. Troupe televisive di tutto il mondo si recavano al centro di allenamento della squadra, Veronello, per intervistare dirigenti e giocatori. Si iniziò a parlare di Miracolo Chievo o di Favola Chievo. I gialloblù proseguirono a sorprendere: alla terza giornata sfiorarono la vittoria a Torino nella gara contro la blasonata Juventus, persa per 3 a 2 dopo essere stati in vantaggio di due marcature. Alla nona giornata, il Chievo guidava la classifica con 4 punti di vantaggio sulle seconde. Il 18 novembre 2001 si giocò, nel posticipo serale, l’attesissimo primo Derby in A contro l’Hellas Verona. I giorni antecedenti la gara erano stati caratterizzati da un’attesa febbrile. Lo Stadio “Bentegodi” registrò il tutto esaurito, con circa quarantamila presenze sugli spalti. Al trentasettesimo il Chievo conduceva per 2 reti a 0, in seguito alle marcature di Eriberto e Corini. Tuttavia, l’Hellas ribaltò il risultato, aggiudicandosi la partita per 3 a 2. Al termine della gara il tecnico del Verona, Malesani, che in passato era stato per quattro stagioni allenatore clivense, si recò a festeggiare platealmente sotto la Curva. Con questo gesto si attirò l’ira dei sostenitori del Chievo, che si sentirono offesi da un’esultanza tanto ostentata. Nonostante il ko, i clivensi rimasero in vetta alla classifica. Alla tredicesima giornata persero il primato dopo la sconfitta per 3 a 2 contro il Milan. Il 16 dicembre 2001 i giocatori guidati da Del Neri espugnarono il ”Meazza” battendo l’Inter di Ronaldo e Vieri per 2 a 1. Questa vittoria, considerata da molti un’impresa, consentì ai gialloblù di tornare in testa al campionato. La successiva sconfitta in casa con la Roma tolse definitivamente il primato al Chievo, che, comunque, lottò per il titolo di Campione d’Inverno. All’inizio del girone di ritorno, la squadra subì un significativo calo di rendimento, che la fece allontanare dalle primissime posizioni. Tuttavia, il Chievo si mantenne sempre intorno alla quinta-sesta posizione. L’ambiente gialloblù, sereno e festoso per la sorprendente stagione, venne scosso dalla notizia della tragica morte del giocatore clivense Jason Mayélé, il 2 marzo 2002. Egli, pur essendo arrivato da poco (nell’ ottobre 2001) si era ben inserito in squadra. La sua scomparsa sconvolse giocatori e dirigenti. Il Chievo decise di ritirare la sua maglia numero 30, in segno di solidarietà. Quest’evento incise anche sul rendimento in campo della formazione, che tornò a vincere soltanto il 24 marzo 2002, quando si impose per 2 a 0 nel Derby con l’Hellas. I gialloblù lottarono fino al termine del campionato per il quarto posto, che sarebbe valso un’ incredibile qualificazione ai preliminari di Champions League. La squadra concluse la sua prima, sorprendente, stagione in A, in quinta posizione, ad un solo punto dal Milan, quarto classificato. Questo risultato le consentì di partecipare alla Coppa UEFA dell’anno successivo.

[modifica] 2002-2003: debutto europeo e settimo posto in campionato

Nell’estate 2002 giunse al Chievo Oliver Bierhoff, il quale con la maglia clivense disputò la sua ultima stagione agonistica. Gli altri arrivi principali furono quelli di Della Morte, D.Andersson, Lazetic e Pellissier. Partirono, tra gli altri, Corradi e Manfredini, entrambi con destinazione Lazio. Eriberto lasciò increduli giocatori, dirigenti e tifosi rivelando il segreto sulla sua reale identità. Alcuni anni prima, per poter essere ingaggiato dal Palmeiras e coronare il sogno di diventare un calciatore professionista, aveva acquistato una nuova identità da un faccendiere, diventando Eriberto Conceição da Silva e togliendosi quattro anni d’età. Il giocatore rivelò che non riusciva più a sopportare il peso di questa vicenda e dichiarò di chiamarsi, in realtà, Luciano Siqueira de Oliveira. Fu quindi squalificato per sei mesi e tornò a calcare i campi di gioco soltanto nel gennaio 2003.

Il tecnico Del Neri apportò una significativa modifica nel reparto difensivo: decise di inserire tra i titolari il promottente Nicola Legrottaglie al posto del capitano storico Maurizio D'Angelo. I gradi di capitano passarono, così, a Lorenzo D'Anna. Il 19 settembre 2002, il Chievo debuttò nel calcio europeo. A Belgrado disputò il primo turno della Coppa UEFA contro gli insidiosi rivali della Stella Rossa. La partita si concluse sullo 0-0. Nella gara di ritorno, i serbi fecero loro il passaggio del turno espugnando il ”Bentegodi” con due reti nel secondo tempo. In campionato, il Chievo, dopo l’ottima vittoria all’Olimpico contro la Lazio, proseguì a risultati alterni, posizionandosi nella parte medio bassa della classifica, fino al 27 ottobre 2002, quando sconfisse al ”Bentegodi” il quotatissimo Milan capolista per 3 reti a 2. Seguì una striscia di tre vittorie consecutive, che consentì alla squadra di risalire fino alla quarta posizione in classifica. Alla sedicesima giornata il Chievo espugnò nuovamente l’Olimpico, battendo la Roma per 1-0. La formazione veronese chiuse il girone d’andata al quinto posto. In gennaio ci furono alcune variazioni dell’organico. Marazzina passò alla Roma e Lazetić alla Lazio.

