Valerio Massimo
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Valerio Massimo (Roma ?, ... – Roma ?, dopo il 31) è stato uno scrittore latino.
Fu uno storico romano del I secolo, vissuto all'incirca nel periodo di Tiberio (14-37), al quale dedica il suo lavoro subito dopo la caduta del prefetto Seiano, esecrato tra gli esempi di ingratitudine.
Dopo aver accompagnato nel suo proconsolato in Asia il suo protettore Sesto Pompeo, Valerio Massimo scrisse un manuale di esempi retorico-morali Factorum et dictorum memorabilium libri IX (31). Opera erudita di carattere divulgativo, raccoglieva fatti e aneddoti ripresi da fonti diverse (tra le quali Cicerone,Tito Livio,Varrone e, fra i greci, Erodoto e Senofonte in particolare), suddivisi in 9 libri (un ipotetico decimo libro potrebbe essere andato perduto) e 95 categorie di vizi e virtù, al loro interno suddivisi in romani ed esterni.
Tratti per la maggior parte dalla storia romana e, in misura minore, da quella greca, gli aneddoti hanno un carattere moraleggiante. La modesta finalità dell'autore è infatti quella di portare al lettore exempla (esempi) attraverso i comportamenti virtuosi (oppure tramite quelli più sleali) dei grandi uomini del passato, di modo che i retori, a cui questa opera sembra essere indirizzata potessero farne uso nei loro discorsi per dare peso alle sue argomentazioni.
L'opera di questo autore si propone anche di essere un'edificante e piacevole lettura per il lettore occasionale, non necessariamente colto nell'arte della retorica.
Valerio Massimo fu più volte usato e citato dagli autori latini successivi. Nel IV secolo dalla sua opera furono tratti due compendi; uno, che ci è giunto integralmente, di Giulio Paride, l'altro, che si arresta al III libro, di Nepoziano.
[modifica] Collegamenti esterni
- [1], testo in latino del Factorum et dictorum memorabilium libri IX