Torbernite
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Torbernite | |
---|---|
Classificazione Strunz | VII/E.01-70 |
Formula chimica | Cu(UO2)2(PO4)2·8-12(H2O) |
Proprietà cristallografiche | |
Gruppo cristallino | dimetrico |
Sistema cristallino | tetragonale |
Classe di simmetria | ditetragonale bipiramidale |
Parametri di cella | a = 7.06, c = 20.54 |
Gruppo puntuale | 4/m 2/m 2/m |
Gruppo spaziale | I 4/mmm |
Proprietà fisiche | |
Densità | 3,22-3,3 g/cm³ |
Durezza (Mohs) | 2-2,5 |
Sfaldatura | perfetta secondo {001}; indistinta secondo {100} |
Frattura | |
Colore | verde smeraldo, verde chiaro, verde mela |
Lucentezza | vitrea, subadamantina, perlacea sulle facce di sfaldatura |
Opacità | traslucida |
Striscio | verde chiara |
Diffusione | frequente |
|
La torbernite è un minerale, un fosfato idrato di uranio e rame.
Fu descritta per la prima volta nel 1772 da Von Born. Nel 1788 Abraham Gottlob Werner (Wehrau, 25 settembre 1749 - Dresda, 30 giugno 1817) geologo e mineralogista, propose inizialmente la denominazione calcolite mentre l'attuale nome è in onore di Torbern Olof Bergman (9 marzo 1735 - 8 luglio 1784), chimico, mineralogista e fisico svedese.
Indice |
[modifica] Abito cristallino
I cristalli sono tabulari a contorno quadrato, raramente bipiramidali, di lunghezza fino a 2,5 cm, con preminenza sulle facce {110}, {011} e {001}. L'aspetto dei cristalli ricorda molto quello delle piramidi tronche a base quadrata.
[modifica] Origine e giacitura
La genesi è secondaria, come le altre miche di uranio di cui fa parte, fosfati e arseniati vari di uranio. Si forma nelle zone di ossidazione di alcuni giacimenti uraniferi contenenti rame. La paragenesi è con metatorbernite, autunite, zeunerite e uraninite.
[modifica] Forma in cui si presenta in natura
In cristalli principalmente e in aggregati scagliosi e terrosi.
[modifica] Caratteri fisico-chimici
È fortemente radioattiva, non fluorescente e solubile in acido nitrico. Alla temperatura di 45°C si disidrata trasformandosi in metatorbernite (di aspetto opaco, diversamente dalla torbernite) e la medesima trasformazione avviene spontaneamente se conservata per lungo tempo in un ambiente asciutto.
I campioni da collezione vanno puliti con acqua distillata e conservati in ambiente possibilmente umido.
[modifica] Località di ritrovamento
A Jachymov, nella Repubblica Ceca; a Shinkolobwe, nel Katanga congolese; grandi cristalli nella miniera di Majuba Hill, nel Nevada; a Puy-de-Dome, in Francia; a Richelle, vicino Visé, in Belgio; sul Mount Painter, nell' Australia del Sud; in varie località della Cornovaglia.
In Italia in cristalli lamellari quadrati a Roburent e alla miniera di Rio Freddo, nel comune di Peveragno, entrambe in provincia di Cuneo; alla cava di Pila, a Quittengo, in provincia di Vercelli; la si trova, in tracce, nel granito di Montorfano, nel comune di Mergozzo, in provincia di Novara; segnalata infine nella pegmatite della cava del Croppo, a Trontano, in provincia di Novara.
[modifica] Utilizzazioni
È un minerale utile per l'estrazione di uranio
[modifica] Bibliografia
- Cornelis Klein. Mineralogia, 2004, Zanichelli
- Morbidelli. Le rocce e i loro costituenti, 2005, Ed.Bardi
- Borelli, Cipriani. Guida al riconoscimento dei minerali, 1987, Mondadori
- autori vari. La grande enciclopedia dei minerali, 1986, Fabbri Editore
- I minerali d'Italia, 1978, SAGDOS
- autori vari. Minéraux d'uranium du Haut Katanga, Les amis du Museé du Congo Belge, Tervuren (Belgique)
- Daniele Ravagnani. I giacimenti uraniferi italiani, Gruppo Mineralogico Lombardo