Oliver Bierhoff
Oliver Bierhoff

Dopo dodici stagioni con la maglia gialloblù, partì D’Angelo, che giocò in prestito nel Napoli fino a giugno. Dal Como arrivò l'attaccante croato Bjelanović. Nel girone di ritorno il Chievo alternò grandi prestazioni ad altre meno positive, restando, comunque, nella parte alta della classifica. Alla ventunesima giornata i clivensi sconfissero 2 a 1 l’Inter al ”Bentegodi”, mentre alla venticinquesima persero pesantemente (0-4) in casa col Parma. Dopo la penultima giornata, la squadra era quinta in classifica. Tuttavia, l’ultima partita stagionale, quella giocata a Torino contro la Juventus, riservò una beffa per la formazione clivense. I bianconeri, nonostante il titolo già vinto, non erano affatto appagati e giocarono per vincere anche col Chievo, in lotta con Udinese e Parma per la qualificazione in Coppa UEFA. La partita fu spettacolare e combattuta. Oliver Bierhoff disputò l’ultima gara della sua grande carriera segnando ben tre reti, che, tuttavia, non servirono a fare punti: la Juventus vinse per 4-3. Il Chievo chiuse al settimo posto in classifica, perdendo la possibilità di partecipare alla UEFA per un solo punto, a vantaggio di Udinese e Parma. Per tifosi e dirigenti l’annata fu, comunque, da considerarsi ottima.

[modifica] 2003-2004: nono posto e addio di Del Neri

Nell’estate 2003 Eugenio Corini, che era diventato uno dei giocatori simbolo della squadra, lasciò il Chievo per andare a giocare nel Palermo. Anche altri grandi artefici delle stagioni precedenti lasciarono la squadra gialloblù: Legrottaglie passò alla Juventus, Luciano all’Inter, Lupatelli alla Roma. A difendere i pali della porta clivense fu chiamato l’esperto Luca Marchegiani, mentre in difesa il giovane Andrea Barzagli sostituì Legrottaglie. Gli altri acquisti riguardarono soprattutto il centrocampo: vennero acquistati Semioli, Baronio, Santana, Morrone. Anche Zanchetta tornò a vestire la maglia del Chievo. In attacco arrivarono il promettente Sculli, prodotto del vivaio della Juventus, e il brasiliano Amauri. Nella dirigenza, il segretario generale storico, Giancarlo Fiumi, lasciò il suo incarico.

L’annata della squadra, per quanto meno esaltante delle due precedenti, fu positiva: il Chievo restò sempre a metà classifica, lontano dalla zona retrocessione. Alla fine del girone d’andata la squadra era al nono posto. In gennaio tornò Luciano, che all’Inter aveva trovato poco spazio. Il campionato clivense fu caratterizzato da un miglior rendimento fuori casa (23 punti) che in casa (21 punti). I gialloblù non riuscirono quasi mai ad imporsi negli scontri diretti contro le big (cosa che invece accadeva con una certa regolarità nei due campionati precedenti), ma sconfissero le principali rivali nella corsa alla salvezza, conquistando un ottimo nono posto nella classifica finale. Il 2 maggio 2004, la squadra festeggia, al Bentegodi, le 100 partite in A con la vittoria a spese del Modena (2-0). Nell’ultima partita di campionato Maurizio D'Angelo, bandiera della squadra, giocò la sua unica gara stagionale, congedandosi dal pubblico clivense. Alla fine della stagione Luigi Del Neri, il principale artefice della ribalta gialloblù, lasciò la guida tecnica della squadra per andare ad allenare i campioni d’Europa del Porto.

