Umberto Lombardini
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Umberto Lombardini | ||
Dati biografici | ||
Nome | Umberto Lombardini | |
Nato | 12 ottobre 1920 Roma |
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Nazionalità | Italia | |
Dati agonistici | ||
Disciplina | Calcio | |
Ruolo | ala-centravanti | |
Squadra | Ritirato | |
Carriera | ||
Giovanili | ||
Lazio | ||
Club professionistici | ||
1940-41 | Lazio | 10 (3) |
1941-42 | → Ala Littoria | - (-) |
1942-43 | → Alba Roma | - (-) |
1944 | Lazio | 16 (21) |
1945-46 | Lazio | 18 (3) |
1946-48 | Lazio | 25 (7) |
1948-50 | Tivoli | - (-) |
1952-53 | Romulea | - (-) |
Statistiche aggiornate al 24 marzo 2008 (CEST) | ||
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito |
Umberto Lombardini, soprannominato "Bomba" (Roma, 12 ottobre 1920), è un ex calciatore italiano che giocava nel ruolo di centravanti negli ann quaranta.
[modifica] Biografia
Scoperto dall’ex terzino biancoceleste e talent-scout Dino Canestri approdò all’età di 9 anni alla Lazio. Dopo aver fatto tutta la trafila nelle squadre giovanili dimostrandosi un’autentica promessa al momento di esplodere trovò la strada di prima squadra sbarrata dalla leggendaria ed indiscutibile figura di Silvio Piola, (Nazionale e Campione del mondo). Fu pertanto costretto ad una lunga attesa prima di potersi mettere in luce anche tra i titolari.
L’occasione si presentò il 14 dicembre 1940 in occasione della trasferta di Bergamo contro l’Atalanta quando in concomitanza con l’infortunio di Pisa venne schierato centravanti con lo spostamento di Piola nel ruolo di ala. Nel corso di quella stagione riuscì a collezionare 10 presenze andando a segno per 3 volte contro Bari, Fiorentina e Juventus (un quarto gol segnato su rigore nella trasferta di Napoli gli venne cancellato perché lo 0 a 1 finale venne trasformato in 0 a 2 dal giudice sportivo).
La stagione successiva la dirigenza laziale decise di mandarlo a farsi le ossa in serie C dove rimase per due anni con le compagini minori capitoline dell’Ala Littoria prima e dell’Alba Roma poi.
Dopo l’esilio il ritorno alla casa-madre in coincidenza delle partenze di Pisa, Piola e Flamini. Nel 1943-44 vinse con la Lazio il Campionato romano di guerra segnando 21 gol in 16 partite. Ma la sfortuna non si decise di abbandonarlo e nel 1947-48 si ritrovò nuovamente tra i rincalzi (8 misere presenze) chiuso nel ruolo di centravanti dalla strepitosa stagione del nuovo acquisto Penzo.
A fine torneo pertanto, a soli 27 anni, Bomba maturò la clamorosa decisione di dire addio al calcio professionistico accettando l’offerta della Cassa di Risparmio di Roma che gli garantì un posto stabile di commesso e di centrattacco nella squadra aziendale che disputava i campionati dilettantistici. Dopo aver calcato a lungo i terreni minori della Capitale, appesi gli scarpini al classico chiodo, tornò nei quadri della Lazio quale osservatore e talent-scout.
Sempre allegro, disposto alla battuta anche pungente, romano nel senso più profondo del termine, Lombardini è da annoverare nella schiera di quei giocatori che pur validissimi non hanno avuto dalla loro parte quel pizzico di fortuna che gli consentisse di sfondare tutte le porte dell’universo della celebrità calcistica. Durante gli anni del conflitto mondiale, fu uno dei simboli della volontà di non morire della Lazio e dell’intero calcio romano aiutando i tifosi biancocelesti a sopportare i disagi e la miserie della guerra. Con un bilancio complessivo non proprio esaltante (69 presenze complessive e 34 reti) ma grazie alle sue rovesciate spettacolari (apprese ed affinate osservando attentamente lo specialista Piola), alle sue micidiali fiondate a rete (che gli valsero il celebre soprannome di Bomba) e la sua classe si è ritagliato un posto di primo piano tra i grandi giocatori laziali di tutti i tempi.
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