Teatro Scientifico
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Il Teatro Scientifico di Mantova (o Teatro Bibiena o Teatro Scientifico dell'Accademia), fu realizzato da Antonio Bibbiena nel 1767-69 e decorato, nel 1773-75, con una facciata del Piermarini realizzata dal Pozzo.
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[modifica] Il teatrino cinquecentesco
Il luogo ove sorge il teatro fu, in precedenza, occupato da un palazzo, abitazione di Ferrante Gonzaga, conte di Guastalla, generale dell'esercito imperiale durante il Sacco di Roma, poi viceré di Sicilia. Il di lui figlio Cesare fondò, nel 1562, ospitandola presso di sé, l'Accademia degli Invaghiti (dal 1610 Accademia degli Invitti, dal 1648 poi Accademia dei Timidi.
[modifica] Il rinnovamento settecentesco
L’edificio includeva un piccolo teatro coperto, probabilmente a gradoni, in linea con lo stile dell’epoca. Nel 1767, circa sessant’anni dopo l’inizio della dominazione austriaca, fu proprio l’Accademia dei Timidi a commissionare un nuovo teatro. L’incarico venne commissionato al bolognese Antonio Bibbiena, figlio del noto scenografo barocco Ferdinando. Scenografo ed architetto egli stesso, Antonio si era illustrato nella realizzazione del nuovo Teatro di Bologna, inaugurato il 14 maggio 1763 e, in Mantova, nel disegno della facciata della Chiesa di San Barnaba.
[modifica] La sala del Bibbiena
Il Bibbiena demolì il teatrino cinquecentesco e progettò una scena fissa, alle cui spalle edificò due corridoi sovrapposti a formare un loggiato a due piani. La platea ebbe un disegno a campana, che produce la sensazione di un ambiente circolare. L’ambiente appare finemente decorato: con quattro ordini di palchi, divisi da colonne, quattro nicchie con statue dei manotvani illustri (Gabriele Bertazzolo, Baldassarre Castiglione, Pietro Pomponazzi, Virgilio) ed un generale assetto decorativo che produce una sensazione di movimento.
Il cantiere venne completato in soli due anni ed il nuovo teatro di Mantova venne inaugurato il 3 dicembre 1769 con la cantata Virgilio e Manto di Luigi Gatti. Venne detto ‘Teatro Scientifico’, poiché doveva ospitare riunioni accademiche di istruzione ed educazione, in linea con le finalità dell’Accademia e lo spirito illuministico dell’epoca.
Poche settimane dopo l’inaugurazione, il 16 gennaio 1770, ospitò un concerto del giovane Mozart, non ancora quattordicenne e l’edificio suscitò il compiacimento del Mozart padre.
[modifica] Il rifacimento della facciata
Con decreto dell’Imperatrice del 9 novembre 1767, l’Accademia dei Timidi venne assorbita nella neonata Reale Accademia di scienze e di belle lettere (diverrà Accademia Nazionale Virgiliana sotto Napoleone): una vera e propria università cui vennero aggregate, in quegli anni, le accademie di pittura, scultura ed architettura, la filarmonica, la ‘colonia di arti e mestieri’ e la accademia agraria. Si decise, quindi, di ricostruire anche l’antico palazzo che ospitava il nuovo teatro. Venne indetto un concorso cui parteciparono il mantovano Gaetano Crevola, il bolognese Antonio Bibbiena, l’autore del teatro e l’"architetto reale" Giuseppe Piermarini. Quest’ultimo vinse e compose, nel 1770, il disegno, poi realizzato, nel 1773-75 dal veronese Paolo Pozzo. Essi realizzarono una opera una sobria facciata di gusto neoclassico, estesa anche al teatro. Senza, tuttavia, intervenire sull’interno del teatro, che conservò le originarie fattezze barocche.
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