[modifica] 2004-2005: esonero di Beretta e salvezza con D'Angelo

A sostituire Del Neri fu chiamato Mario Beretta, allenatore esordiente in Serie A. Nel calciomercato dell’estate 2004, la partenza più illustre fu quella di Simone Perrotta, che passò alla Roma. Anche Barzagli, Santana, Sculli e Morrone lasciarono il Chievo. Arrivarono Mandelli, Brighi, Tiribocchi e Sammarco. La squadra gialloblù iniziò molto positivamente la stagione e, alla sesta giornata, la vittoria all’Olimpico contro la Lazio la proiettò in terza posizione alle spalle di Juventus e Milan. Successivamente il Chievo accusò un calo di rendimento che, con la complicità di numerosi infortuni, lo fece scivolare pesantemente in classifica, chiudendo il girone d’andata al quindicesimo posto. Dopo un leggero miglioramento (che consentì alla squadra di ottenere, dopo la ventitreesima giornata, il dodicesimo posto, con sette punti di vantaggio sulla terzultima), il Chievo infilò una striscia di cinque sconfitte consecutive, che lo fecero nuovamente precipitare in classifica, a ridosso della zona retrocessione. A tre gare dal termine, dopo la sconfitta casalinga contro la Fiorentina, il presidente Campedelli decise di sollevare dall’incarico l’allenatore Beretta e affidò la guida tecnica della squadra (finita al terzultimo posto) al suo vice, l’ex capitano clivense D’Angelo. Egli riuscì nel non facile intento di scuotere i giocatori. I risultati non tardarono ad arrivare: alla trentaseiesima giornata il Chievo s’impose in trasferta contro il Siena, avversaria nella lotta per non retrocedere. Alla penultima di campionato arrivò anche il successo casalingo contro il Bologna. Lo 0-0 dell’ultima gara contro la Roma consentì ai clivensi di chiudere al quindicesimo posto in classifica, a un punto dalla zona retrocessione. Il portiere Marchegiani, a fine stagione, lasciò l’attività agonistica.

[modifica] 2005-2006: il Chievo torna in alto con Bepi Pillon

Per la stagione 2005-2006, la dirigenza decise di affidare la squadra a Giuseppe Pillon, che si era distinto in precedenza allenando il Treviso. D’Angelo assunse il ruolo di vice-allenatore. L’organico della squadra rimase sostanzialmente invariato. Gli arrivi più significativi furono quelli del portiere Fontana dall’Inter, di Giunti dal Bologna e del giovane nigeriano Obinna, mentre partirono Baronio e Marchesetti. L’obbiettivo stagionale era semplicemente quello di disputare un campionato meno travagliato del precedente, che aveva visto il Chievo ad un passo dalla retrocessione. Il tecnico trevigiano riuscì a portare la squadra ben oltre le aspettatative; i gialloblù ottennero ottimi risultati anche con le grandi: 2-1 con il Milan (Pellissier - Tiribocchi) e 1-1 con la Juventus. La salvezza fu ottenuta con 11 giornate d’anticipo; la squadra tentò, quindi, l’assalto ad un posto Uefa, che venne centrato alla penultima giornata con il pareggio sul campo del Lecce. Visti gli ottimi risultati, Sammarco, Scurto e Mantovani vennero convocati per la fase finale dell’Europeo Under 21, mentre Franco Semioli ottenne il posto di 7° centrocampista della Nazionale per i Mondiali di Germania 2006. Le emozioni, però, non erano finite: in seguito allo scandalo “Calciopoli”, che decretò la retrocessione della Juve e le penalizzazioni di Milan, Fiorentina e Lazio, il Chievo scalò la classifica ritrovandosi al 4° posto, valido per i preliminari di Champions League, raggiunti per la prima volta dalla formazione del piccolo quartiere di Verona.

[modifica] 2006-2007: l'annus horribilis, dalla Champions alla Serie B

I gialloblù cominciarono la stagione 2006-07 giocandosi, senza forti pressioni, il terzo turno preliminare di Champions League. Dall’urna del sorteggio di Nyon uscì, come avversaria del Chievo, la formazione campione di Bulgaria del Levski Sofia. I clivensi non riuscirono a superare questo ostacolo: all’andata vennero sconfitti per 2-0 e al ritorno, in un Bentegodi delle grandi occasioni, non riuscirono nell’impresa di recuperare il risultato, ottenendo solo un pareggio (2-2, doppietta di Amauri). Così, fu il Levski ad accedere, per la prima volta nella sua storia, alla fase a gironi di Champions, mentre il Chievo venne ammesso al primo turno della Coppa UEFA. Nell’ ultimo giorno di mercato il Chievo cedette il suo gioiellino Amauri al Palermo per 7 milioni di euro più il cartellino di Denis Godeas. I primi avversari in UEFA furono i portoghesi dello Sporting Braga. Nella partita di andata, disputatasi in Portogallo, il Chievo perse per 2-0. Al ritorno, il Bentegodi si riempì nuovamente per sostenere la squadra: i padroni di casa recuperarono il gap, terminando i 90' regolamentari in vantaggio per 2-0 (reti di Tiribocchi e Godeas, al primo centro in maglia gialloblù). Tuttavia, un gol degli ospiti durante i tempi supplementari sancì l'eliminazione del Chievo dalla competizione europea. Il campionato iniziò in modo disastroso: nelle prime sei giornate la squadra raccolse cinque sconfitte ed un solo pareggio (1-1 contro l’Empoli). I risultati negativi indussero la dirigenza ad esonerare Bepi Pillon e a richiamare sulla panchina uno dei principali artefici del Miracolo Chievo, ovvero Luigi Del Neri, nel tentativo di risollevare la squadra. Dopo l’arrivo del nuovo allenatore la squadra ottenne i primi risultati utili e la società acquistò diversi giocatori utili all’obiettivo salvezza, come l’attaccante albanese Erjon Bogdani, proveniente dal Siena, il regista dell’Hellas Verona Vincenzo Italiano e il centrocampista brasiliano del Livorno Cesar Prates. Il girone di ritorno fu costellato da importanti infortuni e da cattive prestazioni nei secondi tempi. La squadra perse punti preziosi e fu costretta a giocarsi la permanenza in serie A nello spareggio-salvezza dell'ultima giornata di campionato, sul campo neutro di Bologna, contro il Catania. Il 27 maggio 2007, circa 3000 tifosi gialloblù accorsero allo stadio Dall’Ara per motivare i propri giocatori ma il risultato finale fu una sconfitta per 2-0 che, con le concomitanti vittorie di Parma, Siena e Reggina, condannò il Chievo Verona alla retrocessione in serie B dopo 6 sorprendenti stagioni passate nella massima serie. In molti parlarono di fine della Favola Chievo.

