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Sparatutto in prima persona - Wikipedia

Sparatutto in prima persona

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Screenshot di Freedoom, versione open source di Doom
Screenshot di Freedoom, versione open source di Doom

Sparatutto in prima persona (abbreviato spesso con l'acronimo FPS, dall'inglese First Person Shooter) è il termine adottato per indicare quei videogiochi di tipo sparatutto dove lo scopo principale è quello di affrontare livelli ambientati in esterni o interni con la visuale di gioco che simula la vista del personaggio principale (in prima persona). Normalmente in un videogioco di questo genere dal basso del campo visivo è possibile vedere la propria arma.

Indice

[modifica] Etimologia

Il termine italiano deriva dalla combinazione di due diciture inglesi:

  • shoot 'em up, letteralmente spara a tutti
  • First person shooter, letteralmente [gioco in cui si] spara in prima persona

Il termine italiano vuole spesso sottolineare la frenesia di gioco tipica di molti titoli.

[modifica] Generi e tipologie

Non è semplice suddividere gli FPS in diverse categorie: infatti la maggior parte di essi ne include al suo interno più di una, rendendone difficile la classificazione. È tuttavia possibile individuare due grandi categorie: FPS dotati di trama e orientati alla modalità giocatore singolo, e FPS tattici, spesso multiplayer. Di seguito una serie di caratteristiche che differenziano i vari titoli.

[modifica] Realismo e ambientazione

L'ambientazione può variare da una accurata rappresentazione di un periodo storico (come nelle serie Call of Duty), o di una possibile interpretazione di un futuro prossimo o remoto (Half-Life 2). Il modello del danno può essere realistico (come nel caso di Rainbow Six e in genere degli FPS tattici) e accurato (come in S.T.A.L.K.E.R.: Shadow of Chernobyl, dove il danno e l'effetto varia di come e di quale parte del corpo è stata colpita), oppure poco realistico ma funzionale al contesto, in particolare nel caso di quei FPS che fanno del combattimento costante con centinaia di nemici la parte fondamentale del gameplay come Painkiller e Serious Sam, e in minor misura anche in titoli come Quake e Halo.

Il tipo di ambientazione di un gioco influenza anche l'arsenale a disposizione del giocatore. Nei giochi che cercano un approccio reale si utilizzano armi vere (o comunque plausibili), e trasportabili in quantità limitate (in genere tre o quattro tipi); nei giochi fantascientifici o fantasy si può arrivare a trasportare decine di armi e centinaia di munizioni differenti, anche se negli ultimi anni il trend è diminuito.

[modifica] Struttura dei livelli

Molti FPS della prima generazione utilizzano la suddivisione standard dei videogiochi, cioè livelli autoconclusivi e separati fra loro. Dark Forces di LucasArts ha proposto missioni dotate di un'obiettivo, e legate fra loro dalla trama. Hexen invece utilizza un sistema detto a hub: alcuni livelli sono collegati fra loro, dando l'impressione di un'ambiente vasto e continuo. Half-Life porterà questo concetto all'estremo, collegando insieme la maggior parte dei livelli separati fra loro da un breve caricamento, aumentando così l'immersività del giocatore. Il maggiore difetto di questa metodologia è tuttavia l'esponenziale aumento della linearità, ovvero della poca possibilità di scelta del percorso da parte del giocatore che diventa praticamente obbligato a seguirne uno preimpostato; a questo si contrappongono giochi più recenti come Far Cry e S.T.A.L.K.E.R., che vengono detti sandbox per la possibilità dell'utente di sperimentare e di percorrere la strada voluta, e non quella designata dai level designer.

[modifica] Interazione con l'ambiente

L'interazione con l'ambiente è una caratteristica che si evoluta di pari passo con la tecnologia dei motori grafici e dell'introduzione di quelli fisici: se in Wolfenstein 3D e in Doom l'unica interazione possibile è l'apertura di porte, l'attivazione di interruttori oppure l'eliminazione di occasionali ostacoli, in titoli sucessivi sono possibili obbiettivi più complessi (realizzati tramite script), come ad esempio l'attivazione di macchinari che richiedono parti di ricambio sparse per i livelli. Inoltre anche l'ambiente è in genere sempre più realistico e interattivo: gli oggetti reagiscono alle sollecitazioni in maniera differente a seconda della massa e della loro composizione, e così una cassa di legno galleggerà in acqua mentre un'automobile affonderà. Anche questa caratteristica è spesso utilizzata per proporre semplici enigmi.

[modifica] Combattimenti

La maggior parte dei FPS è basata su un gameplay detto "run and gun" (corri e spara), caratterizzato da una serie di scontri pressoché costante. Altri riducono la quantità di incontri con i nemici per dare maggior rilievo all'esplorazione, alla risoluzione di enigmi o all'interazione con personaggi non giocanti (Marathon, Bioshock); altri ancora rendono necessaria, magari in determinate sezioni di gioco, una tattica "silenziosa" tipica dei giochi stealth alla Metal Gear Solid (come in Call of Juarez). Alcuni FPS introducono di volta in volta caratteristiche uniche, come nel caso di TimeShift dove si può manipolare lo scorrere del tempo.

Negli FPS "tattici" è molto importante la coordinazione fra i diversi componenti della squadra, siano essi guidati dalla IA (e quindi sarà il giocatore a dare ordini) oppure da più giocatori umani, che in genere hanno la possibilità di parlare fra loro tramite dei microfoni.

[modifica] Multiplayer

A partire da Doom, la grande maggioranza degli FPS ha una modalità multigiocatore, sia essa deathmatch, cooperativa o entrambe. Alcuni titoli sono totalmente dedicati al gioco online, e sono quasi del tutto privi di una vera e propria modalità a giocatore singolo, se non un semplice allenamento contro personaggi gestiti dalla IA detti "bot". Fra i più celebri esempi si possono citare Quake 3 Arena e Unreal Tournament; Counter-Strike e Battlefield fra quelli tattici.

[modifica] Storia

Per approfondire, vedi la voce Motore grafico per sparatutto in prima persona.

All'inizio gli sparatutto in prima persona utilizzavano una grafica poco elaborata e realistica, in cui, per la tecnologia limitata, i nemici erano rappresentati da immagini in due dimensioni in movimento chiamate Sprite.

Il primo First Person Shooter in assoluto è stato 3D Monster Maze, sviluppato nel 1981 per Sinclair ZX81. Mentre il primo First Person Shooter per IBM compatibile fu Catacomb 3D del novembre 1991.

Più tardi fu rilasciato il primo First Person Shooter che ebbe un grosso successo commerciale, ossia Wolfenstein 3D del maggio 1992, nato su personal computer ed esportato poi verso le console.

La tendenza è quella di creare uno sparatutto prima su personal computer e poi convertirlo per le console, questo per motivi legati alla tecnologia di sviluppo, la memoria utilizzata per l'esecuzione del gioco e le schede grafiche sempre più potenti.

[modifica] Sparatutto più famosi

[modifica] Serie

[modifica] Titoli singoli

[modifica] Bibliografia

  • AA.VV. Doom. Giocare in prima persona. Costa & Nolan, 2005. ISBN 8874370229

[modifica] Pagine correlate


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