Topolò
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Topolò | ||||||||
Veduta di Topolò | ||||||||
Stato: | Italia | |||||||
Regione: | Friuli-Venezia Giulia | |||||||
Provincia: |
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Comune: |
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Coordinate: | ||||||||
Altitudine: | 600 m s.l.m. | |||||||
Abitanti: |
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Pref. telefono: | 0432 | CAP: | 33040 | |||||
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Topolò è una frazione di Grimacco, piccolo comune della provincia di Udine.
Il nome Topolò è l'italianizzazione del nome originale, Topolove - pioppeta nel dialetto sloveno, che ancora oggi si parla nel comune di Grimacco (Grmak in sloveno) e in tutte le Valli del Natisone (o Benecìa), il nadiško.
Il paese, che contava 375 abitanti negli anni Venti del XX secolo, ha subìto come altri delle Valli, un forte processo di spopolamento dopo la Seconda Guerra Mondiale, dovuto in parte a motivi comuni a tutte le zone montuose italiane, in parte a motivi particolari legati alla durezza di vita dovuta alla cosiddetta cortina di ferro (il confine italo-jugoslavo).
Proprio a Topolò, in località Passo Brieza, si ebbe l'unico caduto italiano in divisa (1952), ucciso nel corso di una sparatoria tra guardie confinarie italiane e jugoslave.
La popolazione maschile emigrò quasi in massa verso le miniere del Belgio, le donne si sparsero per l'Europa lavorando come dikle, le odierne colf.
Oggi Topolò conta 33 abitanti che in buona parte recano ancora i cognomi del primo documento che li nomina (XVI secolo): Gariup, Rucli, Filipig, Scuoch.
Il borgo si trova a 600 metri sul livello del mare, affascinante per le sue caratteristiche abitazioni in pietra, le sue strette vie e per la bellezza naturalistica dei boschi che lo circondano.
Molte case sono state recentemente restaurate grazie a finanziamenti dell'Unione Europea e costituiscono un modello di "albergo diffuso".
Dal 1994 la manifestazione artistica internazionale Stazione di Topolò/Postaja Topolove [1] (diretta da Moreno Miorelli e Donatella Ruttar e organizzata dall' Associazione Topolò-Topoluove) ha portato il paese all'attenzione dei media per la sua particolarità nel coniugare tradizione e sperimentazione.
Il sentiero che conduce al confinante paese sloveno di Livek (Luico), sentiero che per molti anni è stato "off-limit", è oggi un percorso d'arte grazie a undici installazioni realizzate 'ad hoc' da artisti di diverse nazionalità.