[modifica] 2007-2008: immediato ritorno in A con Iachini
Grosseto, 25 maggio 2008: tifosi e giocatori festeggiano la promozione in A
Grosseto, 25 maggio 2008: tifosi e giocatori festeggiano la promozione in A

Dopo la retrocessione nella serie cadetta il Chievo Verona opera sul mercato con la vendita di Franco Semioli alla Fiorentina e il passaggio di Salvatore Lanna al Torino e con l'acquisto degli attaccanti genoani Gasparetto e Greco, del portiere frusinate Zappino (scambio con Sicignano), del centrocampista del Mantova Bentivoglio, con il prestito del Palermo di Ciaramitaro e con l’acquisto dal Catania dell’altra metà del cartellino di Cesar. La società riesce abilmente a trattenere a Verona giocatori importanti per la serie B, come Obinna, Pellissier e Marcolini. L'avventura in Coppa Italia finisce al primo turno, perso 1-0 contro il Ravenna. In campionato la formazione della Diga punta da subito alla promozione diretta e riesce a soddisfare le aspettative di dirigenza e tifosi, rimanendo per tutto il girone d'andata nelle prime 6 posizioni, valide quantomeno per i playoff-promozione. Gli scontri diretti finiscono spesso a sfavore del Chievo: al Via del Mare di Lecce i gialloblu perdono 3-0, al Dall'Ara di Bologna addirittura 4-0. In casa al Bentegodi le sconfitte arrivano invece per 0-1 contro l'Albinoleffe e per 2-3 contro il Mantova. La squadra, però, riesce ad imporsi contro il Brescia per 2-0 al Rigamonti. Il girone d'andata viene concluso in coabitazione col Bologna a 43 punti al primo posto in classifica. Durante il mercato di riparazione vengono acquistati giocatori per completare la rosa (il difensore Rubén Maldonado, il centrocampista del Vicenza Luca Rigoni e l'attaccante dell'Atalanta Marino Defendi) e vengono ceduti Biabany al Modena (in prestito) e Greco al Rimini. Il girone di ritorno offre altre numerose soddisfazioni al Chievo: la striscia positiva di 20 risultati utili consecutivi, tra cui un pareggio al Bentegodi contro il Lecce per 3-3, la vittoria in trasferta per 2-0 contro l’Albinoleffe, il pareggio al Bentegodi per 1-1 contro il Bologna, la vittoria per 3-0 contro il Brescia, il pareggio 1-1 a Pisa e la sonora vittoria per 5-0 in casa contro lo Spezia (record stagionale) proiettano la squadra al primo posto solitario in classifica, che viene conquistato dalla 33^ giornata. La striscia di risultati positivi si interrompe con a Mantova (sconfitta per 1-0 con gol dell’ex Godeas), che si rivela bestia nera del Chievo (due sconfitte su due incontri). La squadra, però con il pareggio per 1-1 alla penultima giornata di campionato allo stadio Carlo Zecchini di Grosseto conquista la matematica promozione in serie A, smentendo coloro che pensavano che i clivensi non sarebbero più tornati in massima serie. Nell'ultima giornata, pareggiando per 2-2 contro il Bari, conquista il primo posto in classifica con un punto di vantaggio sul Bologna.

[modifica] Cronostoria

Cronostoria dell'Associazione Calcio Chievo Verona
  • 1929 - Fondazione dell'Opera Nazionale Dopolavoro (O.N.D.) Chievo
  • 1931-35 - Attività regionale, partecipa al Campionato Liberi
  • 1935-48 - Attività sospesa, nel 1948 assume la denominazione Associazione Calcio Chievo
  • 1949 - 3° nella II Divisione veneta
  • 1950 - 5° nella II Divisione veneta
  • 1951 - 1° nella II Divisione veneta, promosso in I Divisione
  • 1952 - 15° nel Girone E di I Divisione veneta
  • 1953 - 12° nella I Divisione veneta
  • 1954 - 6° nella I Divisione veneta
  • 1955 - 7° nella I Divisione veneta
  • 1956 - 6° nella I Divisione veneta
  • 1957 - 4° nella I Divisione veneta
  • 1958 - 7° nella I Divisione veneta
  • 1959 - 4° nella I Divisione veneta
  • 1959 - La FIGC riforma i tornei della Lega Dilettanti, e il Chievo passa in II Categoria Regionale, sesto e penultimo livello generale
  • 1960 - 1° in II Categoria veneta, promosso in I Categoria, assume la denominazione di Cardi Chievo
  • 1961 - 8° in I Categoria veneta
  • 1962 - 8° in I Categoria veneta
  • 1963 - 15° nel Girone A di I Categoria veneta, retrocesso in II Categoria
  • 1964 - 4° in II Categoria veneta
  • 1965 - 1° in II Categoria veneta, promosso in I Categoria
  • 1966 - 11° nel Girone A di I Categoria veneta
  • 1967 - 15° nel Girone A di I Categoria veneta, retrocesso in II Categoria
  • 1968 - 1° in II Categoria veneta, rinuncia alla promozione per problemi di bilancio
  • 1968: Il C.R.V. crea un torneo di élite, declassando di conseguenza la II Categoria a settimo e penultimo livello generale
  • 1969 - 1° in II Categoria veneta, promosso in I Categoria
  • 1970 - 8° nel Girone A di I Categoria veneta, ammesso al Campionato di Promozione
  • 1971 - 9° nel Girone A di Promozione veneta
  • 1972 - 5° nel Girone A di Promozione veneta
  • 1973 - 11° nel Girone A di Promozione veneta
  • 1974 - 9° nel Girone A di Promozione veneta
  • 1975 - 1° nel Girone A di Promozione veneta, promosso in Serie D, torna ad assumere la denominazione A.C. Chievo
 
  • 1975-76 - 10° nel Girone C di Serie D
  • 1976-77 - 14° nel Girone C di Serie D
  • 1977-78 - 8° nel Girone B di Serie D
  • 1978-79 - 11° nel Girone B di Serie D
  • 1979-80 - 13° nel Girone C di Serie D
  • 1980-81 - 11° nel Girone C di Serie D, assume la denominazione Paluani Chievo
  • 1981-82 - 8° nel Girone B del Campionato Interregionale
  • 1982-83 - 12° nel Girone D del Campionato Interregionale
  • 1983-84 - 9° nel Girone C del Campionato Interregionale
  • 1984-85 - 7° nel Girone C del Campionato Interregionale
  • 1985-86 - 1° nel Girone C del Campionato Interregionale, promosso in Serie C2 per squalifica del Bassano con cui aveva perso lo spareggio, torna ad assumere la denominazione di A.C. Chievo
  • 1986-87 - 4° nel Girone B di Serie C2
  • 1987-88 - 4° nel Girone B di Serie C2
  • 1988-89 - 1° nel Girone B di Serie C2, promosso in Serie C1
  • 1989-90 - 6° nel Girone A di Serie C1, assume la denominazione attuale di ChievoVerona
  • 1990-91 - 14° nel Girone A di Serie C1
  • 1991-92 - 7° nel Girone A di Serie C1
  • 1992-93 - 7° nel Girone A di Serie C1
  • 1993-94 - 1° nel Girone A di Serie C1, promosso in Serie B
  • 1994-95 - 13° in Serie B
  • 1995-96 - 14° in Serie B
  • 1996-97 - 7° in Serie B
  • 1997-98 - 10° in Serie B
  • 1998-99 - 11° in Serie B
  • 99-2000 - 15° in Serie B
  • 2000-01 - 3° in Serie B, promosso in Serie A
  • 2001-02 - 5° in Serie A
  • 2002-03 - 7° in Serie A
  • 2003-04 - 9° in Serie A
  • 2004-05 - 15° in Serie A
  • 2005-06 - 4° in Serie A dopo le sentenze della Corte Federale
  • 2006-07 - 18° in Serie A, retrocesso in Serie B
  • 2007-08 - 1° in Serie B, promosso in Serie A

[modifica] Campionati disputati

In 33 stagioni sportive a partire dall'esordio a livello nazionale in Serie D nel 1975, compresi 3 campionati di Serie C2.

  • 6
  • 8
  • 8
  • 11

[modifica] Campionati regionali

Fino al 1975 il Chievo partecipò ai tornei del Comitato Regionale Veneto.

[modifica] Partecipazioni alle coppe europee

[modifica] Organigramma societario e staff tecnico

Staff tecnico
Staff tecnico
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  • Allenatore: Giuseppe Iachini
  • Vice allenatore: Giuseppe Carillo
  • Preparatore portieri: Marco Savorani
  • Preparatori atletici: Ivano Tito, Ugo Maranza
  • Medici sociali: Francesco De Vita, Giuliano Corradini
  • Massaggiatore: Alfonso Casano
  • Fisioterapista: Antonio Agostini
  • Allenatori Primavera: Lazzarin e Nicolato
  • Responsabile giovanili: Maurizio Costanzi
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Organigramma societario
Organigramma societario
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  • Presidente: Luca Campedelli
  • Vice presidente: Fabio Ottolini
  • Direttore sportivo: Giovanni Sartori
  • Team manager: Marco Pacione
  • Segretario generale: Michele Sebastiani
  • Responsabile osservatori: Fausto Vinti
  • Coordinatore area tecnica: Lorenzo Balestro
  • Marketing: Enzo Zanin, Martino Ferrari
  • Adetti stampa: Vera Tommelleri, Federica Menegazzi
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[modifica] Presidenti, allenatori e capitani

Allenatori del Chievo
Allenatori del Chievo
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  • 1931-1932 - Nestore Carli
  • 1932-1933 - Guido Busani
  • 1933-1934 - Severino Dal Pozzo
  • 1934-1936 - Alvise Laurini
  • 1948-1949 - Mario Brazzoli
  • 1949-1950 - Umberto Rognini
  • 1950-1954 - Lelio Cavalleri
  • 1954-1955 - Giuseppe Fraccaroli
  • 1955-1957 - Lelio Cavalleri
  • 1957-1958 - Guglielmo Dal Negro
  • 1958-1959 - Guglielmo Dal Negro, Carlo Dal Negro
  • 1959-1960 - Carlo Dal Negro
  • 1960-1961 - Carlo Dal Negro, Luigi Turrini
  • 1961-1962 - Lelio Cavalleri
  • 1962-1963 - Carlo Bonaconsa, Lelio Cavalleri
  • 1963-1964 - Lelio Cavalleri
  • 1964-1967 - Francesco Broggiato
  • 1967-1968 - Bruno Vantini
  • 1968-1969 - Lino Ottolini
  • 1969-1970 - Francesco Broggiato
  • 1970-1971 - Francesco Broggiato e Lino Ottolini
  • 1971-1972 - Lorenzo Ferrante e Ottolini, Broggiato
  • 1972-1973 - Gastone Roverato
  • 1973-1974 - Gastone Roverato, Nicola Ciccolo
  • 1974-1978 - Nicola Ciccolo
  • 1978-1979 - Carlo De Angelis
  • 1979-1980 - De Angelis, Angelo Barbi, De Angelis
  • 1980-1984 - Dario Baruffi
  • 1984-1985 - Emilio Zanotti
  • 1985-1987 - Carlo De Angelis
  • 1987-1988 - Luigi Busatta
  • 1988-1991 - Gianni Bui
  • 1991-1993 - Carlo De Angelis
  • 1993-1997 - Alberto Malesani
  • 1997-1998 - Silvio Baldini
  • 1998-1999 - Domenico Caso, Balestro e Miani
  • 1999-2000 - Lorenzo Balestro e Luciano Miani
  • 2000-2004 - Luigi Del Neri
  • 2004-2005 - Mario Beretta, Maurizio D'Angelo
  • 2005-2006 - Giuseppe Pillon
  • 2006-2007 - Giuseppe Pillon, Luigi Del Neri
  • dal 2007 - Giuseppe Iachini
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Presidenti del Chievo
Presidenti del Chievo
[{{fullurl:{{{link}}}|action=edit}} modifica]
  • 1931-1936 - Antonio Recchia
  • 1948-1952 - Alessandro Recchia
  • 1952-1953 - Giulio Compri
  • 1953-1955 - Lodovico Iorio
  • 1955-1956 - Guglielmo Bianconi
  • 1956-1957 - Mario Vantini
  • 1957-1958 - Domenico Zivelonghi
  • 1958-1959 - Arturo Spada
  • 1959-1961 - Luigi Vantini
  • 1961-1962 - Arturo Spada
  • 1962-1964 - Luigi Vantini
  • 1964-1965 - Luigi Campedelli
  • 1965-1969 - Umberto Bottacini
  • 1969-1975 - Lodovico Iorio
  • 1975-1976 - Giuseppe Montresor
  • 1976-1980 - Giuseppe Campedelli
  • 1980-1981 - Franco Bottacini
  • 1981-1986 - Fernando Righetti
  • 1986-1990 - Bruno Garonzi
  • 1990-1992 - Luigi Campedelli
  • dal 1992 - Luca Campedelli
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Capitani recenti del Chievo
Capitani recenti del Chievo
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[modifica] Denominazione

Nel corso degli anni, la società ha cambiato la propria denominazione in varie occasioni. In due periodi della sua storia (1959-1975 e 1981-1986), nella denominazione della squadra clivense è comparso il nome della ditta sponsorizzatrice. Nel 1990, l'allora presidente Luigi Campedelli decise di cambiare in ChievoVerona la denominazione del club, per identificarlo maggiormente con la città di Verona.

Periodo Denominazione
1929 - 1936 O.N.D. Chievo
1948 - 1959 A.C. Chievo
1959 - 1975 Cardi Chievo
1975 - 1981 A.C. Chievo
1981 - 1986 Paluani Chievo
1986 - 1990 A.C. Chievo
dal 1990 A.C. ChievoVerona

[modifica] Campo di gioco

Il "Bottagisio"
Il "Bottagisio"
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Il "Carlantonio Bottagisio" è molto caro ai sostenitori clivensi, sopratutto quelli di vecchia data. Su questo campo di gioco, infatti, il Chievo ha compiuto buona parte della scalata delle serie dilettantistiche. Prende nome dal cavalier Bottagisio, che cedette gratuitamente il terreno, di sua proprietà, alla parrocchia. Il parroco don Silvio Venturi aiutò la gente del paese nell’adattamento del terreno a campo di calcio. Tuttora, all’ingresso del “Bottagisio”, è presente la scritta “Campo sportivo parrocchiale”. Fu utilizzato per le partite interne di campionato dal 1957 al 1986. Durante questo periodo numerosi furono gli interventi di manutenzione. Oggi, il campo ospita partite e allenamenti di una parte delle giovanili. La prima squadra vi disputa partite amichevoli soltanto in occasione di particolari eventi celebrativi. E' situato in Chievo, a ridosso del fiume Adige.
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Il Chievo, durante la sua storia, ha giocato le partite interne di campionato in quattro diversi terreni di gioco. Da quando la squadra è nel calcio professionistico (1986), le partite casalinghe vengono disputate allo Stadio "Bentegodi" di Verona. Sul campo "Stefani" il Chievo giocò la prima partita ufficiale della sua storia (l'8 novembre 1931) e vinse due Campionati Provinciali Liberi (nel '33 e nel '35). Nel periodo di utilizzo del campo "Cardi e Biondani" la squadra vinse il campionato di Seconda Divisione ('51) e disputò svariati tornei di Prima Divisione. Nel 1957, il Chievo cambiò ancora terreno di gioco e si spostò sul "Bottagisio". Nei ventinove anni di utilizzo di questo campo, la squadra ottenne quattro promozioni dalla Seconda Categoria alla Prima ('60, '65, '69; la squadra rinunciò alla promozione ottenuta nel '68 per problemi di bilancio), due retrocessioni dalla Prima Categoria alla Seconda ('63, '67) e l'ammissione al campionato di Promozione ('70). Nel '75 ottenne la promozione in Serie D. Il "Bottagisio" ospitò le gare interne dei clivensi nel corso degli undici campionati di D giocati dalla squadra. Nel 1986, il Chievo conquistò la promozione in C2. Il campo storico non era adeguato per ospitare partite professionistiche, quindi il Chievo andò a giocare al "Bentegodi". Risalgono al periodo di utilizzo di quest'impianto le promozioni in C1 ('89), B ('94) e A ('01, '08), oltre alla retrocessione in cadetteria del 2007. Il "Bentegodi" ha ospitato anche le gare interne del Chievo nelle manifestazioni europee: Champions League nel 2006, Coppa UEFA nel 2002 e nel 2006.

Periodo Campo di gioco
1929 - 1936 Stefani
1948 - 1957 Cardi e Biondani
1957 - 1986 Carlantonio Bottagisio
dal 1986 Marcantonio Bentegodi

[modifica] Divisa e stemma

Lo stemma della società clivense rappresenta Cangrande della Scala, signore veronese che visse tra il XIII e il XIV secolo (nato nel 1291, morto nel 1329). La versione attuale dello stemma risale al 2001.

[modifica] Archivio delle stagioni

A.C. ChievoVerona – Archivio delle stagioni

1929-30 • 1930-31 • 1931-32 • 1932-33 • 1933-34 • 1934-35 • 1935-36 • 1948-49 • 1949-50 • 1950-51 • 1951-52 • 1952-53 • 1953-54 • 1954-55 • 1955-56 • 1956-57 • 1957-58 • 1958-59 • 1959-60 • 1960-61 • 1961-62 • 1962-63 • 1963-64 • 1964-65 • 1965-66 • 1966-67 • 1967-68 • 1968-69 • 1969-70 • 1970-71 • 1971-72 • 1972-73 • 1973-74 • 1974-75 • 1975-76 • 1976-77 • 1977-78 • 1978-79 • 1979-80 • 1980-81 • 1981-82 • 1982-83 • 1983-84 • 1984-85 • 1985-86 • 1986-87 • 1987-88 • 1988-89 • 1989-90 • 1990-91 • 1991-92 • 1992-93 • 1993-94 • 1994-951995-961996-97 • 1997-98 • 1998-99 • 1999-002000-012001-022002-03 • 2003-04 • 2004-05 • 2005-06 • 2006-072007-08 • 2008-09

Associazione Calcio ChievoVerona - Derby di Verona - Stadio "Bentegodi" - Portale Calcio

[modifica] La rosa 2007-2008

Portieri
1 Bandiera dell'Italia Gabriele Aldegani
17 Bandiera dell'Italia Mattia Passarini
18 Bandiera dell'Italia Lorenzo Squizzi
Difensori
3 Bandiera dell'Italia Tommaso Chiecchi
4 Bandiera dell'Italia Andrea Mantovani
5 Bandiera dell'Italia Davide Mandelli
6 Bandiera dell'Italia Marco Malagò
16 Bandiera del Paraguay Rubén Maldonado
22 Bandiera dell'Italia Cesare Rickler
27 Bandiera dell'Italia Fabio Moro
34 Bandiera del Brasile César Vinicio
Centrocampisti
7 Bandiera dell'Italia Michele Marcolini
9 Bandiera dell'Italia Simone Bentivoglio
10 Bandiera del Brasile Luciano
14 Bandiera dell'Italia Maurizio Ciaramitaro
23 Bandiera dell'Italia Michele Troiano
28 Bandiera dell'Italia Aleandro Rosi
77 Bandiera dell'Italia Vincenzo Italiano
86 Bandiera dell'Italia Luca Rigoni
Attaccanti
2 Bandiera dell'Italia Federico Cossato
8 Bandiera dell'Italia Marino Defendi
11 Bandiera dell'Italia Antimo Iunco
20 Bandiera della Nigeria Victor Nsofor Obinna
29 Bandiera dell'Italia Mirco Gasparetto
31 Bandiera dell'Italia Sergio Pellissier (C)
Allenatori
Primo allenatore:
Bandiera dell'Italia Giuseppe Iachini
All. in seconda:
Bandiera dell'Italia Giuseppe Carillo
Preparatore portieri: Bandiera dell'Italia Marco Savorani


[modifica] Maglie ritirate

[modifica] Giocatori illustri

[modifica] Statistiche

[modifica] Bilancio partite

Il bilancio delle partite disputate dal Chievo Verona nelle competizioni professionistiche italiane ed europee:

Torneo Periodo Partite disputate Partite vinte Partite nulle Partite perse Goal fatti Goal subiti
Serie A 2001-2007; 2008- ? 216 74 67 75 268 274
Serie B 1994-2001; 2007-2008 308 108 121 79 375 324
Serie C1 1989-1994 168 57 69 42 174 152
Serie C2 1986-1989 102 44 41 17 101 60
Coppa Italia 1994-2008 41 12 15 14 43 47
Champions League 2006 2 0 1 1 2 4
Coppa UEFA 2002; 2006 4 1 1 2 2 5

Aggiornato a giugno 2008.

[modifica] Media spettatori[4]

Media spettatori nelle gare interne di campionato disputate allo Stadio "Bentegodi". Dati a partire dalla stagione 1994-1995, quella del debutto del Chievo in Serie B:

Stagione Serie Partite interne Media spettatori
1994-1995 Serie B 19 4335
1995-1996 Serie B 19 5120
1996-1997 Serie B 19 5156
1997-1998 Serie B 19 4135
1998-1999 Serie B 19 3264
1999-2000 Serie B 19 2680
2000-2001 Serie B 19 5139
2001-2002 Serie A 17 16061
2002-2003 Serie A 17 16902
2003-2004 Serie A 17 14868
2004-2005 Serie A 19 12103
2005-2006 Serie A 19 8589
2006-2007 Serie A 18[5] 6719
2007-2008 Serie B 21 7276

[modifica] Calciatori ChievoVerona in Nazionale A

Di seguito sono riportati i giocatori che hanno indossato la maglia della nazionale durante il loro periodo nel Chievo:

[modifica] Classifica marcatori in serie A

[modifica] Classifica presenze in serie A

[modifica] Note

  1. ^ Fonte: Repubblica.it. Intervista rilasciata da Luca Campedelli il 4 giugno 2001.
  2. ^ Fonte: Le interviste di Claudio Sabelli Fioretti. Intervista rilasciata da Massimo Moratti il 31 agosto 2006.
  3. ^ Tutte le altre 59 società che abbiano ad oggi partecipato alla Serie A, gareggiavano invece già negli Anni Trenta in uno fra i campionati nazionali di A, B o C.
  4. ^ Fonte: stadiapostcards.com
  5. ^ Chievo - Inter dell'11 febbraio 2007 si è disputata a porte chiuse

[modifica] Bibliografia

  • F. Bottacini, Chievo Verona 1929-2000, Unitgroup, 2000. [1]
  • M. Vitale - G. P. Ormezzano, Fenomeno Chievo, Libri Scheiwiller, 2002. ISBN 8876443185
  • F. Calzia, Quelli che i mussi, Frilli, 2004. ISBN 8875630143

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni

Chievo Verona su DMoz (Segnala su DMoz un collegamento pertinente all'argomento "Chievo Verona")


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